Come sarà la nuova Honda CB400? Ecco quello che sappiamo
Della nuova naked giapponese si è detto molto, forse troppo. In attesa della (possibile) presentazione facciamo il punto sulle sue caratteristiche
Le anticipazioni provenienti dal Giappone a proposito della Honda CB400 che dovrebbe arrivare stanno diventando una telenovela ma l’argomento è interessante. I colleghi della testata nipponica Young Machine, che per primi avevano scoperto la cosa, si sono divertiti a interpellare quello che viene definito “un professionista dello sviluppo di motociclette” senza svelarne il nome. Gli hanno chiesto di fornire una “previsione professionale” in base alla sua esperienza, per ipotizzare come potrebbe essere la moto che verrà. Le risposte sono state un po’ prevedibili, ma interessanti. Ecco cosa ne è scaturito.
Prestazioni senza esagerare
Per cominciare, conformemente alla filosofia Honda la CB400 non dovrebbe essere una moto che ricerca prestazioni estreme e tantomeno che punta a confrontarsi con I 77 CV della Kawasaki ZX-4R; dovrebbe essere un veicolo equilibrato che sfida la “Verdona” sul fronte della sfruttabilità piuttosto che su quello della velocità assoluta. Naturalmente dovrà avere più dei 56 CV della vecchia CB400 (venduta solo in Giappone), per cui è ragionevole ipotizzare una potenza dell'ordine di 70 CV. Visto che la Casa di Tokyo ha appena sviluppato un sistema di frizione elettronica utilizzato per la prima volta sulle CB e CBR650R, che consente la guida senza frizione e passa istantaneamente al funzionamento manuale una volta azionata la leva della frizione, è verosimile che venga montata anche qui: è già stata annunciata l’intenzione di introdurla su tutti i futuri modelli.
Ecco come era la vecchia CB 400 pensionata un paio di anni fa (e mai venduta sui nostri mercati)
Motore sempre a 4 cilindri
La nuova CB400 si rifà all’eredità del vecchio modello, quindi ci si aspetta che avrà un motore quattro cilindri frontemarcia a quattro tempi, con raffreddamento liquido e distribuzione a quattro valvole per cilindro. A differenza di quello, però, è probabile che la distribuzione doppio albero a camme in testa sia comandata da una catena disposta lateralmente, invece che centralmente come allora, secondo le tendenze più recenti.
Un occhio ai costi
Per confrontarsi con la Kawasaki sarà importante avere un peso molto contenuto e un prezzo d’acquisto allettante, il che significa evitare soluzioni complesse. Per il telaio, meglio non utilizzare parti o rinforzi superflui e trovare l’equilibrio tra peso e rigidità già in fase di progettazione. La scelta ideale è quella di un telaio a diamante invece che a doppia culla come nel vecchio modello. La soluzione “a diamante” impiega il motore come parte stressata della struttura per cui consente di avere un telaio più semplice, a parità di rigidità, e tendenzialmente porta a un veicolo con caratteristiche di maggiore agilità. Il materiale naturalmente è l’acciaio, meno costoso di altre soluzioni come l’alluminio.
La scelta è quasi obbligata per quanto riguarda le sospensioni: addio ai vecchi due ammortizzatori e a tutto il resto: l’unica possibilità sono la sospensione posteriore monoammortizzatore, verosimilmente con un sistema di leveraggi Pro Link, e una forcella a steli rovesciati con pinze a fissaggio radiale. I vantaggi sono sia estetici che funzionali.
Resta la questione styling ed è importantissima su una moto del genere. Come potete vedere dalle elaborazioni di Young Machine in alto, il design non può che richiamare quello della moto dalla quale la nuova CB400 trae ispirazione. Sarà interessante vedere quanto le previsioni abbiano avvicinato il pensiero dei progettisti. Forse lo scopriremo a EICMA, qui tutte le anticipazioni del salone di Milano.
Foto e immagini
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