Guy Martin collabora al restauro di un aereo da guerra Spitfire
Domenica scorsa sul canale britannico Channel4, il pilota inglese ha raccontato la storia del restauro di un glorioso Spitfire, abbattuto dai tedeschi durante il secondo conflitto mondiale. Martin, che nella vita fa il meccanico, ha contribuito attivamente al restauro e ha potuto godersi in "prima persona" il ritorno al volo dell'aereo
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Lo Spitfire torna a volare
Guy Martin è senza dubbio uno dei piloti di road racing più amati, un successo ottenuto per il talento (anche se di vittorie importanti in carriera ne ha viste ben poche), per il coraggio e anche per il suo personaggio, con quella faccia “un po' così” in grado di bucare lo schermo e suscitare simpatia. Domenica scorsa, Guy, la faccia ce l'ha messa per una buona causa: sul canale inglese Channel4 infatti è andato in onda “Guy Martin's Spitfire”, un documentario in cui il pilota ha raccontato le vicissitudini di uno Spitfire Mark , uno dei più celebri aerei da guerra inglesi utilizzato durante il secondo conflitto mondiale e, insieme all'Hurricane, protagonista della "Battaglia di Inghilterra", la campagna aerea in cui si scontarono Aerei della RAF e della Luftwaffe. L'esemplare protagonista della puntata era stato abbattuto nel 1940 e rimasto sotto la sabbia per circa 40 anni. Il velivolo poi è stato preso in consegna da un'azienda che si occupa di restauri con l'obiettivo di farlo volare di nuovo. Martin, che nella vita oltre a essere un pilota è anche un meccanico, ha contribuito attivamente al restauro sporcandosi le mani: "Il momento più bello è stato quando abbiamo rimontato il motore dello Spitfire, un Rolls Royce Merlin capace di circa 2.000 CV". Tanta conoscenza deriva dal fatto che Guy possiede un aereo con motore Merlin e ha intenzione di restaurarlo a breve. Martin si è anche impegnato per raccogliere i fondi necessari per il restauro (costato alla fine circa 3 milioni di euro), attraverso il suo shop online. Il documentario ha raccontato la storia degli aviatori inglesi e di tutti gli uomini che hanno sacrificato la loro vita per l'aviazione e la propria patria durante il secondo conflitto mondiale e terminerà con il ritorno tra i cieli del glorioso Spitfire, un evento a cui Guy ha potuto assistere da una posizione più che privilegiata: "È stato fantastico essere a bordo e poter vedere questo capolavoro meccanico riprendere nuovamente il volo dopo 74 anni. Non sono un emotivo, ma vederlo volare confesso che mi ha fatto molto felice".
Guy Martin è senza dubbio uno dei piloti di road racing più amati, un successo ottenuto per il talento (anche se di vittorie importanti in carriera ne ha viste ben poche), per il coraggio e anche per il suo personaggio, con quella faccia “un po' così” in grado di bucare lo schermo e suscitare simpatia. Domenica scorsa, Guy, la faccia ce l'ha messa per una buona causa: sul canale inglese Channel4 infatti è andato in onda “Guy Martin's Spitfire”, un documentario in cui il pilota ha raccontato le vicissitudini di uno Spitfire Mark , uno dei più celebri aerei da guerra inglesi utilizzato durante il secondo conflitto mondiale e, insieme all'Hurricane, protagonista della "Battaglia di Inghilterra", la campagna aerea in cui si scontarono Aerei della RAF e della Luftwaffe. L'esemplare protagonista della puntata era stato abbattuto nel 1940 e rimasto sotto la sabbia per circa 40 anni. Il velivolo poi è stato preso in consegna da un'azienda che si occupa di restauri con l'obiettivo di farlo volare di nuovo. Martin, che nella vita oltre a essere un pilota è anche un meccanico, ha contribuito attivamente al restauro sporcandosi le mani: "Il momento più bello è stato quando abbiamo rimontato il motore dello Spitfire, un Rolls Royce Merlin capace di circa 2.000 CV". Tanta conoscenza deriva dal fatto che Guy possiede un aereo con motore Merlin e ha intenzione di restaurarlo a breve. Martin si è anche impegnato per raccogliere i fondi necessari per il restauro (costato alla fine circa 3 milioni di euro), attraverso il suo shop online. Il documentario ha raccontato la storia degli aviatori inglesi e di tutti gli uomini che hanno sacrificato la loro vita per l'aviazione e la propria patria durante il secondo conflitto mondiale e terminerà con il ritorno tra i cieli del glorioso Spitfire, un evento a cui Guy ha potuto assistere da una posizione più che privilegiata: "È stato fantastico essere a bordo e poter vedere questo capolavoro meccanico riprendere nuovamente il volo dopo 74 anni. Non sono un emotivo, ma vederlo volare confesso che mi ha fatto molto felice".
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