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Dakar 2016, Manuel Lucchese: tra i primi senza aiuti

Nella Dakar appena conclusa non ci sono italiani nelle zone alte della classifica generale, ma i buoni risultati dei nostri connazionali non sono mancati: tra questi un posto d'onore merita senza dubbio Manuel Lucchese che ha conquistato il terzo posto nella categoria più dura, quella riservata ai piloti che non possono avere alcun tipo di assistenza. Nonostante un incidente in Bolivia, il romano è riuscito a riparare la moto e riprendere la corsa, concludendo con un ottimo terzo posto di categoria
Chapeau!
Alla Dakar di quest'anno gli italiani non hanno brillato nella classifica generale, ma se andiamo a vedere più da vicino è assolutamente da citare l'impresa di Manuel Lucchese che in sella alla Yamaha WR450F di serie ha conquistato il terzo gradino del podio nella categoria Malles Moto. Questa classe è riservata a tutti coloro che affrontano la gara “da soli”, infatti non possono ricevere alcuna assistenza meccanica o aiuto che sia. Ogni pilota ha a disposizione una piccola cassa, delle dimensioni 80cm x 45cm x 35cm, nella quale mettere ricambi e attrezzi, e in quest'ottica la gara diventa proprio una sfida in cui si può contare solo sulle proprie forza. L'alfiere della casa di Iwata ce l'ha fatta: è stato protagonista della prima settimana anche se, una volta arrivato in Bolivia, ha dovuto fare i conti con un incidente che lo ha messo a dura prova e gli ha fatto perdere tre ore importanti. Il 27enne romano è comunque riuscito nell'impresa di mettere a posto la sua moto e portare a termine la Dakar, conquistando il terzo posto nella sua categoria e il 44esimo posto assoluto nella generale. Lucchese ha dichiarato: “Sono davvero felice di questo risultato. È stato molto difficile gareggiare di giorno e fare il meccanico la sera. Dormivo solo 2 ore a notte e facevo qualche breve "siesta" quando arrivavo in anticipo alle prove speciali. Sicuramente, un fattore importante che mi ha permesso di raggiungere questo traguardo è stata la scelta della moto: la Yamaha WR450F si è dimostrata estremamente affidabile. Non ho mai dovuto effettuare alcun intervento oltre la normale manutenzione. Nella tappa di Fiambala ho bucato il radiatore a causa della fitta vegetazione e perso tutta l'acqua, ma la moto ha continuato ad andare senza problemi permettendomi di arrivare fino alla fine della tappa. Il mezzo era completamente di serie: a parte la strumentazione da rally ed i serbatoi maggiorati, non avevo apportato particolari modifiche. Le prestazioni della WR450F mi hanno permesso di ottenere degli ottimi risultati assoluti di tappa. Ci tengo a ringraziare Yamaha per il loro supporto e tutti gli sponsor ed amici che mi hanno sostenuto. Ovviamente, essendo un ragazzo che non si accontenta mai, ho già in mente la Dakar 2017: vorrei riuscire a vincere la categoria e migliorare ulteriormente il mio risultato assoluto".
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