Guida Michelin 2019, quando il ristorante vale il viaggio
I mototuristi sono tra i viaggiatori che più apprezzano le cose belle (e buone) della vita. Tra esse ci sono anche i ristoranti in cui fermarsi quando si viaggia, ai quali Michelin dedica da molti anni la sua famosa Guida. A Parma è stata presentata l'edizione 2019, arricchita di numerose nuove proposte: tra esse spiccano ben 29 new entry nel panorama "stellato" che fanno dell’Italia la seconda nazione al mondo per numero di stelle. Ecco tutte le novità
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Stelle Michelin
2. A Catania, Sapio di Alessandro Ingiulla
3. A Taormina, Saint George by Heinz Beck chef Giovanni Solofra
4. A Santa Cristina d'Aspromonte, Quafiz di Antonino 'Nino' Rossi
5. A Savelletri, Due Camini, chef Domingo Sghingaro
6. A Lecce, Bros, Floriano Pellegrino e Isabella Potì
7. Bacoli, Caracol, chef Angelo Carannante
8. Matera, Vitantonio Lombardo col locale che porta il suo nome
9. A Caggiano, Locanda Severino, Giuseppe Misuriello
10. A Vitorchiano, Casa Iozzia, chef Lorenzo Iozzia
11. A Viterbo, Danilo Ciavattini del locale omonimo
12. A Roma, il Moma con Andrea Pasqualucci
13. A Cerbaia, La Tenda Rossa con Maria Probst e Cristian Santandrea
14. A Lucignano, Al 43, chef Maurizio Bardotti
15. A Lucca, Il Giglio, Stefano Terigi, Benedetto Rullo, Lorenzo Stefanini
16. Rimini, Abocar Due Cucine, Mariano Guardianelli
17. Trieste, Harry's Piccolo, Alessandro Buffa
18. Madonna di Campiglio, Stube Hermitage, chef Giovanni D'Alitta
19. Bolzano, In viaggio chef Claudio Melis
20. A Collepietra (Bz), Astra, chef Gregor Eschgfaeller
21. San Bonifacio, Degusto Cuisine chef Matteo Grandi
22. Verona, 12 Apostoli, Mauro Buffo
23. A Cernobbio, Materia, Davide Caranchini
24. A Pudiano (Bs), Sedicesimo Secolo, Simone Breda
25. A Torino, Spazio 7, Alessandro Mecca
26. A Torino, Carignano, Marco Miglioli
27. a Cioccaro, Locanda del Sant'Uffizio by Enrico Bartolini, Gabriele Boffa
28. a Novara, Cannavacciuolo Bistrot, chef Vincenzo Manicone
29. a Torino, Cannavacciuolo Bistrot, chef Nicola Somma
Venerdì 16 novembre Michelin ha presentato a Parma la nuova edizione della sua famosa Guida. Un tempo si trattava di una semplice presentazione per "addetti ai lavori". Da quando invece la cucina è di moda e gli chef sono diventati autentici divi, la presentazione è diventata un evento con tanto di presentatrice, ospiti e intermezzi per gli sponsor, trasmessa in diretta video e ripresa in streaming da numerosi canali web e social. Anzi, in certi momenti della presentazione della Guida Michelin 2019 sembrava addirittura di essere negli studi di un reality televisivo, a giudicare dall'attesa per i nomi dei premiati e soprattutto i nomi dei penalizzati. Lo scorso anno Carlo Cracco si era visto togliere una stella dai giudici (rigorosamente anonimi) e dalla platea era partito un "oooohhhh" imbarazzato. A chi sarebbe toccato quest'anno?
A questo punto molti di voi si staranno chiedendo cosa c’entra tutto questo con le moto. Ebbene, la Guida Michelin c'entra con le moto, anche più che con le auto. Quando si viaggia in moto infatti la meta del viaggio è spesso meno importante della strada percorsa per raggiungerla e delle soste durante il percorso. E le soste per mangiare possono diventare una delle parti più importanti del viaggio, seguendo le indicazioni di una guida come la Michelin. Questo famoso volumetto rosso (oggi disponibile anche come "app" per iOs e Androd) non è infatti una guida gastronomica, bensì una guida per viaggiatori ai quali propone una valutazione globale dei locali che si incontrano sulla strada. Le famose "stelle Michelin" in altre parole non sono giudizi su piatti e chef, ma valutazioni a uso e consumo dei viaggiatori. E il prestigio del locale che le possiede è la conseguenza di un giudizio che è da sempre legato al viaggio: un ristorante con una stella nella Guida Michelin è infatti un locate che "vale la fermata", uno con due stelle merita una deviazione dal proprio percorso, mentre le famose "tre stelle" contraddistinguono i locali che valgono di per sé il viaggio.
