Dakar 2019, 1ª tappa: Barreda detta legge e porta in testa la Honda
La Dakar 2019 si apre con lo sprint di Joan Barreda, che porta subito la Honda in vetta in una breve speciale di 84 chilometri. Dietro di lui la Husqvarna di Pablo Quintanilla e Ricky Brabec sull’altra giapponese. Jacopo Cerutti su Husqvarna è il più veloce degli italiani
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La “Dinamita” è esplosa
Ormai ci ha abituato così e, d’altronde, l’appellativo “Bang Bang” non gli è stato attribuito a caso. Joan Barreda è veloce. Merito della vena che gli chiude quando la sua competitività prende il sopravvento. Joan Barreda è veloce, spesso più di tutti. Colpa del suo passato di crossista, retaggio di cui non riesce a liberarsi. Perché la virtù del catalano è un’arma a doppio taglio, che da un lato lo gratifica con svariate vittorie di tappa, ma dall’altro gli impedisce di frenarsi per far prevalere la strategia, indispensabile per conquistare il titolo finale nella maratona dakariana.
Con il miglior tempo di oggi, il trentacinquenne del team Monster Energy Honda arriva a ben 23 stage vinti dalla sua prima partecipazione nel 2011. Un successo che, per il momento, non l’ha portato più in là di un 5º posto, ottenuto due edizioni fa. Anche per la Dakar 2019 Joan ha optato per un approccio aggressivo, dettando legge durante la prima delle dieci tappe di questo rally peruviano e prendendo di petto gli 84 chilometri di speciale della tappa Lima-Pisco, che i piloti hanno percorso partendo in ordine invertito rispetto al numero di gara.
Scattato in coda assieme agli altri élite riders, “Dinamita” Barreda è uscito dal tratto selettivo dopo 57’36’’, distaccando il cileno Pablo Quintanilla del team Rockstar Energy Husqvarna Factory Racing di +1’34’’ e il suo compagno di squadra americano Ricky Brabec di +2'52". Un giornata incoraggiante per Honda, che vede quattro moto nella top 10, con Kevin Benavides e José Ignacio “Nacho” Cornejo rispettivamente all’8º e 9º posto. Notevole l’11º tempo di Paulo Gonçalves in sella all’ultima Honda, al via dopo solo un mese da un infortunio e conseguente intervento chirurgico.
Bene anche l’asso dello Yamalube Yamaha Official Rally Team Adrien van Beveren, che chiude in 4ª posizione a +2’55’’, spinto dalla voglia di rivalsa dopo un podio sfiorato nel 2017 e un brutto incidente che l’anno scorso l’ha costretto al ritiro alla tappa numero 10, mentre era in testa alla classifica generale. "Oggi non mi sono divertito molto a dire il vero, perché non ho osato partire all’attacco. In speciale c'erano alcune dune difficili e pericolose, inoltre abbiamo anche attraversato un rio che mi ha riportato alla mente i brutti ricordi dell’incidente. Detto questo, sono felice: siamo finalmente arrivati al nocciolo della gara. Ora dovrò rimanere concentrato giorno dopo giorno per assicurarmi che le cose vadano per il meglio”.
Meno entusiasmanti (ma forse frutto di una strategia), i risultati dei portabandiera della regina incontrastata della Dakar da 17 anni. Il Red Bull KTM Factory Racing ha schierato, tra gli altri, i vincitori delle ultime tre edizioni, che hanno percorso la tappa odierna finendo nelle posizioni 5, 6 e 7: Sam Sanderland a +2’56’’, Toby Price a +3’08’’ e Matthias Walkner a +3’12’’ dal leader. Degna di nota la performance dell’australiano, reduce, nello stesso periodo di Gonçalves, da un’operazione al polso, che sente ancora un po’ dolorante. Chiude la top 10 Xavier de Soultrait sull'altra Yamaha, anche lui, come il compagno di squadra e connazionale Van Beveren, costretto al ritiro un anno fa.
