Focus2R 2022: cresce l’attenzione per ciclisti e motociclisti
La sesta edizione del rapporto realizzato da Ancma e Legambiente evidenzia una crescita degli utenti a due ruote e una maggiore interesse delle amministrazioni comunali per gli utenti di bici, scooter e moto. Le note positive arrivano dall’aumento delle ciclabili, quelle negative dall’ancora bassa attenzione per la sicurezza
Image
Politica e trasporti
Aumentano le piste ciclabili, l’attenzione per la sicurezza dei ciclisti e gli utenti in monopattino, in discesa l’uso del bike sharing mentre rimane basso l’interesse per la tutela dei motociclisti. È quanto emerge dal sesto rapporto dell’Osservatorio Focus2R, la ricerca promossa da Confindustria Ancma (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) con Legambiente ed elaborato da Ambiente Italia. Un documento che fotografa l’Italia a due ruote in epoca di Covid con le risposte fornite nel corso del 2020 da 94 rappresentanti dei 106 Comuni capoluogo di provincia e che conferma il crescente interesse delle amministrazioni verso gli utenti di bici e moto. Un’attenzione sospinta proprio dalla maggiore domanda di mobilità a due ruote derivata dal desiderio delle persone di spostarsi con i giusti distanziamenti per paura dei contagi.
Scelta che ha penalizzato il trasporto pubblico e obbligato gli amministratori comunali ad agire per soddisfare le esigenze del crescente numero di biker a pedali e motorizzati. Un interesse rimarcato dal buon andamento del mercato, con il settore bici che ha chiuso il 2020 con oltre 2 milioni di pezzi venduti (+17% rispetto al 2019, +44% per le sole e-bike), e si appresta a replicare il risultato nel 2021, e quello delle moto che segna un +21,2%, immatricolando quasi 290.000 veicoli nel 2021. Un risultato affievolito dalle vendite di ciclomotori (in calo da 19.746 a 18.835 unità) e trainato dal mercato degli scooter, passato da 124.518 a 151.153, nonché delle moto (da 94.108 a 119.079). Bene anche i modelli elettrici con 10.848 consegne (+0,5%) a fronte di un calo dei ciclomotori (3.934 unità, 10,47%) e un aumento di scooter e motocicli (6.914, +8%) e di quadricicli (3.939, +448%).
Più ciclabili, meno “prese”
Nel comparto delle bici le notizie positive arrivano dal forte aumento delle infrastrutture ciclabili con 31 amministrazioni ad avere creato 224,5 km di nuove piste. Per la maggior parte si è trattato di brevi prolungamenti di poco più di 2 km, mentre in 7 città i tracciati sono cresciuti di oltre 10 km con il record di Milano a segnare +65,5 km. In termini assoluti (metri equivalenti per abitante) a dominare la scena è Reggio Emilia con oltre 45 metri/abitante davanti a Cuneo, Cesena, Ravenna e Cosenza. In crescita sono anche le zone con moderazione di velocità a 20 o 30 km/h che, insieme a piste ciclabili e ciclopedonali, raggiunge 9,5 metri/abitante con un +25% rispetto al 2015, anno del primo rilevamento.
In aumento, seppur lieve sul 2019, sono pure i Comuni dove è consentito il trasporto di bici sui mezzi pubblici che raggiungono quota 52%, una percentuale notevole rispetto al 31% del 2015. In compenso in quasi un terzo dei casi, l’accesso su bus, tram e metro è concesso solo ai modelli pieghevoli. Non muta molto la situazione dei parcheggi, con il 74% delle amministrazioni (nel 2015 erano 70%) a dichiarare di avere allestito postazioni di interscambio in almeno una stazione ferroviaria e l’80% in prossimità di scuole e università, valore che scende al 35% se si considerano tutti gli istituti scolastici. Per contro ci sono ancora 6 città (nel 2018 erano 12) prive di stalli per bici e 9 con una quantità inferiore all’1% dei parcheggi esistenti, mentre in sole 6 località la percentuale supera il 20%. Considerata l’ascesa delle vendite di bici elettriche, stupisce il calo registrato negli stalli con punti di ricarica, con la percentuale di disponibilità che scende dal 38 al 33% tra il 2015 e il 2020. Inoltre, le “prese” sono concentrate in poche città, in particolare Trento e Padova che, insieme, contano quasi l’80% del totale, rispettivamente 320 e 312. Viceversa, in 13 dei 23 Comuni dove sono presenti, i punti di ricarica non arrivano a 5. Scarso è pure l’impegno per favorire le vendite di e-bike: solo L’Aquila ha incentivato l'acquisto di biciclette a pedalata assistita negli ultimi tre gli anni, mentre Bologna, Genova, Modena, Padova, Treviso e Vicenza lo hanno fatto in 2 anni su 3.
