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Bollo storico moto: FMI contro la cancellazione prevista dalla Legge di stabilità

La nuova Legge di Stabilità introdurrà nuovamente la tassa di proprietà sui veicoli con età compresa tra i venti e i trent'anni, mezzi che oggi possono godere del bollo ridotto per i veicoli di interesse storico. Una decisione che è stata fortemente criticata non solo dai possessori di questi veicoli ma  anche da ASI e FMI. Ecco come ha risposto la Federazione Motociclistica Italiana
Anche la FMI dice la sua
Se la nuova Legge di Stabilità dovesse venire approvata il sistema di esenzione dal bollo dei veicoli storici subirà un drastico cambiamento. Il Governo infatti ha deciso di reintrodurre il bollo normale (quindi da pagare ogni anno anche se non si utilizza la moto) per tutti i veicoli di età compresa tra i venti e i trent'anni. Una disposizione che negherà a migliaia di appassionati la possibilità di usufruire del bollo ridotto e anche della assicurazione, ma questo dipenderà dalle decisioni delle singole compagnie e, sapendo come ragionano, non c'è da essere ottimisti. Una mazzata che rischia di diventare un terremoto e che ha già sollevato l'indignazione di tanti appassionati, oggi prende posizione ufficialmente la Federazione Motociclistica Italiana, che sottolinea come la norma che si vuole abrogare aiuti, tra l'altro, a salvaguardare il patrimonio motoristico italiano:

La bozza della Legge di Stabilità elaborata dal Governo che sta arrivando in Parlamento, porta con sé la reintroduzione della tassa di proprietà per i mezzi che hanno compiuto venti anni ma non ancora trenta. Come è noto, tale tassa era stata abolita nel 2000 dalla Legge 342 per tutti i veicoli che avessero compiuto 30 anni e per una rosa di mezzi che ne avessero compiuti venti (ma non ancora trenta), individuata da ASI e, per le moto, anche dalla Federazione Motociclistica Italiana. Le novità di questi giorni rischiano di distruggere in un solo colpo tanti anni di lavoro, volti alla conservazione di mezzi che altrimenti sarebbero stati destinati alla demolizione, attraverso l'incentivazione costituita dall'abolizione di tasse di possesso spesso molto onerose. Con questo spirito la FMI ha lavorato stilando il proprio elenco di modelli in tutti questi anni, senza peraltro vincolare il loro riconoscimento all'iscrizione al proprio Registro Storico. Oggi, forse, con l'abolizione di questa "attenzione" nei confronti delle care vecchie storiche, lo Stato pensa di poter guadagnare e far guadagnare alle regioni chissà quali cifre finora non versate dai contribuenti per il possesso di auto e moto, ma non è così perché tanti dei mezzi finora conservati finiranno alla demolizione. Per questo FMI è in attesa, nelle prossime ore, del testo ufficiale del Disegno di Legge, che attende l'approvazione della Presidenza della Repubblica e dell'Unione Europea, per poi richiedere al Parlamento e al Governo di rivedere le proprie posizioni impegnandosi diversamente per un comparto, quello motoristico storico e d'epoca, che rappresenta una parte importantissima della nostra storia e della nostra cultura.
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