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Crisi coronavirus, a rischio 300.000 posti nel settore moto

A causa del fermo delle attività imposto dalla pandemia di Coronavirus il settore moto rischia di veder sfumare circa 300.000 posti di lavoro. Questo è l'allarme lanciato dall'ACEM che ammonisce: "Politica e industria dovranno lavorare assieme per limitare i danni"
Scenario preoccupante
L'emergenza sanitaria che stiamo affrontando in questi giorni scatenerà anche un'emergenza economica. Per contenere la pandemia, infatti, la maggior parte delle attività produttive è stata sospesa, paralizzando la produzione industriale con una conseguente perdita economica, attualmente difficile da quantificare. Sono tanti i settori in cirsi e quello moto è uno di questi. L'ACEM, Associazione Europea dei Costruttori di Moto, ha delineato uno scenario abbastanza preoccupante: l'interruzione della filiera produttiva e degli approvigionamenti, ma soprattutto lo stop alle vendite dovuto alla chiusura delle concessionarie ha prodotto un danno incalcolabile. Si stima che in tutta la Comunità Europea il fermo produttivo si rifletterà con una cascata di segno meno sui bilanci che possono interessare ben 300.000 posti di lavoro. Il problema maggiore in tutto ciò, è proprio la durata del fermo che, se dovesse protrarsi ancora per molto, renderà la situzione difficilmente risolvibile anche attingendo agli ammortizzatori sociali messi in campo dal Governo. Spiega Stefan Pierer, CEO KTM e presidente ACEM: “La crisi legata al Coronavirus metterà alla prova la nostra capacità di affrontare contemporaneamente una grave crisi sanitaria ed ancor più economica. I membri dell’ACEM collaborano pienamente con le autorità per rallentare la diffusione della pandemia. Siamo preoccupati per i nostri dipendenti e i partner; vogliamo assicurarci che siano al sicuro e non corrano rischi per la salute. Per risolvere la questione abbiamo bisogno di politiche mirate a limitare i danni al nostro settore“. A ruota anche Antonio Perlot, segretario generale ACEM: “ACEM si sta adoperando con tutti i partner nell’UE e con le amministrazioni nazionali per trovare soluzioni a questa crisi epocale. Le cose si stanno evolvendo rapidamente e la nostra associazione sta valutando attentamente il da farsi, in stretta collaborazione con le associazioni di settore in Europa e i produttori di veicoli. La nostra richiesta ai politici è di lavorare insieme e di adottare le misure necessarie per proteggere i cittadini europei e le nostre economie nel breve e soprattutto nel lungo termine”.
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