Ducati Scrambler, gli “auguri” di Borile Motociclette
La presentazione della nuova Ducati Scrambler ha di certo fatto scalpore. Il modello era uno di quelli più attesi e, giocoforza, anche uno dei più commentati. Oltre alle migliaia di appassionati, a fare gli “auguri” alla nuova nata in casa Ducati ci ha pensato anche il vulcanico Umberto Borile, uno che di Scrambler se ne intende...
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Lo sfogo di Borile
Umberto Borile è il fondatore di dell’omonima azienda, piccola factory con sede sui Colli Euganei specializzata in modelli parecchio interessanti di realizzazione artigianale. Tra queste la celebre Multiuso: una moto di soli 80 kg con un motore monocilindrico da 200 cm3 a quattro tempi. Tra i modelli realizzati dal vulcanico Umberto c’è anche la sua versione della scrambler, presentata già a EICMA 2011. La moto assomiglia parecchio alla omonima Ducati anni '70. Per sottolineare il legame con quel modello, Umberto ha ottenuto dalla casa bolognese la possibilità di usare parti del motore Monster, tra cui il cilindro posteriore della Monster. Sembrava essere l’inizio di una florida collaborazione tra le due aziende, che l’uscita della Scrambler bolognese, di fatto, ha bloccato. Qui il comunicato di Borile Motociclette:
Milano, Vò Euganeo. Borile Motociclette www.borile.it: una doverosa dichiarazione.
È di questi giorni la presentazione di Ducati della “sua” Scrambler. Come è a tutti noto, e in particolare alla stampa, il nostro progetto Scrambler con motore Borile-Ducati è nato con la piena disponibilità e anche il dichiarato “incoraggiamento” di Ducati stessa,
quando Amministratore delegato era Gabriele Del Torchio (poi Ad di Alitalia) e poco prima che la casa di Borgo Panigale fosse ceduta ad Audi.
In Ducati tutti sapevano di questa collaborazione, al punto che si misero a disposizione per fornirci testa e cilindro. Al punto che ci accordammo con Del Torchio e il suo staff tecnico per presentare loro in anteprima e “in segreto” la prima versione della “nostra”
Scrambler.
Qui sotto il video amatoriale girato durante la presentazione della nostra Scrambler a Del Torchio e allo staff tecnico Ducati, nel piazzale della Ducati stessa, con tanto di prova da parte loro! Fino ad oggi lo avevamo ritenuto “privato e riservato” ma, considerata la totale indifferenza della Ducati nei nostri confronti, ci sembra doveroso usarlo come testimonianza di quanto raccontato, per rispetto del nostro lavoro.
L'operazione avrebbe comportato la possibilità – questi almeno erano gli intendimenti – di vendere il modello anche nei concessionari Ducati, tant'è che allora – noi eravamo all'inizio della costruzione della nostra rete commerciale – non furono sollevate
obiezioni al fatto che il più grande concessionario Ducati d'Italia, quello di Firenze, diventasse anche concessionario Borile, proprio sull'onda della collaborazione in corso e in attesa di ricevere per primo i nuovi modelli della Scrambler Borile-Ducati.
Non parliamo di un'era fa, non sono passati più di tre anni. All'Eicma 2011 presentammo il “manichino” della moto alla stampa, con riprese tv e interviste, dopodiché tutti, fior fiore di giornalisti italiani e stranieri, hanno sempre parlato di Scrambler Borile-Ducati, senza che mai Ducati manifestasse alcun problema e soprattutto verificando il crescente interesse che la Scrambler “gialla” (come da
tradizione e storia) da noi creata stava sollevando nel pubblico.
Poi, se ne va Del Torchio. Arriva Audi e noi non riusciamo più nemmeno a fissare un incontro e, guarda guarda, qualche mese dopo iniziano a girare le voci di un progetto Scrambler Ducati.
Oggi la Scrambler Ducati è stata ufficialmente presentata, gialla, ovviamente più finita, industrialmente più raffinata e affinata rispetto alla nostra, ma l'idea è stata nostra e l'abbiamo svelata a Ducati ben prima che decidessero di rifare la Scrambler. Non vi nascondiamo che abbiamo atteso questa presentazione, nella speranza fino all'ultimo che qualcuno in Ducati avesse l'attenzione di dirci una parola, anche solo dandoci “un’anteprima”, ma… nulla!
Ne prendiamo atto e oggi vogliamo soltanto raccontare questa storia, senza “piagnistei” ma per orgoglio di marca, perché è doveroso spiegare i rapporti intercorsi e la “disattenzione” del colosso tedesco verso la piccola impresa italiana. Lo dobbiamo in primo luogo al genio creativo e all’intuito di Umberto Borile, e nel fondato sospetto di essere stati usati – perché è esattamente così che ci sentiamo – consapevolmente e gratuitamente come “indagine di mercato” e addirittura come “tester". Dal momento che non si producono moto come le nostre se si è abituati a strizzare l'occhio al quieto conformismo, al lasciar correre, ad una silenziosa e un po' vile convenienza ma soltanto se si è autentici e solidi, se si è orgogliosi del proprio mestiere, se si è sinceri con se stessi e con i consumatori, abbiamo l'obbligo di non fingere noncuranza di fronte a questa poco auspicata novità.
Per questo vi abbiamo raccontato l'accaduto. E, poi, abbiamo guardato la nostra Scrambler. E abbiamo capito che la sua produzione, nonostante le difficoltà procurateci, ha più senso di prima. Non occorre avere un occhio particolarmente esperto per capirlo.
