Esami patente moto e auto sospesi nelle zone rosse
Tra le altre cose, il lockdown blocca anche gli esami della patente. La decisione, presa “senza confronto” dal MIT, ha subito scatenato numerose polemiche. Le autoscuole chiedono almeno di poter essere inserite tra le attività per cui sono previsti ristori
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Politica e trasporti
Stop esami patente
Un po’ com’è stato durante il lockdown di marzo e aprile, alle autoscuole all’interno di una zona rossa (al momento comprensiva di Piemonte, Lombardia, Alto Adige, Calabria, Campania, Toscana e Valle D’Aosta) è vietato effettuare qualsiasi esame pratico per la patente fino al 21 novembre. Firmato dal ministro Paola De Micheli, il decreto è stato immediatamente e duramente criticato dall’Unione Nazionale Autoscuole e Sudi di Consulenza Automobilistica, che ne ha da una parte sottolineato l’iniquità e, dall’altro, l’arbitrarietà con la quale s’è deciso uno stop di tutti gli esami. “Con tale provvedimento — si legge nel comunicato di Unasca — le autoscuole ridurranno l’attività del 50%, ma non potranno accedere ad alcun contributo perché risultano aperte, quindi escluse dal dl Ristoro”. Una situazione che l’Unione definisce “assurda e troppo penalizzante per un settore che ha già pagato molto e che vive quotidianamente anche i ritardi delle Motorizzazioni”. Non solo: l’Unasca sottolinea anche come per gli ultimi provvedimenti non siano stati in alcun modo ascoltati gli operatori del settore, che chiedevano perlomeno una deroga circoscritta agli esami pratici per le patenti A, C e D, per i quali – trattandosi di moto e autobus — non si pone di fatto il problema del distanziamento fisico tra candidato ed esaminatore. “Dopo numerose interlocuzioni - scrive L’unione - non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione dal Ministero e abbiamo appreso la notizia del decreto dal sito del MIT”. Preso atto della decisione del Ministero, gli operatori chiedono quantomeno che “tutte le autoscuole, scuole nautiche con attività nelle regioni-zone rosse siano inclusi tra quelle per cui sono previsti ristori”.
Un po’ com’è stato durante il lockdown di marzo e aprile, alle autoscuole all’interno di una zona rossa (al momento comprensiva di Piemonte, Lombardia, Alto Adige, Calabria, Campania, Toscana e Valle D’Aosta) è vietato effettuare qualsiasi esame pratico per la patente fino al 21 novembre. Firmato dal ministro Paola De Micheli, il decreto è stato immediatamente e duramente criticato dall’Unione Nazionale Autoscuole e Sudi di Consulenza Automobilistica, che ne ha da una parte sottolineato l’iniquità e, dall’altro, l’arbitrarietà con la quale s’è deciso uno stop di tutti gli esami. “Con tale provvedimento — si legge nel comunicato di Unasca — le autoscuole ridurranno l’attività del 50%, ma non potranno accedere ad alcun contributo perché risultano aperte, quindi escluse dal dl Ristoro”. Una situazione che l’Unione definisce “assurda e troppo penalizzante per un settore che ha già pagato molto e che vive quotidianamente anche i ritardi delle Motorizzazioni”. Non solo: l’Unasca sottolinea anche come per gli ultimi provvedimenti non siano stati in alcun modo ascoltati gli operatori del settore, che chiedevano perlomeno una deroga circoscritta agli esami pratici per le patenti A, C e D, per i quali – trattandosi di moto e autobus — non si pone di fatto il problema del distanziamento fisico tra candidato ed esaminatore. “Dopo numerose interlocuzioni - scrive L’unione - non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione dal Ministero e abbiamo appreso la notizia del decreto dal sito del MIT”. Preso atto della decisione del Ministero, gli operatori chiedono quantomeno che “tutte le autoscuole, scuole nautiche con attività nelle regioni-zone rosse siano inclusi tra quelle per cui sono previsti ristori”.
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