Lo sharing di bici e monopattini
Il bike sharing è presente nel 54% dei capoluoghi di provincia (nel 2015 era al 61%) con una flotta complessiva di circa 35.000 mezzi, dei quali 23.792 in free floating e 11.449 con postazioni di prelievo fisse, formula in costante declino. Le flotte maggiori sono a Milano (15.430 unità), Firenze (4.000), Torino (3.700) e Bologna (2.560), le stesse che, insieme a Brescia, registrano il maggiore numeri di prelievi, con il capoluogo lombardo leader con 4,3 milioni di condivisioni. Le città con più di 100 bici condivise sono 27, quelle con oltre 1.000 abbonati soltanto 12. Rispetto al 2019, però, si registra un forte calo del noli (-47%) e delle percorrenze totali (-51%). La discesa è in parte compensata dalla forte ascesa dei noleggi di monopattini che nel 2020 hanno registrato oltre 7,4 milioni di condivisioni in tutta Italia. Un vero e proprio boom se si considera che la flotta è salita di 35.000 unità in un anno e che il servizio è ormai presente in 24 località con al vertice Roma (12.900 veicoli) davanti a Milano (5.250) e a Torino (3.000).
Sicurezza, ancora troppi incidenti
Il Focus2R non fornisce le variazioni registrate rispetto al 2019, ma soltanto i numeri assoluti degli incidenti che hanno coinvolto nel 2020 ciclisti e utenti in monopattini. A rimanere coinvolti in urti sono stati 14.019 persone in sella a bici muscolari o elettriche che hanno generato 176 vittime e 14.023 feriti, di cui 328 pedoni investiti. Più contenuti gli incidenti con gli utenti in monopattino coinvolti: 565 con 551 feriti e un morto. Salgono dal 48 al 54% i Comuni che considerano la sicurezza dei ciclisti una priorità alta o molto alta. In aumento sono pure le realtà che offrono un deterrente contra l’altra “sicurezza”, quella contro i furti. Nel 32% degli 88 Comuni che hanno risposto sono previsti sistemi di marchiatura e registrazione antifurto.
