KTM: buco da oltre 2 miliardi di euro, Pierer si dimette
Dall’assemblea dei creditori sono emerse richieste per oltre 2 miliardi di euro. Risanare l’azienda sembra ancor più difficile di quando si pensasse. Intanto, accusato di cattiva gestione, Stefan Pierer ha rassegnato le sue dimissioni
La ristrutturazione di KTM si sta rivelando ancor più complessa del previsto. Durante l'assemblea dei crediti dello scorso venerdì sono state presentate richieste per un totale di circa 2,18 miliardi di euro. Secondo le associazioni di tutela dei creditori AKV, Creditreform e KSV 1870, il debito complessivo potrebbe però continuare a crescere, dato che vengono costantemente presentate nuove richieste al tribunale. I soli dipendenti di KTM hanno per esempio avanzato ulteriori crediti per 12,71 milioni di euro.
Produzione ferma e tagli al personale
Attualmente la produzione nello stabilimento di Mattighofen è sospesa e non riprenderà prima del 17 marzo. I dipendenti sono in cassa integrazione, con la maggior parte in aspettativa retribuita. Tuttavia, quando l'attività ripartirà, ci saranno molti meno lavoratori in forza. Se al momento dell’apertura dell'insolvenza, il 29 novembre scorso, KTM contava 2.477 dipendenti, ora il numero è sceso a 1.991. Calo dovuto alle due ondate di licenziamenti nonché alle dimissioni volontarie di alcuni lavoratori.
Il ruolo degli investitori
Per questi motivi, il futuro di KTM dipende dall'ingresso di uno o più investitori poiché, senza un accordo, non sarà possibile rimborsare almeno il 30% del dovuto ai creditori, come prevede la normativa austriaca. La Citibank, incaricata dalla stessa Pierer Mobility di trovare investitori, ha già individuato 23 potenziali interessati. Inoltre, un asset manager americano con sede a Londra ha avanzato un’offerta preliminare e sono stati avviati colloqui. Se il piano di ristrutturazione dovesse fallire, questo investitore potrebbe considerare l'acquisto diretto delle quote societarie.
Un disperato bisogno di capitale
Anche se si riuscisse a finanziare la quota del 30%, KTM avrebbe comunque un urgente bisogno di liquidità per proseguire le operazioni. Entro il 25 febbraio 2025, quando si deciderà il futuro dell’azienda durante l’assemblea sul piano di ristrutturazione, serviranno ulteriori fondi, probabilmente nell’ordine di decine di milioni di euro. Più nel dettaglio, sembra che il management stia lavorando a tre possibili soluzioni per coprire il fabbisogno finanziario: un accordo con le banche delle filiali di distribuzione, o l’intervento di un investitore esterno, quali ad esempio gli indiani di Bajaj.
Le dimissioni di Stefan Pierer
In tutto questo, ritenuto in parte responsabile della crisi ed accusato di cattiva gestione, Stefan Pierer, alla guida della Casa austriaca dal 1992, ha rassegnato le sue dimissioni. Cederà il ruolo di Ceo di Pierer Mobility AG e KTM AG a Gottfried Neumeister, pur continuando a supportarlo in qualità di Co-CEO durante il processo di ristrutturazione, rimanendo quindi nel CdA.