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Due ruote in Italia: una filiera che vale 14,8 miliardi di euro

Il settore esporta motocicli, scooter e ciclomotori per 2 miliardi di euro e produce 422mila pezzi, occupando saldamente il primo posto nell’eurozona. Ecco i risultati dello studio condotto da Bain & Company Italia 

Mercato due ruote

Una filiera che vale quasi 15 miliardi di euro. Questo il risultato emerso dall’inedito studio condotto da Bain & Company Italia sul comparto moto, bici e accessori e presentato stamane a Roma da Confindustria ANCMA. Un lavoro che accende un riflettore inedito sul valore economico generato dalla produzione, dall’assemblaggio, dai servizi e dalla distribuzione di parti, componenti e prodotto finito nel settore due ruote. Ma guardiamolo più nel dettaglio (in gallery qualche slide utile a farsi un’idea dei numeri). 

Moto e scooter

Secondo lo studio, il comparto del motociclo in Italia genera un fatturato di 9,5 miliardi di euro, confermandosi leader europeo sia nella produzione sia nei volumi di mercato. 

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Patenti A + 6%

Gli italiani continuano a dimostrare un forte interesse per moto, scooter e ciclomotori: aumentano le patenti A, che rappresentano oggi una su cinque di quelle rilasciate, con un totale di 280.000 unità e un incremento del 6% tra il 2013 e il 2023, contro il più modesto +1% delle patenti B. Parallelamente, il mercato delle due ruote ha registrato una crescita media annua del 12% tra il 2020 e il 2023.  

Immatricolazioni e fatturato

L'era post-Covid ha rilanciato il ruolo centrale delle due ruote a motore, non solo per la mobilità urbana, dominata dagli scooter, ma anche in ambiti tradizionalmente legati alla passione, al turismo e allo svago. Le moto, in particolare, hanno raggiunto nel 2023 una quota del 45% delle immatricolazioni, in netto aumento rispetto al 34% di dieci anni prima. Questo successo è stato trainato dalla crescente diffusione delle medie cilindrate, capaci di rispondere sia alle esigenze di commuting sia alla domanda di nuove soluzioni di mobilità.  La crescita del mercato si riflette positivamente su tutta la filiera delle moto, con un incremento del fatturato del 50% tra il 2020 e il 2023. Anche la redditività degli operatori ha mostrato un miglioramento significativo, passando dal 4,2% al 6% nello stesso periodo.  

Addetti ai lavori e componentistica

Anche il numero degli addetti è in aumento: tra il 2020 e il 2022, la crescita è stata del 7%, portando i lavoratori diretti a superare le 36.000 unità, cifra che sale a 84.000 includendo gli indiretti e l'indotto. Sul fronte commerciale, il saldo della bilancia dei motocicli nel 2023 ha registrato invece un avanzo di 470 milioni di euro. A confermare questa eccellenza c’è anche il settore della componentistica, che si distingue nell’alto di gamma con un valore medio delle parti esportate di 33 euro al chilogrammo, a fronte dei 19 euro per le importazioni.  

Biciclette ed e-bike

Lo studio di Bain & Company Italia mette in evidenza anche le dinamiche - contrastanti - che hanno caratterizzato un mercato altrettanto profittevole, vale a dire, appunto, quello delle due ruote a pedali. 

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Crescita del mercato

Se da un lato il 2020 ha visto un boom delle vendite grazie al bonus bici, con un incremento del 18% rispetto al 2019 e oltre 2 milioni di pezzi venduti, dall’altro, tra il 2021 e il 2023, il settore ha subito una flessione media annua del 17%. Nonostante il calo dei volumi, la filiera ha registrato un aumento significativo del fatturato, arrivando a 2,7 miliardi di euro nel 2023, in crescita del 50% rispetto al 2018, trainata dall’aumento dei prezzi e dal successo delle e-bike. Anche la profittabilità del settore è stata influenzata dagli effetti della pandemia. La crisi delle catene di approvvigionamento ha ridotto i margini, che dal picco del 7,6% del 2021 sono tornati al 3,2% nel 2023, un livello analogo a quello del 2019. Le maggiori difficoltà hanno colpito i produttori di componenti e i rivenditori di accessori, che hanno perso quasi dieci punti percentuali di margine.  

Focus sulle e-bike

In questo scenario, il dato più significativo è stato il rapido aumento delle vendite di e-bike, che nel 2022 hanno superato le 330.000 unità, raggiungendo una penetrazione del 20% sul mercato complessivo (era appena il 3% nel 2015 e l’11% nel 2019). Questo successo ha permesso di ampliare il pubblico delle due ruote a pedali, ma ha anche messo in luce la dipendenza della filiera italiana dai componenti elettrici provenienti dall’Asia, che copre l’87% delle esportazioni di chip. Tra il 2020 e il 2021, l’import di componentistica ha registrato un aumento del 79%, passando da 664 milioni di euro a oltre 800 milioni nel 2022, un dato che riflette l’influenza di fattori macroeconomici e geopolitici.  Ciononostante, il settore del ciclo continua a registrare un saldo positivo nell’export, confermando la domanda internazionale per i prodotti Made in Italy. La bilancia commerciale ha segnato un avanzo di 75 milioni di euro, con risultati particolarmente significativi nei prezzi al chilogrammo di componenti come pedali, manubri e cambi.  

Occupazione

Infine, buone notizie arrivano dal fronte occupazionale: tra il 2020 e il 2022, il numero di addetti nella produzione di bici e componenti è aumentato del 16%, passando da 15.200 a 17.600 unità, a dimostrazione della resilienza del comparto.  

Il commento di ANCMA 

Durante la presentazione dello studio di Bain & Company Italia, il presidente di ANCMA Mariano Roman ha rimarcato “la volontà dell’associazione di accendere un riflettore su un settore rilevante e primario in Europa, che crea indotti significativi con le manifestazioni sportive e l’eccellenza fieristica internazionali di EICMA, che offre occupazione, mobilità sostenibile, che contribuisce con un gettito vicino a 180 milioni di euro alle entrate tributarie. Oggi - ha spiegato Roman -  produciamo il 17% delle bici costruite e assemblate in Europa (2 milioni), mentre il settore moto esporta motocicli, scooter e ciclomotori per 2 miliardi di euro e produce 422mila pezzi in Italia, occupando saldamente il primo posto nell’eurozona, dove si confronta con i 161mila della Germania, le 124mila unità dell’Austria e le 89mila della Francia”.
Abbiamo scelto una sede istituzionale centrale – ha sottolineato ancora il presidente ANCMA  proprio per amplificare maggiormente la nostra voce in una logica di dialogo costruttivo con la politica: oggi il nostro settore, per liberare tutto il potenziale e continuare a competere a livello internazionale, ha bisogno di un supporto all’altezza del suo valore. Mi riferisco, ad esempio, a politiche sussidiarie più incisive che favoriscano in generale l’aggregazione, gli investimenti in ricerca e sviluppo e l’insediamento di siti produttivi della filiera componenti sull’alto di gamma. Oltre che ad azioni, più specifiche per il settore ciclo, che riguardino il sostegno all’utilizzo e, soprattutto, all’infrastrutturazione ciclabile, indispensabile per sviluppare il grande potenziale del nostro Paese in ambito cicloturistico”
 

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