Veniamo allora alla Guida Michelin 2019, dove troviamo 29 nuovi ristoranti che "guadagnano" la loro prima stella Michelin e portano a 318 il numero totale dei locali con una stella. Rimane a quota 39 il numero dei locali con due stelle (non ci sono "new entry") mentre sale invece a 10 il numero dei locali a tre stelle d'Italia: ai nove già fregiati si aggiunge per il 2019 Uliassi, il locale di Senigallia dello chef Mauro Uliassi. Da sottolineare che con dieci ristoranti "tre stelle" l'Italia è la seconda nazione più stellata al mondo (e ha l'8 per cento di tutte le "tre stelle" del mondo).
Per continuare con i "premiati" dalla Guida Michelin 2019, lo chef Enrico Bartolini è sicuramente lo chef più "stellato" d'Italia con ben 5 ristoranti premiati (1 a due stelle e 4 a una stella), l'ultimo dei quali è il suo nuovo locale La Locanda del Sant'Uffizio a Cioccaro. Tra chi ha festeggiato la presentazione della Guida c'è anche Antonino Cannavacciuolo: alle 2 stelle di cui si fregia la sua Villa Crespi si aggiungono le prime stelle conquistate dal Bistrot di Torino e da quello di Novara.
La cosa più importante per noi comuni mortali però non sono i famosi "ristoranti stellati" da 100 e più euro per un "menu degustazione": essi rappresentano solo il 20% dei locali segnalati dalla Guida Michelin. Accanto a loro ci sono tantissimi “Bib Gourmand”: i ristoranti in cui si mangia molto bene spendendo meno di 32 euro (35 nelle città capoluogo e nelle località turistiche importanti). Sulla guida sono indicati con la faccia sorridente dell’Omino Michelin che si lecca i baffi e, con i 21 entrati in lista quest’anno, raggiungono quota per l’Italia 257 ristoranti, di cui 33 in Emilia Romagna, 29 in Piemonte, 28 in Lombardia, 27 in Toscana e 24 in Veneto. Insomma, con i nuovi ingressi nell'elenco di Bib Gourmand la Guida Michelin si dimostra la guida più "democratica" (e attenta ai costi) d'Italia!
Ecco la lista completa delle 29 "nuove Stelle":
1. A Porto Cervo, Confusion Lounge, Italo BassoA questo punto molti di voi si staranno chiedendo cosa c’entra tutto questo con le moto. Ebbene, la Guida Michelin c'entra con le moto, anche più che con le auto. Quando si viaggia in moto infatti la meta del viaggio è spesso meno importante della strada percorsa per raggiungerla e delle soste durante il percorso. E le soste per mangiare possono diventare una delle parti più importanti del viaggio, seguendo le indicazioni di una guida come la Michelin. Questo famoso volumetto rosso (oggi disponibile anche come "app" per iOs e Androd) non è infatti una guida gastronomica, bensì una guida per viaggiatori ai quali propone una valutazione globale dei locali che si incontrano sulla strada. Le famose "stelle Michelin" in altre parole non sono giudizi su piatti e chef, ma valutazioni a uso e consumo dei viaggiatori. E il prestigio del locale che le possiede è la conseguenza di un giudizio che è da sempre legato al viaggio: un ristorante con una stella nella Guida Michelin è infatti un locate che "vale la fermata", uno con due stelle merita una deviazione dal proprio percorso, mentre le famose "tre stelle" contraddistinguono i locali che valgono di per sé il viaggio.
