Dario Marchetti sesto alla TNT Cup sul Red Bull Ring
Sulla pista che questo fine settimana ospiterà il Motomondiale, in nostro Dario Marchetti ha preso parte alla TNT Cup, una gara utile anche per verificare l’efficacia di alcune modifiche alla sua Panigale R. Il sesto posto ottenuto non l’ha soddisfatto, ma ha capito dove lavorare per migliorare la moto
Image
News
Questione di elettronica
Il nostro Dario Marchetti, pluri campione italiano e specialista delle grosse cilindrate, ha corso con una settimana di anticipo sulla stessa pista che domenica prossima ospiterà il Mondiale MotoGP dopo la lunga pausa estiva. Sulla pista austriaca del Red Bull Ring si correva la TNT Cup, appuntamento internazionale che richiama piloti da tutta Europa: per Marchetti, schierato nella Superbike, un ottimo allenamento e soprattutto l’occasione di verificare l’efficacia di alcune modifiche alla sua Ducati Panigale R confrontandosi con gli altri.
Il test è stato soddisfacente, il piazzamento finale lascia invece un po’ di amaro in bocca: sesto, a pochi secondi dal primo. La partenza in seconda fila permetteva di nutrire qualche ambizione ma alla prima curva tutto si è complicato.
“Ero scattato bene, ma alla prima frenata un pilota che non ho riconosciuto mi ha attaccato, io ho resistito ma sono stato spinto all’esterno e si sono infilati altri tre avversari. I primi due avevano preso già un po’ di vantaggio, io invece mi sono trovato intruppato tra gli inseguitori e non c’è stato modo di organizzare un inseguimento”.
Il problema è stato anche nelle caratteristiche della moto: “Ho un motore che va fortissimo ma l’elettronica è ancora da mettere a punto perché lascia scivolare troppo la gomma posteriore, la ruota gira ma i cavalli non arrivano a terra. Così perdevo in accelerazione rispetto alle quattro cilindri e quando arrivavo alla curva successiva non le potevo attaccare in frenata perché ero troppo lontano. Ogni volta mi facevo sotto e ogni volta mi scappavano. Se fossi stato più cattivo alla prima curva avrei avuto pista libera e avrei potuto correre diversamente ma le corse non si fanno con i “se” ed i “ma” e comunque non ho rimpianti: tengo più alla mia fama di pilota corretto che al piazzamento di una gara”.
La vittoria all’austriaco Harald Huber (BMW), che ha preceduto i connazionali Patrick Gebetroither (Kawasaki), Martin Trischer (BMW), il campione nazionale Klaus Holzer (BMW), Hans Hoffmann (Aprilia) e Dario Marchetti (Ducati), primo dei non austriaci.
Il nostro Dario Marchetti, pluri campione italiano e specialista delle grosse cilindrate, ha corso con una settimana di anticipo sulla stessa pista che domenica prossima ospiterà il Mondiale MotoGP dopo la lunga pausa estiva. Sulla pista austriaca del Red Bull Ring si correva la TNT Cup, appuntamento internazionale che richiama piloti da tutta Europa: per Marchetti, schierato nella Superbike, un ottimo allenamento e soprattutto l’occasione di verificare l’efficacia di alcune modifiche alla sua Ducati Panigale R confrontandosi con gli altri.
Il test è stato soddisfacente, il piazzamento finale lascia invece un po’ di amaro in bocca: sesto, a pochi secondi dal primo. La partenza in seconda fila permetteva di nutrire qualche ambizione ma alla prima curva tutto si è complicato.
“Ero scattato bene, ma alla prima frenata un pilota che non ho riconosciuto mi ha attaccato, io ho resistito ma sono stato spinto all’esterno e si sono infilati altri tre avversari. I primi due avevano preso già un po’ di vantaggio, io invece mi sono trovato intruppato tra gli inseguitori e non c’è stato modo di organizzare un inseguimento”.
Il problema è stato anche nelle caratteristiche della moto: “Ho un motore che va fortissimo ma l’elettronica è ancora da mettere a punto perché lascia scivolare troppo la gomma posteriore, la ruota gira ma i cavalli non arrivano a terra. Così perdevo in accelerazione rispetto alle quattro cilindri e quando arrivavo alla curva successiva non le potevo attaccare in frenata perché ero troppo lontano. Ogni volta mi facevo sotto e ogni volta mi scappavano. Se fossi stato più cattivo alla prima curva avrei avuto pista libera e avrei potuto correre diversamente ma le corse non si fanno con i “se” ed i “ma” e comunque non ho rimpianti: tengo più alla mia fama di pilota corretto che al piazzamento di una gara”.
La vittoria all’austriaco Harald Huber (BMW), che ha preceduto i connazionali Patrick Gebetroither (Kawasaki), Martin Trischer (BMW), il campione nazionale Klaus Holzer (BMW), Hans Hoffmann (Aprilia) e Dario Marchetti (Ducati), primo dei non austriaci.
Aggiungi un commento