Kawasaki Z650: la ricetta speciale degli chef di PAAL Motorcycles
Da una Kawasaki Z650, vecchia di 20 anni, che prendeva polvere in un granaio, gli svedesi del team di Fredrik Pål Persson hanno tirato fuori una custom di grande fascino frutto di una profonda trasformazione che ha coinvolto praticamente tutte le componenti
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Fuoriserie
Fascino anni Settanta ma molto high-tech
Tra le moto di media cilindrata degli anni 70 la Kawasaki Z650 (prodotta dal 1976 al 1983) non ha avuto il successo che la casa di Akashi sperava, almeno dalle nostre parti . “Appena uscita dal concessionario, supererà qualsiasi 750 al mondo”, dichiarava la pubblicità di Kawasaki in quel periodo: in effetti non era poi così sbagliato. La sorellina della Z1 era veloce e agile, ed era meno di un secondo più lenta sui 400 metri della mitica Z1. Oggi è difficile trovare una Z650 usata: ma il preparatore svedese Fredrik Pål Persson che è un fan di questo modello ce l'ha fatta... Fredrik ha abbandonato una promettente carriera come chef per creare PAAL Motorcycles nella città di Malmö e, con tre ragazzi che lo aiutano, ha finora "cucinato" 19 special molto interessanti. "Abbiamo realizzato questo progetto per un cliente che ha richiesto forme complesse e linee rette”, dice Fredrik, “quindi abbiamo dovuto pensare molto quando l'abbiamo progettato, ma è anche per questo che la moto è riuscita così bene". L’esemplare di partenza non prometteva molto bene: la Z650 raccoglieva polvere e ruggine in un granaio da 20 anni e aveva un disperato bisogno di restauro. "C'erano topi che vivevano nel portabatterie!", ricorda Fredrik. Tolti roditori e ragnatele, la Kawasaki inevitabilmente è stata smontata in officina. Il motore è stato ricostruito, con l’inserimento di pistoni ad alta compressione e valvole e molle nuove. L'intero 4 cilindri è stato poi sabbiato e verniciato prima di essere rimontato con nuovi cuscinetti e guarnizioni. Ora gira molto meglio ed eroga qualche cavallo in più rispetto ai 60 e rotti dichiarati in origine. Smontati e ricostruiti anche i quattro carburatori, mentre il sistema di scarico tozzo è stato realizzato artigianalmente e basta guardarlo per capire che è poco omologato... Il telaio invece è stato ripulito e verniciato a polvere, e sfoggia una parte posteriore completamente nuova. Il vero capolavoro è però il serbatoio fatto a mano con inserti che riprendono le pieghe della sella (artigianale anch'essa) in pelle. Tantissime le modifiche fatta: ogni componente standard è stata ricostruita come nuova, dalla forcella all’impianto frenante, dai cerchi, ora con raggi in acciaio, all’intero impianto elettrico (Motogadget), inclusi i tachimetri e gli indicatori di direzione. Il risultato ha di certo soddisfatto il committente.
Tra le moto di media cilindrata degli anni 70 la Kawasaki Z650 (prodotta dal 1976 al 1983) non ha avuto il successo che la casa di Akashi sperava, almeno dalle nostre parti . “Appena uscita dal concessionario, supererà qualsiasi 750 al mondo”, dichiarava la pubblicità di Kawasaki in quel periodo: in effetti non era poi così sbagliato. La sorellina della Z1 era veloce e agile, ed era meno di un secondo più lenta sui 400 metri della mitica Z1. Oggi è difficile trovare una Z650 usata: ma il preparatore svedese Fredrik Pål Persson che è un fan di questo modello ce l'ha fatta... Fredrik ha abbandonato una promettente carriera come chef per creare PAAL Motorcycles nella città di Malmö e, con tre ragazzi che lo aiutano, ha finora "cucinato" 19 special molto interessanti. "Abbiamo realizzato questo progetto per un cliente che ha richiesto forme complesse e linee rette”, dice Fredrik, “quindi abbiamo dovuto pensare molto quando l'abbiamo progettato, ma è anche per questo che la moto è riuscita così bene". L’esemplare di partenza non prometteva molto bene: la Z650 raccoglieva polvere e ruggine in un granaio da 20 anni e aveva un disperato bisogno di restauro. "C'erano topi che vivevano nel portabatterie!", ricorda Fredrik. Tolti roditori e ragnatele, la Kawasaki inevitabilmente è stata smontata in officina. Il motore è stato ricostruito, con l’inserimento di pistoni ad alta compressione e valvole e molle nuove. L'intero 4 cilindri è stato poi sabbiato e verniciato prima di essere rimontato con nuovi cuscinetti e guarnizioni. Ora gira molto meglio ed eroga qualche cavallo in più rispetto ai 60 e rotti dichiarati in origine. Smontati e ricostruiti anche i quattro carburatori, mentre il sistema di scarico tozzo è stato realizzato artigianalmente e basta guardarlo per capire che è poco omologato... Il telaio invece è stato ripulito e verniciato a polvere, e sfoggia una parte posteriore completamente nuova. Il vero capolavoro è però il serbatoio fatto a mano con inserti che riprendono le pieghe della sella (artigianale anch'essa) in pelle. Tantissime le modifiche fatta: ogni componente standard è stata ricostruita come nuova, dalla forcella all’impianto frenante, dai cerchi, ora con raggi in acciaio, all’intero impianto elettrico (Motogadget), inclusi i tachimetri e gli indicatori di direzione. Il risultato ha di certo soddisfatto il committente.
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