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KTM spiega perché il suo piano di ristrutturazione è il migliore possibile

La proposta presentata da Whitebox Advisors LLC non può essere accettata semplicemente perché inattuabile secondo la normativa austriaca. Sul tavolo  rimane la proposta di KTM che, a conti fatti, è la più vantaggiosa.

La proposta di KTM

La recente presa di posizione  di un fondo speculativo americano riguardo al piano di ristrutturazione di KTM aveva destato non poche preoccupazioni. Come riportato da Bloomberg, la Whitebox Advisors LLC aveva infatti denunciato presunte tattiche dilatorie da parte dell’azienda austriaca in risposta ad una proposta di ristrutturazione che, secondo il fondo, avrebbe garantito un recupero minimo del 45% per i creditori, ben al di sopra cioè del 30% previsto dal piano attuale.A conti fatti però, sembra che le cose non siano andate esattamente così: al contrario, quella avanzata da KTM parrebbe una proposta capace di garantire un risultato nettamente migliore per i creditori rispetto a quello che si otterrebbe in caso di apertura della procedura fallimentare. Ma andiamo con ordine. 

Lo vieta la normativa austriaca

Come evidenziato in un recente comunicato diffuso dalla casa austriaca, che respinge ogni accusa,  non vi sarebbe stata in realtà alcuna “tattica dilatoria”: più semplicemente, spiegano da Mattighofen, l’offerta alternativa presentata dal fondo speculativo Whitebox Advisors LLC (quella che chiedeva il 45%) non è stata accettata perché inattuabile, in quanto non prevista alla normativa austriaca vigente. Alla luce di ciò appare dunque più generosa - ed utile -  l’offerta perfezionata da KTM a seguito dell’assemblea dei creditori del 10 febbraio scorso, con la proposta ai creditori di una quota del 30% in contanti da depositare direttamente presso l’amministratore della ristrutturazione entro il 15 aprile. Secondo il piano di KTM, la raccolta dei fondi necessari – i famosi 900 milioni forniti dagli attuali proprietari, nuovi investitori e banche – dovrebbe  garantire la ripresa della produzione entro la fine del mese e scongiurare esiti ben più gravi. Il comunicato sottolinea infatti che, in caso di rigetto del piano e conseguente apertura della procedura fallimentare, il recupero per i creditori derivante dallo smantellamento del gruppo KTM potrebbe ridursi a circa il 15%. Come dire, molto meglio il 30% in contanti. Se il piano di KTM dovesse essere respinto, l’azienda rischierebbe infatti non solo di dover liquidare alcuni asset per far fronte ai debiti, ma addirittura di dover ricominciare da zero un iter di insolvenza, con conseguenze disastrose per l’intero gruppo.

Il voto decisivo sul piano di ristrutturazione è previsto per il 25 febbraio 2025 davanti al Tribunale Regionale di Ried im Innkreis.

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