Veniamo allora alla Guida Michelin 2019, dove troviamo 29 nuovi ristoranti che "guadagnano" la loro prima stella Michelin e portano a 318 il numero totale dei locali con una stella. Rimane a quota 39 il numero dei locali con due stelle (non ci sono "new entry") mentre sale invece a 10 il numero dei locali a tre stelle d'Italia: ai nove già fregiati si aggiunge per il 2019 Uliassi, il locale di Senigallia dello chef Mauro Uliassi. Da sottolineare che con dieci ristoranti "tre stelle" l'Italia è la seconda nazione più stellata al mondo (e ha l'8 per cento di tutte le "tre stelle" del mondo).
Per continuare con i "premiati" dalla Guida Michelin 2019, lo chef Enrico Bartolini è sicuramente lo chef più "stellato" d'Italia con ben 5 ristoranti premiati (1 a due stelle e 4 a una stella), l'ultimo dei quali è il suo nuovo locale La Locanda del Sant'Uffizio a Cioccaro. Tra chi ha festeggiato la presentazione della Guida c'è anche Antonino Cannavacciuolo: alle 2 stelle di cui si fregia la sua Villa Crespi si aggiungono le prime stelle conquistate dal Bistrot di Torino e da quello di Novara.
La cosa più importante per noi comuni mortali però non sono i famosi "ristoranti stellati" da 100 e più euro per un "menu degustazione": essi rappresentano solo il 20% dei locali segnalati dalla Guida Michelin. Accanto a loro ci sono tantissimi “Bib Gourmand”: i ristoranti in cui si mangia molto bene spendendo meno di 32 euro (35 nelle città capoluogo e nelle località turistiche importanti). Sulla guida sono indicati con la faccia sorridente dell’Omino Michelin che si lecca i baffi e, con i 21 entrati in lista quest’anno, raggiungono quota per l’Italia 257 ristoranti, di cui 33 in Emilia Romagna, 29 in Piemonte, 28 in Lombardia, 27 in Toscana e 24 in Veneto. Insomma, con i nuovi ingressi nell'elenco di Bib Gourmand la Guida Michelin si dimostra la guida più "democratica" (e attenta ai costi) d'Italia!
Ecco la lista completa delle 29 "nuove Stelle":
2. A Catania, Sapio di Alessandro Ingiulla
3. A Taormina, Saint George by Heinz Beck chef Giovanni Solofra
4. A Santa Cristina d'Aspromonte, Quafiz di Antonino 'Nino' Rossi
5. A Savelletri, Due Camini, chef Domingo Sghingaro
6. A Lecce, Bros, Floriano Pellegrino e Isabella Potì
7. Bacoli, Caracol, chef Angelo Carannante
8. Matera, Vitantonio Lombardo col locale che porta il suo nome
9. A Caggiano, Locanda Severino, Giuseppe Misuriello
10. A Vitorchiano, Casa Iozzia, chef Lorenzo Iozzia
11. A Viterbo, Danilo Ciavattini del locale omonimo
12. A Roma, il Moma con Andrea Pasqualucci
13. A Cerbaia, La Tenda Rossa con Maria Probst e Cristian Santandrea
14. A Lucignano, Al 43, chef Maurizio Bardotti
15. A Lucca, Il Giglio, Stefano Terigi, Benedetto Rullo, Lorenzo Stefanini
16. Rimini, Abocar Due Cucine, Mariano Guardianelli
17. Trieste, Harry's Piccolo, Alessandro Buffa
18. Madonna di Campiglio, Stube Hermitage, chef Giovanni D'Alitta
19. Bolzano, In viaggio chef Claudio Melis
20. A Collepietra (Bz), Astra, chef Gregor Eschgfaeller
21. San Bonifacio, Degusto Cuisine chef Matteo Grandi
22. Verona, 12 Apostoli, Mauro Buffo
23. A Cernobbio, Materia, Davide Caranchini
24. A Pudiano (Bs), Sedicesimo Secolo, Simone Breda
25. A Torino, Spazio 7, Alessandro Mecca
26. A Torino, Carignano, Marco Miglioli
27. a Cioccaro, Locanda del Sant'Uffizio by Enrico Bartolini, Gabriele Boffa
28. a Novara, Cannavacciuolo Bistrot, chef Vincenzo Manicone
29. a Torino, Cannavacciuolo Bistrot, chef Nicola Somma
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