Il 31º posto dell’ottima Laia Sanz del team KTM Factory Racing suggerisce su un ritmo più cauto per non rischiare di commettere errori così presto: "È davvero strano essere di nuovo in sella sulle dune. Dopo un problema di salute mi ci è voluto un po' per abituarmi di nuovo a tutto e ho bisogno di lavorare sulla fiducia. La mia forma fisica sembra buona, mi sento bene, ma oggi si è trattato solo di un breve assaggio. Continuerò a impostare un buon passo sicuro e, auspicabilmente, a migliorare la mia posizione man mano che la gara prosegue".
Ha attirato l’attenzione anche la prova di Jacopo Cerutti. Al pilota Husqvarna – che nel 2016, come rookie, aveva ottenuto un ottimo 12º posto assoluto – è stato erroneamente attribuito un gap di +1.12’52’’ da Barreda, a causa del quale si sarebbe piazzato solo 129º. Un malinteso risolto poco fa, che lo vede occupare la 32ª posizione in questa prima giornata.
Il resto degli altri italiani è guidato da Maurizio Gerini al 38º posto seguito da Mirko Pavan, 85º, Nicola Dutto, il primo paraplegico alla Dakar, stupisce con un 107º posto, Mirco Miotto 122º. Chiudono la lista Elio Aglioni, 125º e Gabriele Minelli, 130º.
Ormai ci ha abituato così e, d’altronde, l’appellativo “Bang Bang” non gli è stato attribuito a caso. Joan Barreda è veloce. Merito della vena che gli chiude quando la sua competitività prende il sopravvento. Joan Barreda è veloce, spesso più di tutti. Colpa del suo passato di crossista, retaggio di cui non riesce a liberarsi. Perché la virtù del catalano è un’arma a doppio taglio, che da un lato lo gratifica con svariate vittorie di tappa, ma dall’altro gli impedisce di frenarsi per far prevalere la strategia, indispensabile per conquistare il titolo finale nella maratona dakariana.
Con il miglior tempo di oggi, il trentacinquenne del team Monster Energy Honda arriva a ben 23 stage vinti dalla sua prima partecipazione nel 2011. Un successo che, per il momento, non l’ha portato più in là di un 5º posto, ottenuto due edizioni fa. Anche per la Dakar 2019 Joan ha optato per un approccio aggressivo, dettando legge durante la prima delle dieci tappe di questo rally peruviano e prendendo di petto gli 84 chilometri di speciale della tappa Lima-Pisco, che i piloti hanno percorso partendo in ordine invertito rispetto al numero di gara.
Scattato in coda assieme agli altri élite riders, “Dinamita” Barreda è uscito dal tratto selettivo dopo 57’36’’, distaccando il cileno Pablo Quintanilla del team Rockstar Energy Husqvarna Factory Racing di +1’34’’ e il suo compagno di squadra americano Ricky Brabec di +2'52". Un giornata incoraggiante per Honda, che vede quattro moto nella top 10, con Kevin Benavides e José Ignacio “Nacho” Cornejo rispettivamente all’8º e 9º posto. Notevole l’11º tempo di Paulo Gonçalves in sella all’ultima Honda, al via dopo solo un mese da un infortunio e conseguente intervento chirurgico.
Bene anche l’asso dello Yamalube Yamaha Official Rally Team Adrien van Beveren, che chiude in 4ª posizione a +2’55’’, spinto dalla voglia di rivalsa dopo un podio sfiorato nel 2017 e un brutto incidente che l’anno scorso l’ha costretto al ritiro alla tappa numero 10, mentre era in testa alla classifica generale. "Oggi non mi sono divertito molto a dire il vero, perché non ho osato partire all’attacco. In speciale c'erano alcune dune difficili e pericolose, inoltre abbiamo anche attraversato un rio che mi ha riportato alla mente i brutti ricordi dell’incidente. Detto questo, sono felice: siamo finalmente arrivati al nocciolo della gara. Ora dovrò rimanere concentrato giorno dopo giorno per assicurarmi che le cose vadano per il meglio”.
