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CFmoto: fabbrica d'avanguardia per conquistare il mondo

Siamo stati ad Hangzhou, in Cina, per vedere come sono organizzati gli stabilimenti CFmoto e incontrare il management. Ecco cosa abbiamo visto

La provincia dello Zhejiang è uno dei cuori pulsanti dell’economia cinese con i suoi 11 milioni di abitanti e  15 università, di cui 8 facoltà di ingegneria. Qui ha sede uno dei principali produttori motociclistici della Repubblica Popolare Cinese, CFmoto che quasi tutti ormai - anche qui da noi in Europa - hanno imparato a conoscere. 

Fondata nel 1989 e dapprima legata al mondo ATV, la Casa ha trovato notorietà anche all’estero, tra gli appassionati delle due ruote, grazie anche alla partnership con l’austriaca KTM, nata ormai 13 anni fa. Da allora CFmoto si fatta strada nel settore moto ampliando la propria gamma  e la rete commerciale in diversi continenti.  La casa vanta una struttura di ricerca e sviluppo che ha registrato - a oggi - oltre 270 brevetti e, in Italia, è presente dal 2018 grazie a Padana Sviluppo S.p.a. (qui l'intervista al CEO Stefano Gianotti) con una gamma completa di motociclette che vanno dalle più piccole monocilindriche 125 e 150, alle più complesse bicilindriche 650 e 800. Non di meno il brand cinese è impegnato anche sul fronte motorsport, con l’ingresso nel Campionato Mondiale classe Moto3 avvenuto nel 2022, cui ha fatto seguito il recente debutto in classe Moto2, forti della fresca collaborazione (2023) con il team dello storico “jefe” Aspar Martìnez. Nel momento in cui scriviamo, il giovane talento David Alonso è in testa al Mondiale Moto3 proprio su CFMoto/Aspar. 

 

Dov'è prodotta CFmoto

 

Abbiamo avuto modo di svolgere una visita presso lo stabilimento di Hangzhou. Il sito, che per quanto concerne le due ruote vede suddivisi in hangar distinti le linee della produzione a marchio CFmoto e quella dedicata alle serie 790 di KTM (che prende il nome di KTM2R2), ci ha positivamente impressionato per la sua organizzazione e per il tasso tecnologico di cui dispone. 

Fondamentalmente, negli impianti CFmoto le operazioni di movimentazione delle componenti - dai telai, ai motori e fino alla moto completa - vengono svolte da piattaforme mobili automatizzate, che scorrono di postazione in postazione, dove singoli addetti (o piccoli gruppi di due/tre) svolgono le operazioni necessariamente manuali. Il tutto si verifica con un notevole ordine e senza frenesia. L’unico aspetto a impattare negativamente, a nostro avviso, è quello acustico: si tratta pur sempre di reparti metalmeccanici che “sfornano” una moltitudine di pezzi al giorno e in tal senso non vi sono grosse differenze rispetto agli standard “nostrani”. Tra le operazioni svolte dagli operatori, c’è la collocazione dell’impianto elettrico oppure la posa finale del serbatoio, nel caso si tratti della linea moto; oppure i serraggi con pistole pneumatiche dinamometriche e la verifica dei corretti accoppiamenti, per quanto riguarda la linea motori. Anche i telai, saldati da robot, seguono un processo analogo che li porta fino alla verniciatura finale (anch’essa robotizzata) e alla stampigliatura del numero seriale, tramite macchinari a laser. Una volta completato, ogni singolo veicolo viene condotto nella sala prove dove viene testato su banco a rulli. Al termine di un primo stress-test dinamico, si passa quindi all’ispezione esterna condotta da tecnici che “refertano” ogni singolo aspetto. La moto - o lo scooter a seconda del caso - è così pronta per essere portata nell’area di stoccaggio, corredata da una propria scheda di certificazione. 

 

L'ingresso della sala prove in cui vengono svolti i primi test dinamici post produzione

Le procedure di ispezione svolte dai tecnici al termine del test dinamico 

 

Gli ambienti di lavoro

 

Abbiamo avuto modo di vedere come funzionano le cose anche nei reparti commerciali e amministrativi, nella mensa comune in cui ci si alterna su tre turni e infine negli spazi adibiti al tempo libero. Sono proprio questi ultimi ad aver destato la nostra attenzione, perché non sono affatto “teatri di posa”, ma spazi funzionali realmente adibiti e utilizzati dal personale (principalmente amministrativo, per via di una maggiore prossimità). Ampi saloni corredati da divani e zone self-cooking; minimarket interno in cui reperire alcuni beni primari e infine un’ampia palestra attrezzata nella quale è possibile allenarsi al costo equivalente di 10 dollari/mese. Quando non si accede liberamente agli ambienti, è spesso richiesto il riconoscimento facciale in luogo di badge o altri dispositivi. Quando invece si tratta di “mettere le gambe sotto al tavolo”, ci si dirige in mensa dove vengono serviti pasti cucinati espressi (qui il sentore di anice stellato è dominante). L’ambiente è ovunque pulito e mantenuto tale con una certa solerzia. 

In termini del mero comfort, abbiamo trovato ambienti spaziosi e rinfrescati tanto nelle postazioni d’ufficio quanto nelle aree produttive, con la differenza che l’abbigliamento, nel secondo caso, è uniformato per ogni operatore e completato di equipaggiamento per la sicurezza. Insomma, per un insieme di elementi assolutamente evidenti, la sede degli stabilimenti CFmoto potrebbe - se vista anonimamente - essere scambiata per una virtuosa realtà europea o nordamericana. A onor di cronaca, non stiamo certo estendendo il discorso alla totalità delle realtà asiatiche, né conosciamo da vicino le dinamiche che riguardano le imprese “di filiera”. Senza dubbio alcuno però, questo è il livello che dimostra CFmoto e che si auspica possa riguardare sempre più realtà locali.   

