Il bombardiere nero di Relic Motorcycles
Certe abitudini si prendono fin da piccoli, questi tre ragazzi danesi hanno iniziato presto a modificare i loro motorini e non potevano che finire a costruire moto. O bombardieri a due ruote, come in questo caso
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Fuoriserie
Dalla Polizia all'Aviazione
Leggi Relic Motorcycles e pensi subito al motivo per cui tre ragazzi danesi si siano inventati un nome così per la loro officina: relic, reliquia, cimelio. Niente a che fare con santi, piuttosto come dice Jonas Sabel, uno dei tre fondatori: "Una reliquia è qualcosa che rimane o che non è stato divorato dal passato. Ecco cosa facciamo, cerchiamo di iniettare di nuovo la vita in vecchie moto trovate nei posti più sperduti, in fondo a capanni, dietro pile di scatoloni".
Il trio nordico è partito da lontano, dai propri motorini in tenera età, arrivando a cavalcature degli anni Settanta e Ottanta, sempre con un preciso filo conduttore: personalizzare i propri mezzi, conferendogli un tocco di design scandinavo o, come dicono loro, la "firma danese". I tre, come spesso accade, vengono da settori molto lontani dal mondo delle moto, ma comunque usano la creatività per mestiere: sono un architetto, un graphic designer e un impiegato nel business delle app.
Una delle bestie meglio riuscite da Sabel e soci è questa BMW R100RS del 1981, una moto ex Polizia Danese che, pare, avesse bisogno di tante cure visto lo stato in cui era ridotta. Dopo il trattamento Relic, la bavarese ha perso gli ingombranti volumi di serie, per trasformarsi in un minaccioso siluro nero. Anche il nome è evocativo: Black Baron, in onore alla nazionalità del famoso asso della prima guerra mondiale.
I lavori di smantellamento delle sovrastrutture sono stati corposi: la parte posteriore è stata completamente eliminata, mentre la zona centrale del telaio è stata allungata per poter montare la sella monoposto Biltwell per Harley-Davidson, sotto a cui fanno bella mostra due file di luci a LED che fungono da stop.
Gli ammortizzatori posteriori sono stati rimpiazzati da un paio di Hagon da 420 millimetri, all’anteriore nulla di significativo a parte gli steli della forcella vistosamente sfilati.
Poco è stato fatto al motore, sono arrivati gli immancabili filtri aperti K&N ed è sparita la scatola del filtro, al suo posto una piccola ma potente batteria a litio JMT.
L’estetica nera fa il resto e per ottenerla i ragazzi di Relic Motorcycles hanno verniciato a polvere i cerchi originali, sabbiato e successivamente ripitturato il blocco motore e montato due scarichi tagliati opachi. Bello l’effetto hi-tec del serbatoio, ricoperto di carbonio, che si sposa bene con la piastra con strumento Motogadget integrato.
Per le coperture è stato scelto un set di Continental TKC 80 Twinduro, che rendono ancora più aggressiva la figura di questo boxer.
I tre danesi hanno veramente incattivito questa BMW che però non è solo estetica e si guida anche parecchio bene: "Va via bella liscia ma è bassa e rumorosa come piace a noi", affermano orgogliosi. Bella ricetta, vien proprio voglia di saltarci sopra.
Leggi Relic Motorcycles e pensi subito al motivo per cui tre ragazzi danesi si siano inventati un nome così per la loro officina: relic, reliquia, cimelio. Niente a che fare con santi, piuttosto come dice Jonas Sabel, uno dei tre fondatori: "Una reliquia è qualcosa che rimane o che non è stato divorato dal passato. Ecco cosa facciamo, cerchiamo di iniettare di nuovo la vita in vecchie moto trovate nei posti più sperduti, in fondo a capanni, dietro pile di scatoloni".
Il trio nordico è partito da lontano, dai propri motorini in tenera età, arrivando a cavalcature degli anni Settanta e Ottanta, sempre con un preciso filo conduttore: personalizzare i propri mezzi, conferendogli un tocco di design scandinavo o, come dicono loro, la "firma danese". I tre, come spesso accade, vengono da settori molto lontani dal mondo delle moto, ma comunque usano la creatività per mestiere: sono un architetto, un graphic designer e un impiegato nel business delle app.
Una delle bestie meglio riuscite da Sabel e soci è questa BMW R100RS del 1981, una moto ex Polizia Danese che, pare, avesse bisogno di tante cure visto lo stato in cui era ridotta. Dopo il trattamento Relic, la bavarese ha perso gli ingombranti volumi di serie, per trasformarsi in un minaccioso siluro nero. Anche il nome è evocativo: Black Baron, in onore alla nazionalità del famoso asso della prima guerra mondiale.
I lavori di smantellamento delle sovrastrutture sono stati corposi: la parte posteriore è stata completamente eliminata, mentre la zona centrale del telaio è stata allungata per poter montare la sella monoposto Biltwell per Harley-Davidson, sotto a cui fanno bella mostra due file di luci a LED che fungono da stop.
Gli ammortizzatori posteriori sono stati rimpiazzati da un paio di Hagon da 420 millimetri, all’anteriore nulla di significativo a parte gli steli della forcella vistosamente sfilati.
Poco è stato fatto al motore, sono arrivati gli immancabili filtri aperti K&N ed è sparita la scatola del filtro, al suo posto una piccola ma potente batteria a litio JMT.
L’estetica nera fa il resto e per ottenerla i ragazzi di Relic Motorcycles hanno verniciato a polvere i cerchi originali, sabbiato e successivamente ripitturato il blocco motore e montato due scarichi tagliati opachi. Bello l’effetto hi-tec del serbatoio, ricoperto di carbonio, che si sposa bene con la piastra con strumento Motogadget integrato.
Per le coperture è stato scelto un set di Continental TKC 80 Twinduro, che rendono ancora più aggressiva la figura di questo boxer.
I tre danesi hanno veramente incattivito questa BMW che però non è solo estetica e si guida anche parecchio bene: "Va via bella liscia ma è bassa e rumorosa come piace a noi", affermano orgogliosi. Bella ricetta, vien proprio voglia di saltarci sopra.
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