Laia Sanz torna alla Dakar dopo la malattia di Lyme
La ragazza spagnola partecipa per l’11ª volta al rally più famoso del mondo, che quest’anno dovrebbe avere caratteristiche a lei molto congeniali: terreni tecnici a bassa velocità e navigazione impegnativa
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Off-Road
Laia è pronta
Laia Sanz ha completato i test sulla GasGas RC 450 F ufficiale in preparazione della Dakar; moto e veicoli d’appoggio della squadra spagnola sono già in viaggio per Jeddah, sul Mar Rosso, dove avverranno la partenza e l’arrivo della gara. La ragazza spagnola partecipa per l’11ª volta al rally più famoso del mondo, che quest’anno dovrebbe avere caratteristiche a lei molto congeniali: terreni tecnici a bassa velocità e navigazione impegnativa. Però arriva all’appuntamento un po’ in affanno, avendo contratto la malattia di Lyme durante l’estate: si tratta di un’infezione trasmessa dalle zecche, che origina dolori muscolari e articolari, spossatezza e febbre, cosa che ha complicato la preparazione di Laia.
«È stato un anno davvero difficile per me – ha ammesso –, quindi non vedo l’ora di partire per questa prossima Dakar, per me significa molto. Mi sono infortunata alla mano nella Dakar 2020, nella seconda tappa, e anche se sono riuscita ad arrivare in fondo, l’infortunio si è rivelato più grave di quanto pensassi. Per riprendermi ci è voluto più tempo del previsto e quando finalmente sono riuscita a salire di nuovo in sella, ho cominciato a sentirmi male: mi è stata diagnosticata la malattia di Lyme, che è stata piuttosto pesante. Sottoposta alle cure adeguate, sono riuscita a ricominciare l’allenamento ma so di non essere al 100% e dovrò vedere come mi sentirò quando la Dakar partirà. Abbiamo già una certa esperienza del terreno che ci troveremo ad affrontare e questo mi sarà utile. Non voglio mettere pressione su me stessa, penso che sarebbe molto bello arrivare un’altra volta al traguardo finale, ma il mio obiettivo principale è andare lì e godermi la gara».
Laia Sanz ha completato i test sulla GasGas RC 450 F ufficiale in preparazione della Dakar; moto e veicoli d’appoggio della squadra spagnola sono già in viaggio per Jeddah, sul Mar Rosso, dove avverranno la partenza e l’arrivo della gara. La ragazza spagnola partecipa per l’11ª volta al rally più famoso del mondo, che quest’anno dovrebbe avere caratteristiche a lei molto congeniali: terreni tecnici a bassa velocità e navigazione impegnativa. Però arriva all’appuntamento un po’ in affanno, avendo contratto la malattia di Lyme durante l’estate: si tratta di un’infezione trasmessa dalle zecche, che origina dolori muscolari e articolari, spossatezza e febbre, cosa che ha complicato la preparazione di Laia.
«È stato un anno davvero difficile per me – ha ammesso –, quindi non vedo l’ora di partire per questa prossima Dakar, per me significa molto. Mi sono infortunata alla mano nella Dakar 2020, nella seconda tappa, e anche se sono riuscita ad arrivare in fondo, l’infortunio si è rivelato più grave di quanto pensassi. Per riprendermi ci è voluto più tempo del previsto e quando finalmente sono riuscita a salire di nuovo in sella, ho cominciato a sentirmi male: mi è stata diagnosticata la malattia di Lyme, che è stata piuttosto pesante. Sottoposta alle cure adeguate, sono riuscita a ricominciare l’allenamento ma so di non essere al 100% e dovrò vedere come mi sentirò quando la Dakar partirà. Abbiamo già una certa esperienza del terreno che ci troveremo ad affrontare e questo mi sarà utile. Non voglio mettere pressione su me stessa, penso che sarebbe molto bello arrivare un’altra volta al traguardo finale, ma il mio obiettivo principale è andare lì e godermi la gara».
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