La nostra è la moto creata dalla passione e dai sogni di un uomo. Arte."
Umberto Borile è il fondatore di dell’omonima azienda, piccola factory con sede sui Colli Euganei specializzata in modelli parecchio interessanti di realizzazione artigianale. Tra queste la celebre Multiuso: una moto di soli 80 kg con un motore monocilindrico da 200 cm3 a quattro tempi. Tra i modelli realizzati dal vulcanico Umberto c’è anche la sua versione della scrambler, presentata già a EICMA 2011. La moto assomiglia parecchio alla omonima Ducati anni '70. Per sottolineare il legame con quel modello, Umberto ha ottenuto dalla casa bolognese la possibilità di usare parti del motore Monster, tra cui il cilindro posteriore della Monster. Sembrava essere l’inizio di una florida collaborazione tra le due aziende, che l’uscita della Scrambler bolognese, di fatto, ha bloccato. Qui il comunicato di Borile Motociclette:
Milano, Vò Euganeo. Borile Motociclette www.borile.it: una doverosa dichiarazione.
È di questi giorni la presentazione di Ducati della “sua” Scrambler. Come è a tutti noto, e in particolare alla stampa, il nostro progetto Scrambler con motore Borile-Ducati è nato con la piena disponibilità e anche il dichiarato “incoraggiamento” di Ducati stessa,
quando Amministratore delegato era Gabriele Del Torchio (poi Ad di Alitalia) e poco prima che la casa di Borgo Panigale fosse ceduta ad Audi.
In Ducati tutti sapevano di questa collaborazione, al punto che si misero a disposizione per fornirci testa e cilindro. Al punto che ci accordammo con Del Torchio e il suo staff tecnico per presentare loro in anteprima e “in segreto” la prima versione della “nostra”
Scrambler.
Qui sotto il video amatoriale girato durante la presentazione della nostra Scrambler a Del Torchio e allo staff tecnico Ducati, nel piazzale della Ducati stessa, con tanto di prova da parte loro! Fino ad oggi lo avevamo ritenuto “privato e riservato” ma, considerata la totale indifferenza della Ducati nei nostri confronti, ci sembra doveroso usarlo come testimonianza di quanto raccontato, per rispetto del nostro lavoro.
L'operazione avrebbe comportato la possibilità – questi almeno erano gli intendimenti – di vendere il modello anche nei concessionari Ducati, tant'è che allora – noi eravamo all'inizio della costruzione della nostra rete commerciale – non furono sollevate
obiezioni al fatto che il più grande concessionario Ducati d'Italia, quello di Firenze, diventasse anche concessionario Borile, proprio sull'onda della collaborazione in corso e in attesa di ricevere per primo i nuovi modelli della Scrambler Borile-Ducati.
Non parliamo di un'era fa, non sono passati più di tre anni. All'Eicma 2011 presentammo il “manichino” della moto alla stampa, con riprese tv e interviste, dopodiché tutti, fior fiore di giornalisti italiani e stranieri, hanno sempre parlato di Scrambler Borile-Ducati, senza che mai Ducati manifestasse alcun problema e soprattutto verificando il crescente interesse che la Scrambler “gialla” (come da
tradizione e storia) da noi creata stava sollevando nel pubblico.
Poi, se ne va Del Torchio. Arriva Audi e noi non riusciamo più nemmeno a fissare un incontro e, guarda guarda, qualche mese dopo iniziano a girare le voci di un progetto Scrambler Ducati.
Oggi la Scrambler Ducati è stata ufficialmente presentata, gialla, ovviamente più finita, industrialmente più raffinata e affinata rispetto alla nostra, ma l'idea è stata nostra e l'abbiamo svelata a Ducati ben prima che decidessero di rifare la Scrambler. Non vi nascondiamo che abbiamo atteso questa presentazione, nella speranza fino all'ultimo che qualcuno in Ducati avesse l'attenzione di dirci una parola, anche solo dandoci “un’anteprima”, ma… nulla!
Ne prendiamo atto e oggi vogliamo soltanto raccontare questa storia, senza “piagnistei” ma per orgoglio di marca, perché è doveroso spiegare i rapporti intercorsi e la “disattenzione” del colosso tedesco verso la piccola impresa italiana. Lo dobbiamo in primo luogo al genio creativo e all’intuito di Umberto Borile, e nel fondato sospetto di essere stati usati – perché è esattamente così che ci sentiamo – consapevolmente e gratuitamente come “indagine di mercato” e addirittura come “tester". Dal momento che non si producono moto come le nostre se si è abituati a strizzare l'occhio al quieto conformismo, al lasciar correre, ad una silenziosa e un po' vile convenienza ma soltanto se si è autentici e solidi, se si è orgogliosi del proprio mestiere, se si è sinceri con se stessi e con i consumatori, abbiamo l'obbligo di non fingere noncuranza di fronte a questa poco auspicata novità.
Per questo vi abbiamo raccontato l'accaduto. E, poi, abbiamo guardato la nostra Scrambler. E abbiamo capito che la sua produzione, nonostante le difficoltà procurateci, ha più senso di prima. Non occorre avere un occhio particolarmente esperto per capirlo.
La nostra è la moto creata dalla passione e dai sogni di un uomo. Arte."
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Ancora una volta si sono serviti di noi italiani per avere le idee, poi le hanno realizzate e a noi neppure un grazie! Forse non molti se lo ricordano, ma il sistema common-rail per i turbodiesel delle auto l'aveva inventato la Fiat, ma poi ci ha pensato la Bosch a svilupparselo e a venderlo in tutto il mondo
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