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Il ministero ci ripensa: stop al decreto salva Autovelox

Dietrofront del Ministero: il decreto avrebbe portato allo spegnimento di quasi tutti gli autovelox in Italia e all’annullamento di gran parte delle multe

Dietro front

Il decreto che avrebbe dovuto “mettere ordine” alle regole degli autovelox (nonchè cancellare migliaia di ricorsi) è già fermo. Lo stop è stato deciso dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti su indicazione del vicepremier Matteo Salvini, perché – si legge in una nota ufficiale – “sono necessari ulteriori approfondimenti”. Il decreto avrebbe portato allo spegnimento di quasi tutti gli apparecchi, nonché (cosa che ovviamente si voleva evitare), all’annullamento delle multe. Ma andiamo con ordine. 

Un pasticcio dopo l’altro

Come vi raccontavamo qui, il decreto prevedeva l’approvazione “d’ufficio” per tutti i dispositivi di rilevamento della velocità approvati dal 13 agosto 2017 in poi. Una maxi sanatoria che, di fatto, tirava da una parte una bella riga sul pasticcio degli autovelox “approvati”,  cioè costruiti secondo le prescrizioni previste, ma mai “omologati”, cioè mai collaudati e tarati” e, dall’altra, mirava a dare regole precise circa il funzionamento e l’utilizzo dei dispositivi. Il tutto, è chiaro, con buona pace delle migliaia di ricorsi piovuti sui comuni da automobilisti e motociclisti multati da apparecchi potenzialmente non in regola. 

Il testo precisava anche che tutti gli altri dispostivi avrebbero dovuto “seguire una procedura tassativa che prevede la disattivazione”, in attesa di fare esami tecnici e di taratura necessari all’omologazione. Peccato solo che “i dispositivi approvati dal 13 agosto 2017” (quelli cioè che avrebbero beneficiato del decreto perchè già conformi alle nuove norme di taratura), si siano rivelati essere in realtà solo una minima parte del totale di quelli installati in Italia. Circa 12 modelli su 100: “Le disposizioni transitorie del decreto - ha precisato infatti il comandante della polizia locale di Verona Luigi Altamura - avrebbero spento automaticamente il 90 per cento degli apparati di controllo della velocità”. Una condizione che, oltre allo spegnimento della quasi totalità degli apparecchi, avrebbe anche portato al diretto annullamento della quasi totalità delle multe emesse dagli stessi. 

Nulla di nuovo

Non è chiaro a questo punto in quale misura verrà modificato il decreto, sempre ammesso che non venga direttamente cestinato e, con lui, l’intenzione fare chiarezza sulle regole di utilizzo e di funzionamento di questi dispositivi, dato che nel testo era anche presente un lungo allegato tecnico contenente caratteristiche, requisiti e procedure di omologazione, taratura e verifica dei dispositivi. Fatto sta che, fino a nuovo avviso, automobilisti e motociclisti continueranno ad essere multati da apparecchi potenzialmente non conformi e che, in caso di ricorso, ogni multa dovrà essere valutata singolarmente da giudici e prefetti.  "Dopo anni di attesa e di sentenze controverse che hanno di fatto bocciato gli autovelox approvati ma non omologati - ha commentato il Codacons - si assiste ad un nuovo rinvio nella risoluzione di una questione che ha portato ad una raffica di ricorsi da parte degli automobilisti e generato grande confusione sulla certezza delle multe stradali.

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