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Africa Eco Race 2019: Alessandro Botturi, il sogno si avvera

Il vincitore dell'Africa Eco Race 2019 Alessandro Botturi racconta: “Guardavo la vecchia Dakar già da bambino ed essere al Lago Rosa è incredibile. È un successo che mi ripaga di tanta sfortuna”
Il riscatto di Botturi
Non aveva mai visto la spiaggia del Lago Rosa, perché Alessandro Botturi non aveva mai preso parte né alla vecchia Dakar né alla nuova Africa Eco Race. Così, quando sale sulla pedana del podio, il pilota di Lumezzane si commuove. Tante emozioni tutte insieme, a soli tre mesi dalla scomparsa di sua madre e anche tanta fatica che viene fuori all'improvviso. Mentre alle spalle di Alessandro continuano a sfilare i finisher dell'Africa Eco Race, le parole del vincitore dell'edizione 2019 sciolgono il nodo alla gola mentre racconta a Guido Sassi il proprio momento magico: “Ho bevuto un bicchiere di vino e mi sento già mezzo ubriaco – confessa in uno dei suoi grandi sorrisi da ragazzo alla mano. Questa giornata è forse la più faticosa di tutte. Ma è fantastico essere qua, festeggiare questa vittoria, sapere che fa piacere tante persone. Sembra impossibile perché siamo in Africa e per due settimane siamo stati lontani da tutti, ma comunque so che in Italia mi seguono, il riscontro lo abbiamo e non volevo certo deludere nessuno”.
Se Botturi era partito da Monaco già indicato da tutti come l'indiziato numero uno per la vittoria finale, Ullevalseter aveva altrettanto credito nel ruolo dell'antagonista principale. Il norvegese non ha tradito le attese, cercando di rispondere colpo su colpo al bresciano, guidando al proprio limite fino all'ultimo chilometro dell'11ª speciale. Il già due volte primo classificato in questa gara ha provato a far valere anche la propria esperienza, soprattutto in Mauritania, ma Alessandro si è rivelato migliore anche nella navigazione, capace di interpretare al meglio i chilometri di piste e dune per lui del tutto nuovi. Il norvegese ha capito che più di così non poteva fare e le pacche sulle spalle a Botturi in riva al Lago Rosa sono sincere quanto il suo impegno: “Ho guidato bene, meglio di come ho mai fatto in Marocco. Ho provato a mettere Alessandro in difficoltà anche in Mauritania, ma c'è poco da aggiungere. È un pilota molto veloce, ma non è da meno in navigazione. Certo, la gara è stata strana perché abbiamo sempre perso e guadagnato qualcosa, ma alla fine è rimasto tutto come all'inizio”.
Botturi conferma che la lotta è stata dura e parla di una gara che per lui, nato nel 1975, ha il sapore di chi la vedeva in tv a metà anni 80: “Ulle mi ha dato da fare parecchio, l'ho capito subito dopo i primi due giorni in Marocco; ma ci tenevo molto a portarmi a casa il trofeo di primo classificato. Ho deciso di venire all'Africa Eco Race dopo tante delusioni tra infortuni e guasti. Le vittorie mancate erano molte e avevo bisogno di cambiare qualcosa. La vecchia Dakar era la gara che sognavo fin da bambino e volevo vedere l'Africa. Così è nata l'idea di venire qua, ma chiaramente volevo fare risultato. Fortunatamente sono partito con il piede giusto, ma questo ha anche significato che ogni giorno mi svegliavo e andavo in tenda con la pressione di avere sempre Ullevalseter lì vicino. E 12 giorni sono tanti, non sono uno scherzo. Sono sempre riuscito a rispondergli ogni volta che attaccava, ma verso il finale di una gara così lunga inizi anche a sentire la stanchezza. Tutti i giorni sono speciali da sei, sette ore”.
Difatti nessuno ha retto il ritmo dei due primattori: Simone Agazzi ha concluso con un terzo posto e giustamente si è detto soddisfatto della propria gara, i compagni di squadra di Ullevalseter, Arredondo e Jensen, hanno vinto una speciale a testa come il bergamasco. Eppure non hanno mai fatto intendere di avere un livello di navigazione paragonabile né a Ullevalseter né a Botturi: “Anche in Mauritania ho vinto una tappa – riprende Botturi – poi non volevo forzare la gara oltre il necessario ma non è che mi sono riposato”.
Alessandro fa un grande respiro e poi conclude: “Per me era importante sfogarmi, ne avevo proprio bisogno. L'ho già detto, ma il fatto di avere perso mia madre pochi mesi fa non era un dettaglio. Questa era la prima gara senza di lei: avrei voluto regalarle una soddisfazione ma spero che comunque da lassù qualche cosa abbia visto”.
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