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Dieselgate gas di scarico: test effettuati su scimmie e cavie umane

La stampa tedesca denuncia che Volkswagen, BMW e Daimler avrebbero condotto test su scimmie e cavie umane per valutare gli effetti dei gas di scarico prodotti dalle autovetture. La Merkel condanna e invita i tre gruppi a fare chiarezza: “L’indignazione di tante persone è assolutamente comprensibile"
Test su animali e cavie umane
Secondo quanto riportano Sueddeutshe e Stuttgarter Zeitung, BMW, Volkswagen e Daimler avevano fondato nel 2007 la Società di Ricerca europea per l’Ambiente e la Salute nei Trasporti (poi sciolta nel 2017), per indagare i possibili rischi per la salute derivanti dai gas di scarico delle automobili diesel e avrebbero usato come cavie animali vivi e anche esseri umani. L'ipotesi - rilanciata dal dossier del New York Times che ha aperto il caso - era già stata ventilata, ma si riteneva che gli esperimenti su cavie umane non fossero mai stati condotti. La realtà s’è però dimostrata essere molto diversa.
Nel 2015 dieci esemplari di scimmie giapponesi sono state rinchiuse in un laboratorio del New Mexico e sottoposte all’emissione di gas di scarico per 4 ore. Dalla ricerca pubblicata il 7 maggio 2016 sulla rivista International Archives of Occupational and Environmental Health e condotta dall’Università tedesca di Aquisgrana in collaborazione con la stessa Società fondata dalle tre case (Eugt) emergono ulteriori dettagli: gli stessi test sarebbero infatti stati effettuati con simili modalità anche su esseri umani sani, ovviamente volontari. “Venticinque persone sono state sottoposte a dei controlli presso la clinica universitaria di Aquisgrana dopo che avevano respirato, per diverse ore, e in diverse concentrazioni, dell’ossido d’azoto”, scrive la Sz. Effettuati ad Aquisgrana nel 2013 e 2014, ben prima cioè di quelli condotti sulle scimmie e citati dal New York Time, i test si sono basati sull’inalazione di diossido di azoto per tre ore al giorno per quattro settimane consecutive: sottolineando l’autorizzazione rilasciata dal comitato etico dell’università, il policlinico universitario RWTH di Aquisgrana ha affermato che i test sulle persone  non avevano "nulla a che fare contenutisticamente con la questione del dieselgate, né avevano alcun collegamento con gli esperimenti fatti sulle scimmie citati dal New York Times".
Negando qualsiasi responsabilità, Daimler e BMW ne prendono le distanze, condannando unanimemente le modalità con cui i test sono stati eseguiti. Si scusava invece Volkswagen la scora settimana, riferendosi però ai soli test effettuati sulle scimmie ed etichettandoli come “errori di valutazione”.
I responsabili saranno in ogni caso chiamati a rispondere: “Questi test sugli animali e perfino sulle persone non trovano alcuna giustificazione sul piano etico. L’indignazione di tante persone è assolutamente comprensibile”, ha affermato il portavoce di Angela Merkel Steffen Seibert, a cui fanno eco numerosi altri esponenti del mondo della politica, dell’industria e ambientalisti, tra cui il presidente della Bassa Sassonia Stephan Weil che, in qualità di maggiore azionista del gruppo Volkswagen, ha definito tali pratiche “assurde e ributtanti”, chiedendo chiarezza e responsabilità. 
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