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Hero MotoCorp, il colosso indiano raggiunge il traguardo dei 100 milioni di veicoli prodotti

Il mercato delle due ruote in india va a gonfie vele. Nonostante le forti difficoltà dovute all’emergenza sanitaria, i colossi del sub continente continuano a crescere. Dopo Bajaj è il turno di Hero MotoCorp, cresciuta nell’ultimo trimestre 2020 del 20% sul 2019 e raggiungendo quota 100milioni di veicoli immatricolati
Hero MotoCorp
Pandemia o no, per il mercato delle due ruote - in India - il 2020 è stato un anno d’oro. Intendiamoci: le perdite ci sono state e, con un -23% sul totale, anche assai considerevoli, ma il valore delle principali aziende costruttrici è comunque cresciuto. Pochi giorni fa vi avevamo dato notizia di Bajaj che, grazie alle 3.479 rupie raggiunte per ogni azione, si guadagnava il titolo di azienda produttrice di due ruote più preziosa al mondo. Oggi è il turno di Hero MotoCorp che, a dicembre, ha segnato un +5%, in fatto di immatricolazioni moto con 447.335 nuovi veicoli ed un +52%, per il settore scooter. Tirando le somme, l’ultimo trimestre del 2020 è valso al colosso indiano una crescita che ha sfiorato il 20% sul 2019, per un totale di 1.541.000 unità vendute. Una crescita verticale, che nel 2013 raggiungeva il traguardo di 50 milioni, nel 2017 di 75 milioni e a, nel 2020, i 100.000.000
Nulla di cui stupirsi: nata nel 1983 con il nome di Hero Honda Motors Ltd grazie alla partnership siglata con Honda (che numericamente parlando è il primo costruttore al mondo), l’attuale Hero MotoCorp Ltd si è scissa nel 2011 cedendo il 26% del suo pacchetto azionario alla stessa Honda, con la quale mantiene tutt’ora alcuni accordi di licenza. Un asset vincente che, unitamente all’espansione del mercato asiatico - ed in particolar modo indiano - le ha consentito un’enorme crescita. Nel 2020 ha siglato un accordo con Harley-Davidson per la vendita e l'assistenza delle moto americane, comprendente lo sviluppo di una gamma a marchio H-D per il solo mercato indiano.
Attualmente Hero MotoCorp possiede otto stabilimenti, di cui sei in India, uno in Colombia e uno in Bangladesh e due centri di Ricerca e Sviluppo in India e in Germania. Non esiste in Italia, il cui mercato, assai diverso da quello indiano e in generale asiatico, ne è rimasto (per il momento) estraneo. 
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