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E-bike, un 2020 da record in Europa

L’anno della pandemia ha segnato il boom delle due ruote a pedali con oltre di 22 milioni di bici vendute, delle quali 4,5 a pedalata assistita. Un comparto in forte crescita che contribuisce in modo sostanzioso alla crescita del valore economico del settore, arrivato a 18,3 miliardi di euro
Un futuro roseo
Sono più di 22 milioni le biciclette vendute nell’Unione Europea e nel Regno Unito nel 2020. Un risultato che rappresenta il massimo storico degli ultimi 20 anni ed equivalente a un valore economico di 18,3 miliardi di euro, il 40% in più rispetto al 2019. Sono alcuni dei dati emersi dal rapporto 2021 di Conebi (Confederazione Europea dell’Industria Bici, E-Bike, Componenti ed Accessori) e comunicati da Confindustria Ancma. Un andamento positivo sospinto dall’emergenza Covid che ha indotto molti cittadini europei appiedati dalla riduzione della capienza dei mezzi di trasporto pubblico a desiderare un ciclo per recarsi al lavoro con adeguato distanziamento. Una volontà esaudita anche con gli investimenti nelle infrastrutture ciclabili in molte città del Continente e dalle dichiarazioni politiche a favore della mobilità a basse emissioni. Altro contributo di rilievo è arrivato dal comparto delle bici a pedalata assistita, settore in forte ascesa come sottolineato da Manuel Marsilio, Direttore Generale Conebi: “le e-bike stanno rapidamente diventando la scelta preferita dei consumatori. I cittadini europei stanno selezionando opzioni di mobilità elettrica più ecologiche e questo ha portato le e-bike a registrare un incredibile aumento delle vendite del 52% in termini di valore, il mercato è infatti balzato a 10,6 miliardi di euro nel 2020”. Un cifra che ormai rappresenta oltre il 50% dell’economia della bicicletta europea, con ricadute molto positive sull’intero settore delle due ruote a pedali. La ricerca di soluzioni evolute ha di certo contribuito a elevare gli investimenti in innovazione fino a 1,5 miliardi di euro, il 50% in più rispetto al miliardo registrato nel 2019. Inoltre delle 4,5 milioni di e-bike vendute nell’Unione europea e nel Regno Unito, 3,6 milioni (pari all’80%) sono prodotte direttamente in Europa con ricadute positive sull’occupazione, aumentata del 30% tra il 2019 e il 2020. "Oggi”, ha dichiarato Marsilio, “abbiamo oltre 1.000 piccole e medie industrie manifatturiere sostenibili in Europa, che forniscono 155.000 posti di lavoro legati direttamente/indirettamente alla produzione. Prendendo in considerazione anche il cicloturismo, i servizi come la logistica dei centri urbani e il bike-sharing, nonché l’intero settore retail, il nostro comparto supporta oltre 850.000 posti di lavoro verdi”. E buona parte del merito è delle bici a pedalata assistita: secondo lo studio di Conebi, per ogni 1.000 bici prodotte ogni anno in Europa si creano da tre a cinque posti di lavoro, mentre per ogni 1.000 e-bike vengono generati da sei a nove posti di lavoro. Dalla ricerca emerge anche il buon momento della produzione di parti e accessori nel Vecchio Continente, aumentata nel 2020 raggiungendo i 3 miliardi di euro e con una previsione di arrivare a 6 miliardi di euro entro il 2025. Al computo economico si dovrebbero aggiungere anche i risparmi in termini di spese sanitarie e per la tutela dell'ambiente generati dalla sensibile riduzione delle emissioni di inquinanti e gas serra dovute al maggiore uso delle biciclette. Un taglio che per l’anidride carbonica (CO2) è valutato in oltre 2 milioni di tonnellate all’anno. “I dati contenuti nel rapporto di Conebi” ha rimarcato Paolo Magri, presidente di Confindustria Ancma, “raccontano il momento di successo delle due ruote a pedale, ma dimostrano al contempo quanto lavoro hanno ancora davanti il comparto e il legislatore nel valorizzare questo trend di crescita, nel promuovere l’utilizzo della bici, nel creare opportunità di emancipazione e di ulteriore crescita del nostro tessuto produttivo e nello sviluppare un’equilibrata e sicura infrastrutturazione ciclabile che sia attrattiva anche dal punto di vista turistico”.
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