Carburanti, finisce l'estate e i prezzi si abbassano
Se è vero che, anche a causa delle scorte fatte dai produttori, il prezzo dei carburanti non può seguire così strettamente quello del petrolio, è altrettanto vero che i prezzi aumentano con l’aumentare della domanda. Prima dell’esodo estivo la verde superava l’1,6 euro al litro, tornati dalle vacanze è sceso a 1,5
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Prezzi ballerini
Potendo già votare i prezzi benzina più cari d’Europa, vedi accise (tasse imposte dal governo per affrontare eventi straordinari, alcuni di essi totalmente superati... leggi qui), il Bel Paese riserva ogni anno una bella sorpresa a tutti gli italiani che, esausti dopo un anno di lavoro, s’accingono a partire, moto o auto che sia, per le vacanze estive. In molti -o proprio tutti- valutano i costi previsti per la vacanza, non potendo far a meno di includere nel conto quello relativo alle spese carburante. Spesa carburante che, ecco il punto, varia (e non di poco) da periodo a periodo. Quest’anno per esempio, a luglio, prima del grande esodo, quando cioè i consumi stavano per aumentare, il prezzo medio della verde superava 1,6 euro al litro, mentre poche settimane più tardi, ma chiaramente dopo il controesodo, scendeva a 1,5 euro. Vero, sui mercati mondiali, a prescindere dalle intenzioni vacanziere degli italiani, il prezzo a barile subisce continue variazioni, riflettendosi quindi sui prezzi nostrani. Qualcuno potrebbe spiegare che, facendone i produttori scorte non indifferenti, il prezzo del petrolio non corre necessariamente parallelo a quello dei carburanti. Sta di fatto però, che quando il prezzo al barile aumenta, simultaneamente aumentano anche i prezzi di verde e gasolio alla pompa sotto casa. E quindi? Quindi succede che, grazie alla scorte, i produttori, anche quando i prezzi scendono (momento in cui si fa scorta), rivendono allo stesso identico prezzo: guadagni maggiori.
Scoperta dell’acqua calda, va bene, sta di fatto che quando la domanda sale, i prezzi… pure. La regola, purtroppo, è incontrovertibile.
Chiaro chi ci guadagni, altrettanto chiaro chi ci rimette.
Potendo già votare i prezzi benzina più cari d’Europa, vedi accise (tasse imposte dal governo per affrontare eventi straordinari, alcuni di essi totalmente superati... leggi qui), il Bel Paese riserva ogni anno una bella sorpresa a tutti gli italiani che, esausti dopo un anno di lavoro, s’accingono a partire, moto o auto che sia, per le vacanze estive. In molti -o proprio tutti- valutano i costi previsti per la vacanza, non potendo far a meno di includere nel conto quello relativo alle spese carburante. Spesa carburante che, ecco il punto, varia (e non di poco) da periodo a periodo. Quest’anno per esempio, a luglio, prima del grande esodo, quando cioè i consumi stavano per aumentare, il prezzo medio della verde superava 1,6 euro al litro, mentre poche settimane più tardi, ma chiaramente dopo il controesodo, scendeva a 1,5 euro. Vero, sui mercati mondiali, a prescindere dalle intenzioni vacanziere degli italiani, il prezzo a barile subisce continue variazioni, riflettendosi quindi sui prezzi nostrani. Qualcuno potrebbe spiegare che, facendone i produttori scorte non indifferenti, il prezzo del petrolio non corre necessariamente parallelo a quello dei carburanti. Sta di fatto però, che quando il prezzo al barile aumenta, simultaneamente aumentano anche i prezzi di verde e gasolio alla pompa sotto casa. E quindi? Quindi succede che, grazie alla scorte, i produttori, anche quando i prezzi scendono (momento in cui si fa scorta), rivendono allo stesso identico prezzo: guadagni maggiori.
Scoperta dell’acqua calda, va bene, sta di fatto che quando la domanda sale, i prezzi… pure. La regola, purtroppo, è incontrovertibile.
Chiaro chi ci guadagni, altrettanto chiaro chi ci rimette.
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