Google e Gruppo FCA stringono un accordo per la guida autonoma
Il colosso di internet, sotto il nome di Alphabet, e il Gruppo Fiat Chrysler hanno firmato una partnership per la ricerca sul tema delle vetture a guida autonoma. Sfida aperta alla Apple, che è in ritardo sulla iCar
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Una delle aree di ricerca su cui il mondo dell’automotive sta scommettendo di più, in questa era informatica, è quella della guida autonoma: veicoli intelligenti che sono in grado di “guidarsi” da soli, con il solo aiuto di un computer. Proprio il Gruppo FCA ha appena firmato un accordo con Alphabet – alias Google – per la sviluppo di queste tecnologie. In questo modo Fiat e Chrysler si garantiscono un posto di primo rilievo tra i costruttori innovativi, grazie all’acquisizione della tecnologia Google Car, che già da tempo viene portata avanti dagli americani: oltre quattro milioni di km percorsi dal concept di Mountain View rappresentano un importante bagaglio di esperienza accumulata sul campo. Google, da parte sua, trova un fornitore per veicoli hi-tech su misura. I rumors suggeriscono che la monovolume Chrysler Pacifica, l’erede della Voyager, sarà il primo prototipo utilizzato. Il sistema Google sfrutta una serie di connessioni tra motore, sensori radar, laser e software basato sulla cartografia e sulla logica di Google Maps. Non è escluso che si possa vedere in futuro un veicolo marchiato interamente Google: il colosso americano lancerebbe così una sfida diretta a Apple, che sta lavorando ad una sua auto, che quasi sicuramente è elettrica e dotata di guida autonoma. Non resta che aspettare il 2019, data stabilita dalle due parti per la presentazione delle prime vetture autonome firmate FCA e Google. Come spesso accade, poi, queste tecnologie potrebbero essere trasferite sui mezzi a due ruote: approderebbero su strada le prime moto robot, come quella presentata da Yamaha. La complessità di guida di una moto, tuttavia, è decisamente maggiore: bisogna controllare peso, equilibrio, traiettorie. Per il momento è più ragionevole pensare ad una serie di controlli intelligenti per incrementare la sicurezza passiva: dispositivi di guida che non siano totalmente autonomi, ma che interagiscono con la guida del pilota, correggendo eventuali errori e disattenzioni. Insomma, eliminando i pericoli, ma lasciando al pilota il gusto di guidare la sua amata motocicletta.
Una delle aree di ricerca su cui il mondo dell’automotive sta scommettendo di più, in questa era informatica, è quella della guida autonoma: veicoli intelligenti che sono in grado di “guidarsi” da soli, con il solo aiuto di un computer. Proprio il Gruppo FCA ha appena firmato un accordo con Alphabet – alias Google – per la sviluppo di queste tecnologie. In questo modo Fiat e Chrysler si garantiscono un posto di primo rilievo tra i costruttori innovativi, grazie all’acquisizione della tecnologia Google Car, che già da tempo viene portata avanti dagli americani: oltre quattro milioni di km percorsi dal concept di Mountain View rappresentano un importante bagaglio di esperienza accumulata sul campo. Google, da parte sua, trova un fornitore per veicoli hi-tech su misura. I rumors suggeriscono che la monovolume Chrysler Pacifica, l’erede della Voyager, sarà il primo prototipo utilizzato. Il sistema Google sfrutta una serie di connessioni tra motore, sensori radar, laser e software basato sulla cartografia e sulla logica di Google Maps. Non è escluso che si possa vedere in futuro un veicolo marchiato interamente Google: il colosso americano lancerebbe così una sfida diretta a Apple, che sta lavorando ad una sua auto, che quasi sicuramente è elettrica e dotata di guida autonoma. Non resta che aspettare il 2019, data stabilita dalle due parti per la presentazione delle prime vetture autonome firmate FCA e Google. Come spesso accade, poi, queste tecnologie potrebbero essere trasferite sui mezzi a due ruote: approderebbero su strada le prime moto robot, come quella presentata da Yamaha. La complessità di guida di una moto, tuttavia, è decisamente maggiore: bisogna controllare peso, equilibrio, traiettorie. Per il momento è più ragionevole pensare ad una serie di controlli intelligenti per incrementare la sicurezza passiva: dispositivi di guida che non siano totalmente autonomi, ma che interagiscono con la guida del pilota, correggendo eventuali errori e disattenzioni. Insomma, eliminando i pericoli, ma lasciando al pilota il gusto di guidare la sua amata motocicletta.
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