Giornata Mondiale della bici, ANCMA: come incentivare (davvero) l'utilizzo della bici in Italia
Giornata Mondiale della bici, Confindustria ANCMA fa il punto in Italia: ben vengano gli incentivi all’acquisto, ma non bastano. Per cogliere opportunità di sviluppo servono attenzione sul piano culturale, investimenti sull'infrastruttura e lo sviluppo dell’attrattività cicloturistica
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Politica e trasporti
Incentivare le due ruote a pedali
Istituita dalle Nazioni Unite nel 2018, la Giornata Mondiale della bici è stata oggi, giovedì 3 giugno, occasione utile a fare il punto sulla situazione in Italia. In prima linea l’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori che, con una nota stampa, ha evidenziato alcuni punti salienti riguardo l’utilizzo di un mezzo pratico, realmente “sostenibile”, a impatto zero dal punto di vista ambientale nonché protagonista di quella che si potrebbe a tutti gli effetti definire una rivoluzione nel modo di muoversi e spostarsi, specialmente nelle grandi città. I numeri sono in tal senso incoraggianti: con oltre 2 milioni di pezzi venduti nel 2020, pari a un + 17% sull’anno precedente, la bicicletta sembrerebbe tornata in auge. Ben vengano quindi gli incentivi di carattere economico promossi dal governo, ma non bastano: per cogliere l’opportunità di sviluppo senza precedenti, spiega Confindustria ANCMA, “è necessario uno sforzo corale in modo da passare dalla logica di incentivi all’acquisto a una prospettiva concreta di incentivi all’utilizzo fatta di attenzioni sul piano culturale, investimenti per l’infrastrutturazione ciclabile e lo sviluppo dell’attrattività cicloturistica del nostro Paese e, soprattutto, per garantire la sicurezza di chi sceglie nel quotidiano la mobilità dolce”.
Si tratta sì di migliorare la qualità di vita delle persone (e qui la questione ambientale gioca ovviamente un ruolo di primissimo piano insieme a quella legata allo sport e, in generale, all'attività fisica), ma anche di favorire lo sviluppo economico nazionale. “Quello della bici in Italia – spiega la nota di ANCMA - è un tessuto produttivo fatto di eccellenze nazionali e brand prestigiosi: circa 250 imprese, in prevalenza PMI, che offrono in Italia occupazione a più di 15.000 addetti fra diretti e indiretti. L’aumento della domanda, insieme alle conseguenze globali della pandemia di Covid-19 sta mettendo le nostre aziende di fronte a sfide complesse che meritano l’attenzione delle istituzioni. Il comparto ha dovuto infatti affrontare l’allungamento dei tempi di consegna da parte dei fornitori asiatici di componenti, l’aumento dei costi di trasporto via mare e delle materie prime, le difficoltà nella logistica portuale: è importante che il mercato e i consumatori conoscono le ragioni di alcuni rallentamenti nelle consegne dei prodotti finiti, ma è altresì evidente che quanto sta succedendo – si chiude il comunicato - apre oggi a un’evoluzione anche del nostro sistema produttivo che, se sostenuto e accompagnato in maniera sussidiaria, può creare ancora più occupazione e valore per il Sistema Paese”.
Si tratta sì di migliorare la qualità di vita delle persone (e qui la questione ambientale gioca ovviamente un ruolo di primissimo piano insieme a quella legata allo sport e, in generale, all'attività fisica), ma anche di favorire lo sviluppo economico nazionale. “Quello della bici in Italia – spiega la nota di ANCMA - è un tessuto produttivo fatto di eccellenze nazionali e brand prestigiosi: circa 250 imprese, in prevalenza PMI, che offrono in Italia occupazione a più di 15.000 addetti fra diretti e indiretti. L’aumento della domanda, insieme alle conseguenze globali della pandemia di Covid-19 sta mettendo le nostre aziende di fronte a sfide complesse che meritano l’attenzione delle istituzioni. Il comparto ha dovuto infatti affrontare l’allungamento dei tempi di consegna da parte dei fornitori asiatici di componenti, l’aumento dei costi di trasporto via mare e delle materie prime, le difficoltà nella logistica portuale: è importante che il mercato e i consumatori conoscono le ragioni di alcuni rallentamenti nelle consegne dei prodotti finiti, ma è altresì evidente che quanto sta succedendo – si chiude il comunicato - apre oggi a un’evoluzione anche del nostro sistema produttivo che, se sostenuto e accompagnato in maniera sussidiaria, può creare ancora più occupazione e valore per il Sistema Paese”.
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