Aumentano le moto, ma non gli stalli
Sul fronte delle due ruote motorizzate, la media di moto è di 13 unità ogni 100 abitanti, in crescita rispetto al 2019. A dominare la classifica della concentrazione di mezzi a due ruote sono le città costiere con Imperia a precedere Savona, Pesaro, Catania e Trieste. Aumenta il numero di città nel quale è consentito l’accesso alle corsie riservate ai mezzi pubblici, ma rimane una possibilità limitata: nell’84% delle Comuni intervistati non è infatti ancora permesso. Per contro il libero accesso alle ZTL è predominante con il 56% dei Comuni a concederlo (un altro 31% lo consente a residenti e autorizzati), mentre rimane critica la situazione dei parcheggi dedicati, con un terzo delle amministrazioni a dedicare alle due ruote una percentuale di stalli non superiore al 5%. La città più virtuosa è Firenze (oltre 90 stalli/1.000 abitanti) seguita da La Spezia, Savona, Bergamo e Bologna. In controtendenza rispetto alle bici è, invece, la situazione dei punti di ricarica per scooter e moto a batterie, con colonnine presenti nel 62% dei Comuni (erano 42% nel 2015 e 56% nel 2019) e “prese” in crescita da 801 a 2.602 unità dal 2019 al 2020. Primatista è sempre Firenze (410 prese) davanti a Milano (302), Roma (185), Genova (112) e Bologna (75), mentre in 14 Comuni non si superano i 5 punti di ricarica. Gli incentivi a due ruote sono nulli per i mezzi tradizionali, mentre gli elettrici hanno goduto di agevolazione a Genova (dal 2018 al 2020), Modena e Bergamo (solo nel 2019) e Milano e Vibo Valentia (2020)
Milano capitale dello sharing
Lo sharing di moto/scooter è ancora in ritardo rispetto a quello delle biciclette, seppure nel 2020 salgono a 9 i Comuni (Brescia, Genova, Grosseto, Firenze, Milano, Lecce, Rimini, Roma e Torino), che dichiarano di averne uno effettivamente funzionante, 2 in più del 2019 e 5 in più del 2015. Il numero complessivo di veicoli comincia ad avere una certa consistenza con 4.532 unità a Milano, circa il doppio rispetto all’anno precedente (2.360), 3.510 a Roma, 1.000 a Rimini, 370 a Torino e 100 a Genova e Firenze. Poche le città che forniscono informazioni sugli abbonati: a Milano sono circa 290.000, a Rimini 55.000, a Genova 18.000 e a Firenze 1.376.
Meno incidenti, ma ancora poca attenzione
Per quanto riguarda la sicurezza si registra una positiva riduzione dei decessi sulle strade italiane e del numero di incidenti, con 586 impatti che hanno coinvolto motociclisti (-16%) e 59 gli utenti di ciclomotori (-33%). Viceversa, preoccupa la percezione dei Comuni sul tema. Nei due principali strumenti di pianificazione della mobilità urbana (PUM e PGTU) la sicurezza non è infatti considerata una priorità dal 51%. In salita da 17 al 28% tra il 2015 e il 2020 la percentuale dei municipi che dichiarano di avere installato i guard-rail dotati di protezioni a tutela dell’incolumità dei motociclisti, valore ancora troppo basso anche considerando il 25% dei Comuni che dichiara di volerli ampliare o utilizzare in futuro. La scarsa preoccupazione delle amministrazioni sulla sicurezza è rimarcata dal confronto con le dichiarazioni sullo stesso tema riguardante le bici: solo il 9% considera la protezione dei motociclisti una priorità molto alta (33% per le biciclette), mentre per il 51% non è una priorità (20% per le biciclette).
Scelta che ha penalizzato il trasporto pubblico e obbligato gli amministratori comunali ad agire per soddisfare le esigenze del crescente numero di biker a pedali e motorizzati. Un interesse rimarcato dal buon andamento del mercato, con il settore bici che ha chiuso il 2020 con oltre 2 milioni di pezzi venduti (+17% rispetto al 2019, +44% per le sole e-bike), e si appresta a replicare il risultato nel 2021, e quello delle moto che segna un +21,2%, immatricolando quasi 290.000 veicoli nel 2021. Un risultato affievolito dalle vendite di ciclomotori (in calo da 19.746 a 18.835 unità) e trainato dal mercato degli scooter, passato da 124.518 a 151.153, nonché delle moto (da 94.108 a 119.079). Bene anche i modelli elettrici con 10.848 consegne (+0,5%) a fronte di un calo dei ciclomotori (3.934 unità, 10,47%) e un aumento di scooter e motocicli (6.914, +8%) e di quadricicli (3.939, +448%).
