Honda CBX 1000 Herencia Custom Garage - Inferno a sei cilindri
Base abbastanza insolita quella utilizzata da Herencia Custom Garage: l' officina argentina ha deciso di mettere mano su una Honda CBX con monumentale motore sei cilindri in linea, il risultato è una reinterpretazione del concetto di street fighter
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Fuoriserie
Toccare un mito
Alcuni storceranno il naso. Di sicuro. Una supermoto giapponese degli anni Settanta con sei cilindri non può e deve essere modificata. Al massimo va restaurata, per poter godere appieno di quella "follia" meccanica che doveva rivoluzionare il mondo delle motociclette assieme alle sue compagne di merenda KZ1300 o Benelli Sei, e invece s’è persa per strada.
Proprio per il suo passato una Honda CBX a sei cilindri deve essere mantenuta nel suo stato originale. O forse no. Forse sarebbe meglio comportarsi come gli argentini German Karp e Federico Lozada di Herencia Custom Garage con base a Buenos Aires e mostrare cosa può diventare correggendo quei difetti che hanno condizionato questa moto.
Quando venne messa sul mercato la CBX era sostanzialmente un razzo con un brutto carattere, o meglio un brutto telaio. Quindi tutto il lavoro di ammodernamento della jap è partito da lì, con una nuova forcella mutuata da una Yamaha FZ8, cerchio compreso e una pesante modifica della parte posteriore.
Sempre dalla stessa FZ8 proviene il forcellone che è stato accorciato per mantenere l’interasse stock.
Grazie a nuovi supporti e staffe lavorate al CNC, gli attacchi del grosso cuore a sei pistoni ora sono più robusti e contribuiscono a irrigidire il telaio, migliorandone così il comportamento.
Risolta la grana principale, nel garage di Baires sono passati agli aspetti secondari: il motore per primo non necessitava di chissà che boost di potenza. Per rendere la risposta del propulsore più cattiva è bastato aggiungere una batteria di carburatori CR di Keihin. Se i 105 cavalli di serie non erano sufficienti, eccovi accontentati.
E per farsi sentire meglio là sotto sono comparsi sei bazooka aperti e pronti a fare rumore e fiamme: scenografici e bellissimi.
Sui dettagli i due ragazzi argentini sono stati davvero bravi: l’impianto elettrico è stato completamente riposizionato, in maniera più semplice. Anche la batteria, prassi ormai abbastanza consolidata, è stata avvicendata con un’unità al litio molto più leggera e compatta.
Da fuori la nueva CBX si presenta molto più muscolosa e compatta nei volumi: questo grazie in primis alla coda originale che però è stata mozzata, poi per la maschera che incattivisce l’avantreno. Nella tabella ci sono 12 luci a LED con funzione di fanale anteriore, per il posteriore è stata scelta la soluzione classica del farone rettangolare.
Stuzzicante il dettaglio della piastra trasparente in lexan montata sopra la ruota posteriore per un meccanico e osè vedo-non vedo.
Colore perfetto, quello originale con un bel rosso acceso con dettagli nero e oro.
Alla fine che si può dire ai ragazzi di Herencia Custom Garage? Che hanno fatto indiscutibilmente centro, mostrandoci la parentela tra una moderna street fighter e una superbike anni Settanta. Chiamiamola evoluzione.
Alcuni storceranno il naso. Di sicuro. Una supermoto giapponese degli anni Settanta con sei cilindri non può e deve essere modificata. Al massimo va restaurata, per poter godere appieno di quella "follia" meccanica che doveva rivoluzionare il mondo delle motociclette assieme alle sue compagne di merenda KZ1300 o Benelli Sei, e invece s’è persa per strada.
Proprio per il suo passato una Honda CBX a sei cilindri deve essere mantenuta nel suo stato originale. O forse no. Forse sarebbe meglio comportarsi come gli argentini German Karp e Federico Lozada di Herencia Custom Garage con base a Buenos Aires e mostrare cosa può diventare correggendo quei difetti che hanno condizionato questa moto.
Quando venne messa sul mercato la CBX era sostanzialmente un razzo con un brutto carattere, o meglio un brutto telaio. Quindi tutto il lavoro di ammodernamento della jap è partito da lì, con una nuova forcella mutuata da una Yamaha FZ8, cerchio compreso e una pesante modifica della parte posteriore.
Sempre dalla stessa FZ8 proviene il forcellone che è stato accorciato per mantenere l’interasse stock.
Grazie a nuovi supporti e staffe lavorate al CNC, gli attacchi del grosso cuore a sei pistoni ora sono più robusti e contribuiscono a irrigidire il telaio, migliorandone così il comportamento.
Risolta la grana principale, nel garage di Baires sono passati agli aspetti secondari: il motore per primo non necessitava di chissà che boost di potenza. Per rendere la risposta del propulsore più cattiva è bastato aggiungere una batteria di carburatori CR di Keihin. Se i 105 cavalli di serie non erano sufficienti, eccovi accontentati.
E per farsi sentire meglio là sotto sono comparsi sei bazooka aperti e pronti a fare rumore e fiamme: scenografici e bellissimi.
Sui dettagli i due ragazzi argentini sono stati davvero bravi: l’impianto elettrico è stato completamente riposizionato, in maniera più semplice. Anche la batteria, prassi ormai abbastanza consolidata, è stata avvicendata con un’unità al litio molto più leggera e compatta.
Da fuori la nueva CBX si presenta molto più muscolosa e compatta nei volumi: questo grazie in primis alla coda originale che però è stata mozzata, poi per la maschera che incattivisce l’avantreno. Nella tabella ci sono 12 luci a LED con funzione di fanale anteriore, per il posteriore è stata scelta la soluzione classica del farone rettangolare.
Stuzzicante il dettaglio della piastra trasparente in lexan montata sopra la ruota posteriore per un meccanico e osè vedo-non vedo.
Colore perfetto, quello originale con un bel rosso acceso con dettagli nero e oro.
Alla fine che si può dire ai ragazzi di Herencia Custom Garage? Che hanno fatto indiscutibilmente centro, mostrandoci la parentela tra una moderna street fighter e una superbike anni Settanta. Chiamiamola evoluzione.
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