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Dakar 2019, è iniziata l’avventura

Dopo la cerimonia d’inaugurazione di ieri, la Dakar 2019 è entrata nel vivo con la prima tappa Lima-Pisco. Più combattivi che mai, i team Honda e Yamaha sono determinati a strappare la vittoria a KTM dopo 17 anni. Barreda, Benavides, Van Beveren e de Soultrait saranno i principali avversari della squadra austriaca, che conta su Price, Sunderland e Walkner per tenersi il trofeo
Cento per cento Perù, cento per cento Dakar
Quando si parla di rally raid la prima cosa che viene in mente è la Dakar. Partita la prima volta quarant’anni fa da Parigi grazie all’intuizione di Thierry Sabine – l’avventuriero che, dopo essersi perso nel deserto del Ténéré, percepì che quel luogo inospitale sarebbe stato lo scenario perfetto per una gara di motori – anche dopo aver lasciato l’Africa per il Sud America resta uno dei più importanti eventi del calendario del motorsport.
Perché la Dakar è uno stato mentale, non un luogo fisico. Nonostante sia stata costretta a evolversi e cambiare continente a causa di potenziali minacce terroristiche, e sebbene il fascino di un tempo avesse indubbiamente un sapore diverso, la corsa dimostra di non temere confronti ed è considerata tuttora l’archetipo di tutte le sfide motoristiche più impegnative.
Non c’è da stupirsi, dunque, se le Case ufficiali sono presenti anche quest’anno, malgrado le difficoltà incontrate nei mesi scorsi durante l'organizzazione della quarantunesima edizione, che si è dovuta accontentare di un percorso più breve del solito – 5.500 chilometri contro i quasi 10.000 a cui eravamo abituati – e che per la prima volta si snoderà in un solo Paese.
Cento per cento Perù, cento per cento Dakar è il claim di quest’anno, che promette dieci tappe con una grande quantità di sabbia e dune che renderanno la gara particolarmente impegnativa, sia in termini di guida che navigazione. La ASO ha iniziato a esplorare i deserti peruviani nel 2012 e 2013 notando somiglianze con la vastità di quelli presenti in Africa, che il Paese sudamericano riesce in parte a emulare.
Con una cerimonia sulla spiaggia di Magdalena, dove migliaia di visitatori si sono radunate per assistere alla sfilata dei piloti sul palco, la Dakar 2019 è ufficialmente iniziata. Centotrentasette le moto in gara, con KTM che comincia l’avventura con 17 vittorie consecutive in tasca e gli stessi piloti che negli ultimi tre anni hanno contribuito a renderla imbattibile: Toby Price, Sam Sunderland e Matthias Walkner. Determinati a estendere la supremazia della Casa austriaca, i tre alfieri dovranno vedersela con il velocissimo Joan Barreda e il numero due dell’edizione 2018 Kevin Benavides se vorranno vanificare l'ennesimo tentativo di Honda di salire sul trono. Il team Yamaha, invece, sta contando su Adrien Van Beveren e Xavier de Soultrait per raggiungere risultati senza precedenti. Dopo un podio sfiorato nel 2017 e un impressionante incidente che l’anno scorso l’ha messo fuori gioco mentre stava per terminare la decima tappa con un vantaggio considerevole sui suoi rivali, Van Beveren è tornato per prendersi la rivincita, consapevole di avere le carte in regole per puntare al primo posto. Dopotutto sulla sabbia si trova perfettamente a suo agio, basti pensare alle tre vittorie consecutive, dal 2014 al 2016, ottenute all’Enduropale du Touquet, un’altra gara estrema ideata da Sabine.
Ma per sapere come andrà a finire bisogna seguire il rally giorno per giorno, a partire dal primo stage di oggi che condurrà i piloti a Pisco attraverso 330 chilometri di trasferimento e 84 di speciale. La Dakar 2019 sarà breve e lunga allo stesso tempo e, per gestirla al meglio, i piloti dovranno restare umili senza dare nulla per scontato perché ogni giorno può cambiare tutto.
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