Più ciclabili, meno “prese”
Nel comparto delle bici le notizie positive arrivano dal forte aumento delle infrastrutture ciclabili con 31 amministrazioni ad avere creato 224,5 km di nuove piste. Per la maggior parte si è trattato di brevi prolungamenti di poco più di 2 km, mentre in 7 città i tracciati sono cresciuti di oltre 10 km con il record di Milano a segnare +65,5 km. In termini assoluti (metri equivalenti per abitante) a dominare la scena è Reggio Emilia con oltre 45 metri/abitante davanti a Cuneo, Cesena, Ravenna e Cosenza. In crescita sono anche le zone con moderazione di velocità a 20 o 30 km/h che, insieme a piste ciclabili e ciclopedonali, raggiunge 9,5 metri/abitante con un +25% rispetto al 2015, anno del primo rilevamento.
In aumento, seppur lieve sul 2019, sono pure i Comuni dove è consentito il trasporto di bici sui mezzi pubblici che raggiungono quota 52%, una percentuale notevole rispetto al 31% del 2015. In compenso in quasi un terzo dei casi, l’accesso su bus, tram e metro è concesso solo ai modelli pieghevoli. Non muta molto la situazione dei parcheggi, con il 74% delle amministrazioni (nel 2015 erano 70%) a dichiarare di avere allestito postazioni di interscambio in almeno una stazione ferroviaria e l’80% in prossimità di scuole e università, valore che scende al 35% se si considerano tutti gli istituti scolastici. Per contro ci sono ancora 6 città (nel 2018 erano 12) prive di stalli per bici e 9 con una quantità inferiore all’1% dei parcheggi esistenti, mentre in sole 6 località la percentuale supera il 20%. Considerata l’ascesa delle vendite di bici elettriche, stupisce il calo registrato negli stalli con punti di ricarica, con la percentuale di disponibilità che scende dal 38 al 33% tra il 2015 e il 2020. Inoltre, le “prese” sono concentrate in poche città, in particolare Trento e Padova che, insieme, contano quasi l’80% del totale, rispettivamente 320 e 312. Viceversa, in 13 dei 23 Comuni dove sono presenti, i punti di ricarica non arrivano a 5. Scarso è pure l’impegno per favorire le vendite di e-bike: solo L’Aquila ha incentivato l'acquisto di biciclette a pedalata assistita negli ultimi tre gli anni, mentre Bologna, Genova, Modena, Padova, Treviso e Vicenza lo hanno fatto in 2 anni su 3.
Lo sharing di bici e monopattini
Il bike sharing è presente nel 54% dei capoluoghi di provincia (nel 2015 era al 61%) con una flotta complessiva di circa 35.000 mezzi, dei quali 23.792 in free floating e 11.449 con postazioni di prelievo fisse, formula in costante declino. Le flotte maggiori sono a Milano (15.430 unità), Firenze (4.000), Torino (3.700) e Bologna (2.560), le stesse che, insieme a Brescia, registrano il maggiore numeri di prelievi, con il capoluogo lombardo leader con 4,3 milioni di condivisioni. Le città con più di 100 bici condivise sono 27, quelle con oltre 1.000 abbonati soltanto 12. Rispetto al 2019, però, si registra un forte calo del noli (-47%) e delle percorrenze totali (-51%). La discesa è in parte compensata dalla forte ascesa dei noleggi di monopattini che nel 2020 hanno registrato oltre 7,4 milioni di condivisioni in tutta Italia. Un vero e proprio boom se si considera che la flotta è salita di 35.000 unità in un anno e che il servizio è ormai presente in 24 località con al vertice Roma (12.900 veicoli) davanti a Milano (5.250) e a Torino (3.000).
Sicurezza, ancora troppi incidenti
Il Focus2R non fornisce le variazioni registrate rispetto al 2019, ma soltanto i numeri assoluti degli incidenti che hanno coinvolto nel 2020 ciclisti e utenti in monopattini. A rimanere coinvolti in urti sono stati 14.019 persone in sella a bici muscolari o elettriche che hanno generato 176 vittime e 14.023 feriti, di cui 328 pedoni investiti. Più contenuti gli incidenti con gli utenti in monopattino coinvolti: 565 con 551 feriti e un morto. Salgono dal 48 al 54% i Comuni che considerano la sicurezza dei ciclisti una priorità alta o molto alta. In aumento sono pure le realtà che offrono un deterrente contra l’altra “sicurezza”, quella contro i furti. Nel 32% degli 88 Comuni che hanno risposto sono previsti sistemi di marchiatura e registrazione antifurto.
