KTM, la crisi nei numeri: 265.000 moto invendute nei magazzini
KTM cammina sul ghiaccio: il futuro dell’azienda, che nemmeno riesce a pagare gli stipendi di dicembre, dipende dall’ingresso di nuovi investitori. Vedremo a gennaio. Nel frattempo, col rischio di fallimento per molte aziende collegate, si fanno pressioni affinché Pierer faccia un passo indietro
Quale futuro per KTM?
Proseguono i lavori per risanare KTM: il tribunale fallimentare (l’azienda è da un mese in auto-amministrazione) ha deciso di permettere il proseguimento del piano di ristrutturazione di KTM e, entro metà gennaio, dovrebbero arrivare offerte concrete da parte degli investitori. Tuttavia, prosegue anche la crisi: il numero di licenziamenti previsti è sceso a 300, ma sono nel frattempo emerse gravi difficoltà, tra cui l’impossibilità di pagare gli stipendi di dicembre ed i probabili fallimenti di aziende collegate. Ma andiamo con ordine e cerchiamo d fare il punto.
Moto invendute e debiti record
La situazione di KTM, come riporta il magazine austriaco Derstandard, è critica: oltre 265.000 moto giacciono invendute nei magazzini. Un numero che, per farsi un’idea, equivale alla produzione totale di un anno. Ciò ha evidentemente portato ad una crisi di liquidità, che tra gennaio 2023 e ottobre 2024 è aumentata di circa 440 milioni di euro. Ad oggi, i debiti complessivi dell’azienda ammontano a 1,8 miliardi di euro, di cui 1,2 verso le banche, spesso con crediti concessi senza garanzie.
Errori gestionali e investimenti rischiosi
Il rapporto dell’amministratore fallimentare ha evidenziato inoltre gravi errori di gestione. Nonostante il calo della domanda, la produzione di moto non è stata ridotta, portando a un enorme accumulo di scorte. Inoltre, KTM ha continuato a investire pesantemente, utilizzando capitale preso in prestito. Qualche esempio? 370 milioni di euro per finanziare la Pierer New Mobility GmbH (bici elettriche), 220 milioni per acquisire la maggioranza di MV Agusta (ora lasciata a se stessa) e circa 575 milioni per investimenti nel patrimonio aziendale.
Pressioni su Pierer e futuro incerto
Alla luce di tutto questo, crescono le pressioni affinché Stefan Pierer, accusato di cattiva gestione, lasci il timone ad altre mani. Nel frattempo, KTM è in trattative con investitori strategici e finanziari per ottenere liquidità: tra questi, ve ne parlavamo qui, spicca il nome di Bajaj, il secondo produttore in India, pronto a investire fino a 700 milioni di euro.
Stipendi a rischio e fallimenti a catena
I fondi non bastano nemmeno per coprire gli stipendi di dicembre. KTM sta cercando di ottenere risorse vendendo una proprietà per circa 35 milioni di euro, ma i problemi non si fermano qui. Sono già previsti diversi fallimenti di aziende collegate, cosa che, è evidente, non potrà che aggravare ulteriormente il quadro complessivo.
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