Meno entusiasmanti (ma forse frutto di una strategia), i risultati dei portabandiera della regina incontrastata della Dakar da 17 anni. Il Red Bull KTM Factory Racing ha schierato, tra gli altri, i vincitori delle ultime tre edizioni, che hanno percorso la tappa odierna finendo nelle posizioni 5, 6 e 7: Sam Sanderland a +2’56’’, Toby Price a +3’08’’ e Matthias Walkner a +3’12’’ dal leader. Degna di nota la performance dell’australiano, reduce, nello stesso periodo di Gonçalves, da un’operazione al polso, che sente ancora un po’ dolorante. Chiude la top 10 Xavier de Soultrait sull'altra Yamaha, anche lui, come il compagno di squadra e connazionale Van Beveren, costretto al ritiro un anno fa.
Il 31º posto dell’ottima Laia Sanz del team KTM Factory Racing suggerisce su un ritmo più cauto per non rischiare di commettere errori così presto: "È davvero strano essere di nuovo in sella sulle dune. Dopo un problema di salute mi ci è voluto un po' per abituarmi di nuovo a tutto e ho bisogno di lavorare sulla fiducia. La mia forma fisica sembra buona, mi sento bene, ma oggi si è trattato solo di un breve assaggio. Continuerò a impostare un buon passo sicuro e, auspicabilmente, a migliorare la mia posizione man mano che la gara prosegue".
Ha attirato l’attenzione anche la prova di Jacopo Cerutti. Al pilota Husqvarna – che nel 2016, come rookie, aveva ottenuto un ottimo 12º posto assoluto – è stato erroneamente attribuito un gap di +1.12’52’’ da Barreda, a causa del quale si sarebbe piazzato solo 129º. Un malinteso risolto poco fa, che lo vede occupare la 32ª posizione in questa prima giornata.
Il resto degli altri italiani è guidato da Maurizio Gerini al 38º posto seguito da Mirko Pavan, 85º, Nicola Dutto, il primo paraplegico alla Dakar, stupisce con un 107º posto, Mirco Miotto 122º. Chiudono la lista Elio Aglioni, 125º e Gabriele Minelli, 130º.
Domani la Dakar 2019 proseguirà con la tappa Pisco-San Juan de Marcona e la gara si farà interessante con 553 chilometri totali e una speciale di 342 in cui le auto apriranno lo stage, il che potrebbe facilitare la navigazione delle moto, ma anche rendere loro il tracciato più difficile da percorrere. Ad ogni modo, la 41ª edizione della Dakar è ancora tutta da scrivere.
Classifica generale dopo la 1ª tappa: 1. Barreda (Honda) 57'36" - 2. Quintanilla (Husqvarna) +1'34" - 3. Brabec (Honda) +2'52" - 4. Van Beveren (Yamaha) +2'55" - 5. Sunderland (KTM) +2'56" - 6. Price (KTM) +3'08" - 7. Walkner (KTM) +3'12" - 8. Benavides (Honda) +4'00" - 9. Cornejo (Honda) +5'22" - 10. de Soultrait (Yamaha) +5'54"
Classifica generale dopo la 1ª tappa: 1. Barreda (Honda) 57'36" - 2. Quintanilla (Husqvarna) +1'34" - 3. Brabec (Honda) +2'52" - 4. Van Beveren (Yamaha) +2'55" - 5. Sunderland (KTM) +2'56" - 6. Price (KTM) +3'08" - 7. Walkner (KTM) +3'12" - 8. Benavides (Honda) +4'00" - 9. Cornejo (Honda) +5'22" - 10. de Soultrait (Yamaha) +5'54"
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