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Dakar 2017: la quarta tappa avrà due percorsi diversi per evitare le dune

Durante la quarta tappa del rally ci sarà la possibilità di scegliere un percorso alternativo per evitare le dune ad alta quota, ma preferire l’opzione più facile costerà una penalità di 12 ore
Una variante senza precedenti
Manca solo un giorno alla partenza della Dakar 2017 che da Asunción, in Paraguay, arriverà a Buenos Aires, in Argentina. Nel mezzo, però, ci sono la Bolivia e 9.000 chilometri da percorrere, in cui le tipologie di terreno e le insidie di una gara devastante quando seducente, prevedono anche ben sei giorni consecutivi ad alta quota.
Le tappe in questione spaventano non poco i concorrenti, che dovranno sopportare un’altitudine di 3.500 metri, unita alle classiche difficoltà a cui la storica corsa motoristica ci ha abituato in quasi quarant’anni di emozioni.
Lo scenario cambierà drasticamente dalla terza tappa, con l'aumento della temperatura e dell’altitudine ma, evidentemente, a preoccupare di più sarà la giornata del 5 gennaio, ovvero la tappa numero quattro San Salvador de Jujuy (Arg) - Tupiza (Bol) lunga 521 chilometri totali, di cui 416 
cronometrati. Qui i piloti incontreranno svariate difficoltà: dall’altitudine, naturalmente, alla navigazione, alle dune.
Il Direttore Sportivo Marc Coma ha apportato, così, dei cambiamenti dell’ultimo minuto, decidendo di adottare, per questa tappa, due percorsi differenti, che daranno la possibilità di scegliere un’alternativa meno dura e di evitare le temibili dune di Tupiza. Chi approfitterà della soluzione più agevole, però, pagherà un prezzo molto caro: 12 ore di penalità forfettaria che influiranno in modo decisivo sulla classifica, e danneggeranno irrimediabilmente chi puntava a un risultato importante.
«Con questa modifica, il percorso alternativo misurerà 50 chilometri in meno rispetto al tracciato originario - spiega Marc Coma - ma soprattutto si eviteranno le prime vere grandi dune di questa Dakar, a 4.000 metri di quota, e noi stiamo ridisegnando una parte del roadbook. È accaduto spesso, nel corso degli anni, che dei tratti di percorso venissero tagliati perché impossibili da fronteggiare, e che molti equipaggi fossero eliminati dalla gara per averlo fatto. Creando una variante per gli equipaggi meno preparati, abbiamo dato a tutti la chance di restare in gara».
Inutile sottolineare che 12 ore sono parecchie ma, chi mira soltanto a concludere la gara e giungere a Buenos Aires, potrà sfruttare questa opportunità per arrivare in fondo alla Dakar.
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