Aumentano le moto, ma non gli stalli
Sul fronte delle due ruote motorizzate, la media di moto è di 13 unità ogni 100 abitanti, in crescita rispetto al 2019. A dominare la classifica della concentrazione di mezzi a due ruote sono le città costiere con Imperia a precedere Savona, Pesaro, Catania e Trieste. Aumenta il numero di città nel quale è consentito l’accesso alle corsie riservate ai mezzi pubblici, ma rimane una possibilità limitata: nell’84% delle Comuni intervistati non è infatti ancora permesso. Per contro il libero accesso alle ZTL è predominante con il 56% dei Comuni a concederlo (un altro 31% lo consente a residenti e autorizzati), mentre rimane critica la situazione dei parcheggi dedicati, con un terzo delle amministrazioni a dedicare alle due ruote una percentuale di stalli non superiore al 5%. La città più virtuosa è Firenze (oltre 90 stalli/1.000 abitanti) seguita da La Spezia, Savona, Bergamo e Bologna. In controtendenza rispetto alle bici è, invece, la situazione dei punti di ricarica per scooter e moto a batterie, con colonnine presenti nel 62% dei Comuni (erano 42% nel 2015 e 56% nel 2019) e “prese” in crescita da 801 a 2.602 unità dal 2019 al 2020. Primatista è sempre Firenze (410 prese) davanti a Milano (302), Roma (185), Genova (112) e Bologna (75), mentre in 14 Comuni non si superano i 5 punti di ricarica. Gli incentivi a due ruote sono nulli per i mezzi tradizionali, mentre gli elettrici hanno goduto di agevolazione a Genova (dal 2018 al 2020), Modena e Bergamo (solo nel 2019) e Milano e Vibo Valentia (2020)
Milano capitale dello sharing
Lo sharing di moto/scooter è ancora in ritardo rispetto a quello delle biciclette, seppure nel 2020 salgono a 9 i Comuni (Brescia, Genova, Grosseto, Firenze, Milano, Lecce, Rimini, Roma e Torino), che dichiarano di averne uno effettivamente funzionante, 2 in più del 2019 e 5 in più del 2015. Il numero complessivo di veicoli comincia ad avere una certa consistenza con 4.532 unità a Milano, circa il doppio rispetto all’anno precedente (2.360), 3.510 a Roma, 1.000 a Rimini, 370 a Torino e 100 a Genova e Firenze. Poche le città che forniscono informazioni sugli abbonati: a Milano sono circa 290.000, a Rimini 55.000, a Genova 18.000 e a Firenze 1.376.
Meno incidenti, ma ancora poca attenzione
Per quanto riguarda la sicurezza si registra una positiva riduzione dei decessi sulle strade italiane e del numero di incidenti, con 586 impatti che hanno coinvolto motociclisti (-16%) e 59 gli utenti di ciclomotori (-33%). Viceversa, preoccupa la percezione dei Comuni sul tema. Nei due principali strumenti di pianificazione della mobilità urbana (PUM e PGTU) la sicurezza non è infatti considerata una priorità dal 51%. In salita da 17 al 28% tra il 2015 e il 2020 la percentuale dei municipi che dichiarano di avere installato i guard-rail dotati di protezioni a tutela dell’incolumità dei motociclisti, valore ancora troppo basso anche considerando il 25% dei Comuni che dichiara di volerli ampliare o utilizzare in futuro. La scarsa preoccupazione delle amministrazioni sulla sicurezza è rimarcata dal confronto con le dichiarazioni sullo stesso tema riguardante le bici: solo il 9% considera la protezione dei motociclisti una priorità molto alta (33% per le biciclette), mentre per il 51% non è una priorità (20% per le biciclette).
Aggiungi un commento