 

Alcuni tra i numerosi uffici dedicati all'amministrazione, in stile open space con box individuali 

 

CFMoto è - da anni - il fornitore dei mezzi impiegati dagli agenti di polizia dell RPC

 

A tu per tu con Charles Nì - Chief Sales Officer CFMoto

 

Con l’occasione, abbiamo scambiato anche qualche parola con Charles Nì, che di CFmoto è Chief Sales Officer da vent’anni e per il marchio cura le relazioni internazionali. Obiettivi futuri, rapporto con la tradizione motociclistica europea e approcci coi nuovi mercati emergenti. Ecco cosa ne è uscito:

 

Parliamo di prodotto CFmoto: quali sono oggi i principali obiettivi di medio-lungo termine del gruppo? 

 

«Per quanto riguarda le sole moto, nel medio-lungo termine puntiamo all’incremento della nostra proposta nei diversi segmenti: racebike, naked, adventure e scooter… a partire dalle più piccole 125 e a salire.»

 

Guardando a KTM e Yamaha, quanto sono importanti per voi le joint venture con marchi EU/JAP e quanto rappresentano un’occasione, per entrambe le parti? 

 

«Credo, questa è la mia percezione, che ogni partnership costituisca un potenziale e una buona opportunità per entrambe le parte. La collaborazione con KTM è un buon esempio di collaborazione virtuosa. L’importante è differenziare gli obiettivi e le aree di competenza di ciascuna collaborazione (quella con Yamaha è molto recente). Trovo che entrambi i brand coinvolti ricevano una spinta reciproca, utile a espandere i rispettivi mercati, incrementare la credibilità del marchio. Siamo sempre aperti a simili opportunità, almeno in una misura ragionevole.»

 

Le novità non mancano mai! A quanto ammonta la quota capitale destinata all'R&D, in termini percentuali?

 

«CFmoto stila un report annuale, che viene pubblicato in aprile. Secondo l’ultimo report, siamo a quota 9,5% di reinvestimento nel settore Ricerca e Sviluppo e questo è il valore in assoluto più alto tra i brand cinesi.»

 

Lavoro e lavoratori: prevedete forme particolari di welfare aziendale per i vostri dipendenti e collaboratori? Se sì, in che termini? 

 

«Come compagnia (Public Company, Ndr.) è anzitutto nostro dovere prenderci cura delle condizioni dei nostri dipendenti, welfare incluso. Spazi di lavoro idonei, uffici ben attrezzati, disponibilità varia di cibi e bevande, climatizzazione di tutti gli ambienti ecc. I lavoratori qui provengono da ogni area del Paese e cerchiamo perciò di tenere in conto le differenze e le singole preferenze.»

 

Prevedete una maggior dislocazione produttiva e nuove assunzioni da qui al 2035? 

 

«Questo dipende da come evolverà il mercato in generale: è nostro interesse tenere in primo piano l’attuale produzione migliorandone costantemente la qualità. Allo stesso tempo, siamo preparati per recepire nuove tendenze di mercato, puntare sullo sviluppo di nuovi prodotti e di conseguenza espanderci anche fisicamente, in tempi rapidi. Abbiamo le capacità per farlo!»

 

Sono ancora grandi differenze tra i mercati "occidentali" e i mercati “asiatici", oppure necessità e sensibilità del pubblico si stanno omologando? 

 

«Credo che il gap sia diventato molto più sottile rispetto al passato. Chiaramente ogni mercato manifesta le proprie specificità, ma in quanto a gusti ed esigenze, le differenze sono ormai minime.»

 

Secondo lei i prodotti dell’industria motociclistica cinese di alta fascia sono al livello dei marchi giapponesi ed europei oppure c’è ancora un ultimo gradino da fare? 

 

«Rimane ancora uno scalino da compiere, ma al contempo sono convinto che CFmoto sia proprio tra quegli attori industriali che stanno contribuendo a questo ulteriore passo. Nello specifico, ritengo che in certi casi questo gap sia riferibile alla tecnologia e di certo si può fare ancora meglio, se confrontati con europei e giapponesi; mentre in termini di manifattura e design, penso non vi sia più alcun gap, tutt’altro. Tornando alla tecnologia, se invece parlassimo di EV, allora in questo caso siamo orgogliosi della velocità con cui stiamo sviluppando, siamo anzi decisamente avanti (ride, Ndr.)»

 

La grande storia motociclistica italiana ed europea è (o è stata) d’ispirazione per CF Moto? 

 

«Assolutamente! Prima di tutto, quello italiano rappresenta un mercato molto importante per noi; in secondo luogo, in Italia sono nati alcuni tra i principali brand mondiali, che hanno fatto la storia. Esiste un tipo di cultura legata al motociclismo che è unica e innegabile e - in tal senso - non possiamo che imparare da questo spirito. Sì, possiamo chiamarla ispirazione, perché ci rifacciamo agli stessi principi di entusiasmo e divertimento, per migliorarci ed esser presenti con sempre maggior determinazione sul mercato motociclistico.»

 

Trittico di propulsori in esposizione, tra cui figura (a destra) un tricilindrico nautico, altro settore in cui CFMoto è impegnata

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