Il nuovo V2 Ducati è il più leggero mai prodotto
Due varianti di potenza, 115 o 120 CV, distribuzione a molle e fasatura variabile. Il nuovo bicilindrico Ducati è pensato per la strada, ma su che moto lo vedremo?
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Con EICMA 2024 alle porte, Ducati ha deciso di soddisfare la nostra fame di novità anticipandoci l'arrivo di un nuovo motore bicilindrico a V.
Questa nuova unità è anche la più leggera mai prodotta dalla casa di Borgo Panigale (54,4 kg). Ma su che moto verrà montata? Scopriamo insieme i suoi segreti e vediamo se riusciamo a intuire qualcosa sui futuri modelli in rosso...
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I numeri in breve
Come anticipato, questo nuovo V2 è il più leggero in assoluto nella storia di Ducati: -9,4 kg rispetto al Superquadro 955, -5,9 kg confrontato al Testastretta Evoluzione e -5,8 kg al Desmodue di Scrambler. Non si tratta però di un blocco "piccolo", infatti la cilindrata è di 890 cm3. Un valore da media, così come potenza e coppia: sarà proposto in due varianti, 120 CV oppure 115 CV a 10.750 giri, con la coppia che può raggiungere i 93,3 Nm oppure i 92,1 Nm a 8.250 giri/min. Confermato lo schema a V di 90°, come da tradizione, mentre alesaggio e corsa sono rispettivamente di 96 x 61,5 mm, scelta intermedia rispetto ai motori Testastretta e Superquadro. L'omologazione è Euro5+.
Distribuzione a molle e fasatura variabile
Dopo il Granturismo V4 montato sull'ultima Multistrada, Ducati abbandona nuovamente la distribuzione desmodromica in nome dell'affidabilità e di intervalli di manutenzione più lunghi (siamo a 30.000 km per il controllo del gioco valvole su questo propulsore). A gestire la chiusura delle valvole c'è quindi il classico richiamo a molla, più adatto ad un utilizzo stradale rispetto al raffinato schema Desmo che ha caratterizzato tutte le Ducati degli ultimi 30 anni.
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Il blocco motore è particolarmente compatto e razionale
Questa però non è l'unica novità: infatti, il motore è dotato di fasatura variabile IVT (Intake Variable Timing) sulle valvole di aspirazione. Grazie a un variatore di fase applicato all’estremità dell’albero a camme è stato possibile definire l’incrocio migliore in funzione del regime di rotazione del motore e dell’apertura farfalla. Risultato: una curva d’erogazione più regolare, una spinta più piena ai bassi e medi regimi e un allungo brillante. Più del 70% della coppia massima è già disponibile a 3.000 giri/min, e tra i 3.500 e gli 11.000 giri il valore della coppia non scende mai sotto l’80%.
Multistrada o Streetfighter?
Aggiungiamo anche che la versione da 115 CV, oltre ad essere dotata di un alternatore più potente per gestire carichi elettrici più pesanti e di un volano rinforzato per rendere la risposta più dolce, ha una rapportatura più corta di prima e seconda marcia. Queste caratteristiche ci fanno pensare ad un utilizzo più turistico, e quindi alla Multistrada V2 che oggi, con il suo Testastretta 11° da 937 cm3, arriva da una potenza di 113 CV. E infatti è già stato avvistato un prototipo che potrebbe debttare a EICMA (qui tutti i dettagli).
Un ragionamento analogo possiamo farlo per una possibile futura naked: rimaniamo generici perché il Superquadro da 955 cm3 della Streetfighter V2 attuale eroga 153 CV a 10.750 giri/min. Valore ben superiore ai 120 CV della versione più performante di questo nuovo bicilindrico: potrebbe arrivare allora una nuova nuda Ducati? Lo sapremo presto a EICMA. Seguiteci!