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ANCMA contro i furti di bici ed ebike con il Ciclo Registro

Avviato un progetto per la realizzazione di un portale dove registrare il numero di telaio di cicli e bici a pedalata assistita e ricevere un certificato digitale di proprietà gratuito. Un sistema che dovrebbe facilitare il recupero e la restituzione delle due ruote rubate, riducendo la piaga del furto che danneggia proprietari, negozi e industria
Attesi benefici per l’usato
Ci hanno provato in molti, ma senza grande successo. Il furto di biciclette è considerato uno principali problemi per una reale diffusione di cicli perché dissuade le persone all’acquisto, in particolare dei modelli più costosi come le bici a pedalata assistita. In Italia le due ruote sottratte al legittimo proprietario sarebbero circa 320.000 all’anno e coinvolgerebbe, secondo un’indagine della Federazione italiana amici della bicicletta, circa il 60% dei ciclisti. Catene e lucchetti possono soltanto allungare i tempi del furto e convincere il ladro a scegliere un modello vicino al vostro. Efficacia ridotta hanno pure le punzonature o gli altri sistemi per rendere riconoscibile la bici in caso di ritrovamento, troppo poco diffusi per rendere davvero efficace il contrasto da parte delle Forze dell’ordine. A provare a contrastare il fenomeno è la Confindustria ANCMA (Associazione nazionale ciclo, motociclo e accessori) con la realizzazione del nuovo sito “Ciclo Registro”. Un portale dove sarà possibile registrare il numero di telaio delle e-bike vendute dal quale ricavare gratuitamente un certificato digitale di proprietà. Una soluzione che permette di rendere “tracciabile” ogni ciclo e, di conseguenza, di dissuadere la rivendita on line o tramite i mercatini dell’usato dei modelli derubati. Bici ed e-bike, infatti, saranno facilmente identificabili dalle Forze dell’ordine e, se risulteranno rubate, porteranno alla denuncia del ricettatore e alla restituzione del modello a legittimo proprietario. L’iniziativa avrà, secondo il presidente di Ancma Andrea Dell’Orto, altri due effetti collaterali positivi. Il primo riguarda il riequilibrio del mercato di seconda mano. Se nei mercatini non ci saranno più i cicli rubati venduti a prezzo di ribasso è probabile che le due ruote regolari possano avere una valutazione più in linea con quella effettiva. Il secondo concerne il probabile avvio del settore assicurativo per le biciclette, oggi di fatto inesistente per l’elevato rischio di furto e per la difficile identificazione del legittimo proprietario. Con il certificato digitale di proprietà, viceversa, è probabile che le compagnie assicurative sviluppino appositi prodotti e coperture per i ciclisti. Una serie di benefici che, se confermati nella pratica, avranno come conseguenza pure il rafforzamento del comparto delle due ruote a pedali, in particolare favorendo negozianti e l’industria italiana fortemente penalizzati dalla piaga dei furti.
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