I concessionari Harley-Davidson contro i dazi dell’Unione Europea
Nel 2018 la UE in disaccordo con l’allora presidente USA Donald Trump aveva aumentato diverse tasse protezionistiche tra le quali quella sulle motociclette superiori a 500 cm³, aggiungendo un ulteriore 25% al 6% applicato in precedenza: totale 31%, che a dicembre potrebbe arrivare addirittura al 56%
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Politica e trasporti
I concessionari europei Harley-Davidson sono furibondi per l’aumento vertiginoso dei tassi doganali che rischiano di arrivare a un incredibile 56% a seguito dei conflitti tra l’Unione Europea e il presidente degli Stati Uniti. Già nel 2018 la UE in disaccordo con l’allora presidente USA Donald Trump aveva aumentato diverse tasse protezionistiche tra le quali quella sulle motociclette superiori a 500 cm³, aggiungendo un ulteriore 25% al 6% applicato in precedenza: totale 31%. Milwaukee non volle imporre l’aumento dei prezzi ai clienti europei e “assorbì” i maggiori costi.
Poi alla fine del 2019 si cominciò a produrre in Thailandia invece che negli Stati Uniti quasi tutte le
Produrre in Thailandia non serve più
Harley per il nostro continente e questo permise di eliminare il dazio punitivo fino all’aprile 2021. Il beneficio della cosiddetta Binding Origin Information però è stato tolto e siamo tornati alle condizioni di prima: dazio al 31% assorbito dalla Harley-Davidson.
Il guaio è che a partire da giugno 2021 l’Europa ha deciso l’aumento di un altro 25% dei dazi doganali, poi rinviato a maggio e quindi al prossimo dicembre. Il rischio appare evidente.
“Se la politica non trova un accordo, per noi vorrà dire alla fine dell’anno avere un dazio doganale del 56% per ogni motocicletta, una grande ingiustizia e una distorsione della concorrenza non corretta”, ha sintetizzato Matthias Meier, presidente dell’Associazione europea dei concessionari Harley-Davidson.
Meno dazi per gli europei
I produttori di motociclette europei esportano negli USA con dazi di importazione che vanno dall’1,2% per mezzi fino a 800 cm³ fino al 2,4 percento per moto oltre gli 800 cm³ e al 2,5% per le auto. Harley-Davidson ha dovuto far fronte ad oltre 100 milioni di dollari per i dazi doganali UE 2021 senza aumentare i prezzi per i clienti. E a tutto questo si aggiungono le difficoltà di consegna dovute al coronavirus e alla crisi dei semiconduttori e dei container. Una situazione che mette a rischio circa 300 concessionari Harley Davidson nell’Unione Europea, e i loro circa 5000 dipendenti, ma anche il prezzo a cui in futuro sarà possibile acquistare le moto americane.
Una coalizione composta da 88 associazioni europee e americane ha richiesto a Ursula von der Leyen e a Joe Biden di trovare una soluzione per i dazi punitivi, e le associazioni dei concessionari tedeschi ed europei hanno inviato all’Europarlamento una petizione; è possibile sottoscriverla inserendo ”Harley-Davidson” nella maschera di ricerca www.change.org .
Poi alla fine del 2019 si cominciò a produrre in Thailandia invece che negli Stati Uniti quasi tutte le
Produrre in Thailandia non serve più
Harley per il nostro continente e questo permise di eliminare il dazio punitivo fino all’aprile 2021. Il beneficio della cosiddetta Binding Origin Information però è stato tolto e siamo tornati alle condizioni di prima: dazio al 31% assorbito dalla Harley-Davidson.
Il guaio è che a partire da giugno 2021 l’Europa ha deciso l’aumento di un altro 25% dei dazi doganali, poi rinviato a maggio e quindi al prossimo dicembre. Il rischio appare evidente.
“Se la politica non trova un accordo, per noi vorrà dire alla fine dell’anno avere un dazio doganale del 56% per ogni motocicletta, una grande ingiustizia e una distorsione della concorrenza non corretta”, ha sintetizzato Matthias Meier, presidente dell’Associazione europea dei concessionari Harley-Davidson.
Meno dazi per gli europei
I produttori di motociclette europei esportano negli USA con dazi di importazione che vanno dall’1,2% per mezzi fino a 800 cm³ fino al 2,4 percento per moto oltre gli 800 cm³ e al 2,5% per le auto. Harley-Davidson ha dovuto far fronte ad oltre 100 milioni di dollari per i dazi doganali UE 2021 senza aumentare i prezzi per i clienti. E a tutto questo si aggiungono le difficoltà di consegna dovute al coronavirus e alla crisi dei semiconduttori e dei container. Una situazione che mette a rischio circa 300 concessionari Harley Davidson nell’Unione Europea, e i loro circa 5000 dipendenti, ma anche il prezzo a cui in futuro sarà possibile acquistare le moto americane.
Una coalizione composta da 88 associazioni europee e americane ha richiesto a Ursula von der Leyen e a Joe Biden di trovare una soluzione per i dazi punitivi, e le associazioni dei concessionari tedeschi ed europei hanno inviato all’Europarlamento una petizione; è possibile sottoscriverla inserendo ”Harley-Davidson” nella maschera di ricerca www.change.org .
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