Indian Appaloosa: pronta per il Baikal Mile Ice Speed Festival 2020
Vista alla Sultans of Sprint 2019, l’Appaloosa di Indian si “evolve” con la versione 2.0. Il debutto avverrà qal Baikal Mile Ice Speed Festival: le temperature siberiane hanno imposto qualche fondamentale modifica, dalle gomme chiodate alle coperte termiche per il NOS…
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Fuoriserie
Appaloosa
L’incredibile “bobber” Indian Appaloosa v2.0 (cioè di seconda generazione) è pronta al suo debutto al Baikal Mile Ice Speed Festival 2020, in programma nella gelida Siberia dal 25 febbraio al 1 marzo.
L’incredibile “bobber” Indian Appaloosa v2.0 (cioè di seconda generazione) è pronta al suo debutto al Baikal Mile Ice Speed Festival 2020, in programma nella gelida Siberia dal 25 febbraio al 1 marzo.
Equipaggiata con il potentissimo V-Twin raffreddato a liquido da 1133 cm3 e 150 CV completo di kit prestazioni Nitrous Express, l’Appaloosa - va ricordato - fu originariamente costruita per competere nel campionato di accelerazione Sultans of Sprint 2019. A portarla sull’asfalto fu allora l'ex pilota Randy Mamola ed oggi, giunta alla sua seconda generazione, si appresta ad affrontare le gelide rive orientali del Lago Baikal affidata all'esperto Sébastien Lorentz. L’obbiettivo è quello di battere il record di velocità sul rettilineo da 1/8 miglio conquistato lo scorso anno da una Suzuki Hayabusa che, sul tachimetro, aveva segnato i 250 km/h. Vi sembrano pochi? Non avete considerato il fattore ghiaccio, portatore per progettisti e piloti di non pochi problemi… L’Appaloosa 2.0 calza gomme Dunlop SportSmart Mk3 chiodate, che ne riducono la velocità di quasi il 30%. A ogni gomma sono stati praticati 250 fori ed installati altrettanti “tacchetti” in acciaio, per un peso complessivo di circa 2,5 kg che “gravano” sulla cintura esterna dello pneumatico. A 250 km/h, ciò potrebbe rivelarsi un bel problema…Il fattore temperatura ha imposto qualche modifica anche a livello strutturale. Oltre alle gomme chiodate, spicca infatti anche la grande carenatura, sebbene in gran parte invariata rispetto a quella vista sulla prima Appaloosa, la bocca è stata chiusa con un coperchio in carbonio per diminuire il flusso di aria gelida verso il motore ed il pilota. Una modifica che ne ha leggermente aumentato le misure in lunghezza, che ora raggiunge i 310 cm. Nuovo di zecca anche il sistema nitro, con l’unità NOS originale sostituita con un nuovo sistema Nitrous Express in grado di gestire l’afflusso di carburante grazie ad un computer. Anche in questo caso però le temperature rappresentano un bel grattacapo: il nitro è pensato per funzionare tra 10 e 25 gradi e, per essere utilizzato sulla sponda del lago Baikal, sarà protetto da apposite coperte riscaldate. Un ultimo appunto riguarda infine il comparto sospensioni, anch’esso rivisto ed interamente firmato Öhlins, ammortizzatore di sterzo compreso. Le premesse per segnare i giusti numeri su tachimetro e cronografo ci sono tutte: vedremo come se la caverà tra ghiaccio e neve!
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