FMI e Soccorso Alpino: collaborazione per interventi di emergenza in quad
Prestare soccorso in montagna e in ambiente impervio più velocemente e in sicurezza. Questo l’obiettivo della collaborazione tra la Federazione Motociclistica Italiana e il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, concretizzatasi pochi giorni fa con una prima lezione riservata ai tecnici e sanitari del Soccorso Alpino e Speleologico Emilia Romagna
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FMI e Soccorso Alpino
Firmato dalla Federazione Motociclistica Italiana e dal Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, il nuovo protocollo d’intesa s’è concretizzato pochi giorni fa con un primo corso riservato ai tecnici e sanitari del Soccorso Alpino e Speleologico Emilia Romagna.
Firmato dalla Federazione Motociclistica Italiana e dal Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, il nuovo protocollo d’intesa s’è concretizzato pochi giorni fa con un primo corso riservato ai tecnici e sanitari del Soccorso Alpino e Speleologico Emilia Romagna.
Tenutasi mercoledì 11 dicembre a Palagano (MO), la prima giornata formativa s’è conclusa con la fornitura di un quad affidato agli operatori della Stazione Monte Cimone della provincia di Modena: il motociclo, predisposto anche per l’utilizzo di cingoli chiodati e quindi altamente efficiente anche in ambiente innevato, si è già rivelato di fondamentale importanza in alcuni interventi di soccorso nelle scorse settimane.
Scopo del corso è stato quello di offrire ai tecnici CNSAS nozioni teoriche e pratiche per utilizzare al meglio delle possibilità questo mezzo di soccorso, ed allo stesso tempo garantire i massimi standard di sicurezza. Dopo il briefing teorico, la lezione ha lasciato spazio a prove pratiche in cui è stata valutata l’idoneità alla guida fuoristrada da parte dei partecipanti. La giornata si è conclusa con un test di verifica scritto, che ha confermato l’utilità dell’evento formativo ed ha certificato i primi soccorritori alpini su quattro ruote.
“L’attuazione del protocollo di intesa con il Soccorso Alpino è di grande rilevanza perché, come già avvenuto in passato, anche in questa occasione abbiamo dimostrato quanto sia importante l’utilizzo di una determinata tipologia di mezzi in occasioni di operazioni di soccorso”, ha detto Giovanni Copioli, Presidente FMI. “Questo protocollo di intesa - ha aggiunto - dimostra come la Federazione Motociclistica Italiana abbia un importante ruolo nel tessuto sociale del nostro Paese. I tecnici del Soccorso Alpino inoltre hanno potuto apprezzare la formazione fornita dalla FMI avendo così gli strumenti per mettere in atto le tecniche di guida utili in situazioni delicate come possono essere quelle di soccorso”.
“Siamo molto soddisfatti di questa collaborazione che ci ha visti impegnati su un fronte comune, quello di aiutare chi si trova in difficoltà”, ha aggiunto Sergio Ferrari, Presidente del Soccorso Alpino e Speleologico Emilia-Romagna. “Auspico che questa sinergia continui e coinvolga in un prossimo futuro un numero sempre maggiore di tecnici, in modo tale da poter raggiungere velocemente e in sicurezza feriti e pericolanti negli ambienti impervi del nostro Appennino”.
“L’attuazione del protocollo di intesa con il Soccorso Alpino è di grande rilevanza perché, come già avvenuto in passato, anche in questa occasione abbiamo dimostrato quanto sia importante l’utilizzo di una determinata tipologia di mezzi in occasioni di operazioni di soccorso”, ha detto Giovanni Copioli, Presidente FMI. “Questo protocollo di intesa - ha aggiunto - dimostra come la Federazione Motociclistica Italiana abbia un importante ruolo nel tessuto sociale del nostro Paese. I tecnici del Soccorso Alpino inoltre hanno potuto apprezzare la formazione fornita dalla FMI avendo così gli strumenti per mettere in atto le tecniche di guida utili in situazioni delicate come possono essere quelle di soccorso”.
“Siamo molto soddisfatti di questa collaborazione che ci ha visti impegnati su un fronte comune, quello di aiutare chi si trova in difficoltà”, ha aggiunto Sergio Ferrari, Presidente del Soccorso Alpino e Speleologico Emilia-Romagna. “Auspico che questa sinergia continui e coinvolga in un prossimo futuro un numero sempre maggiore di tecnici, in modo tale da poter raggiungere velocemente e in sicurezza feriti e pericolanti negli ambienti impervi del nostro Appennino”.
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