Honda Italia – Le accuse a Di Lorenzo
Honda news – Honda ha reso note le motivazioni per cui ha deciso di denunciare Silvio di Lorenzo, suo storico vice presidente. Tra le accuse più gravi quella di aver favorito società esterne ai danni di Honda e di essersi aumentato autonomamente la retribuzione
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Industria e finanza
C'eravamo tanto amati...
Accuse pesanti quelle mosse da Honda Italia ai danni di Silvio di Lorenzo, uomo di punta per almeno un ventennio della filiale di Atessa. Un “dossier” di accuse lungo 70 pagine, corredato da foto, estratti di email, relazioni tecniche, visure, verbali, bilanci e contratti. E una stima di danni patrimoniali e non patrimoniali di 10 milioni di euro. Nel dossier si scopre che Di Lorenzo, a cui furono conferiti i poteri e le deleghe per operare autonomamente in nome e per conto dell’azienda avesse agito per anni da "infedele amministratore". L'accusa ricostruisce che l'ex vice presidente sarebbe entrato in affari con gli imprenditori Gabriele Scalzi, Pietro Rosica e Antonio Di Francesco, rilevando o costituendo le società Tecseo, Tecseo.it, Deca Spain e Rossocromo, con lo scopo di commissionare importanti forniture, a detta di Honda, del tutto inutili e per nulla redditizie. Secondo l’accusa Di Lorenzo partecipava alla gestione di queste società, promuovendole facendo leva sulla sua carica di vicepresidente Honda. Dalle accuse non si sottraggono neanche i familiari di Di Lorenzo, a partire dalla moglie e dai due figli, coinvolti nella gestione di queste società. Tra i dati che lasciano sgomenti trovialo l’intricatissima rete di società parallele che Di Lorenzo avrebbe architettato per “mungere” Honda Italia e, anche, l’esagerata libertà di azione di cui il manager ha goduto in questi anni. A tal proposito Honda ha potuto constatare come Di Lorenzo, che aveva potere anche di stabilire il salario dei nuovi assunti, nei suoi anni di gestione si sia aumentato da solo lo stipendio sottraendo a Honda importi pari a circa 310.000 euro. Per farlo, si inviava una proposta di aumento e la approvava in totale autonomia... Insomma, le accuse sono pesanti e secondo Honda i danni provocati hanno impedito alla società in questi anni di fare investimenti adeguati e creare nuovi posti di lavoro. La prossima puntata di questa sgradevole vicenda è fissata per il 23 febbraio 2015 presso il tribunale delle Imprese dell'Aquila dove Di Lorenzo sarà chiamato a rispondere delle accuse.
Accuse pesanti quelle mosse da Honda Italia ai danni di Silvio di Lorenzo, uomo di punta per almeno un ventennio della filiale di Atessa. Un “dossier” di accuse lungo 70 pagine, corredato da foto, estratti di email, relazioni tecniche, visure, verbali, bilanci e contratti. E una stima di danni patrimoniali e non patrimoniali di 10 milioni di euro. Nel dossier si scopre che Di Lorenzo, a cui furono conferiti i poteri e le deleghe per operare autonomamente in nome e per conto dell’azienda avesse agito per anni da "infedele amministratore". L'accusa ricostruisce che l'ex vice presidente sarebbe entrato in affari con gli imprenditori Gabriele Scalzi, Pietro Rosica e Antonio Di Francesco, rilevando o costituendo le società Tecseo, Tecseo.it, Deca Spain e Rossocromo, con lo scopo di commissionare importanti forniture, a detta di Honda, del tutto inutili e per nulla redditizie. Secondo l’accusa Di Lorenzo partecipava alla gestione di queste società, promuovendole facendo leva sulla sua carica di vicepresidente Honda. Dalle accuse non si sottraggono neanche i familiari di Di Lorenzo, a partire dalla moglie e dai due figli, coinvolti nella gestione di queste società. Tra i dati che lasciano sgomenti trovialo l’intricatissima rete di società parallele che Di Lorenzo avrebbe architettato per “mungere” Honda Italia e, anche, l’esagerata libertà di azione di cui il manager ha goduto in questi anni. A tal proposito Honda ha potuto constatare come Di Lorenzo, che aveva potere anche di stabilire il salario dei nuovi assunti, nei suoi anni di gestione si sia aumentato da solo lo stipendio sottraendo a Honda importi pari a circa 310.000 euro. Per farlo, si inviava una proposta di aumento e la approvava in totale autonomia... Insomma, le accuse sono pesanti e secondo Honda i danni provocati hanno impedito alla società in questi anni di fare investimenti adeguati e creare nuovi posti di lavoro. La prossima puntata di questa sgradevole vicenda è fissata per il 23 febbraio 2015 presso il tribunale delle Imprese dell'Aquila dove Di Lorenzo sarà chiamato a rispondere delle accuse.
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