Paolo Simoncelli: “Marco aveva qualcosa di straordinario. La gente lo sa”
Sette anni fa se ne andava Marco Simoncelli, ma il suo ricordo è più forte che mai, e il padre Paolo ne è quasi sorpreso: “Più passa il tempo, più la gente si ricorda di lui. Aveva dentro qualcosa di straordinario. La gente lo sa, non dimentica”
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Ciao Sic
Sono passati sette anni da quel maledetto 23 ottobre, quando a Sepang Marco Simoncelli, quasi disarcionato dalla sua Honda, veniva travolto da Rossi ed Edwards. Il suo ricordo è sempre vivo nei cuori degli appassionati e non sente il passare del tempo, ne ha parlato in una lunga intervista a Repubblica il padre Paolo: “Ricevo valanghe di telefonate e di messaggi, più passa il tempo, più la gente si ricorda di lui. Sono impressionato dal numero di messaggi che mi stanno arrivando da tutto il mondo. Si ricordano di Marco, e mi mandano un abbraccio. Forse dovrei dire: 'Sono contento'. Ma proprio non ce la faccio. Però grazie, mi fa piacere essere circondato da tante testimonianze di affetto: vi voglio bene”. Recentemente era stato l’anniversario della conquista del titolo del “Sic”, in 250: “E infatti l'altra settimana è stata un'altra valanga di telefonate e di messaggi. È una cosa incredibile. A Motegi non hanno fatto altro che chiedermi dei selfie, e stringermi forte. Ma succede in tutti i circuiti del mondo. E sapeste quanta gente scoppia a piangere. Ancora non capisco cosa avesse Marco di tanto speciale. Perché di piloti purtroppo ne sono scomparsi tanti, ma solo con lui succede così. Dicono: il sorriso, la simpatia. Aveva dentro qualcosa di straordinario. La gente lo sa, non dimentica”. Paolo SImoncelli parla dall’Australia, dove questo fine settimana andrà in scena un altro Gran Premio, e ha raccontato come ha passato questa dolorosa giornata: “Sono andato in giro con Martina (la figlia, ndr) a visitare i posti che piacevano di più a Marco: Pyramid Rock, Nobbies, Churchill Island. Questo è un posto meraviglioso, quasi trascendente con questa bellezza naturale e il silenzio che ti circonda. E infatti mi è sembrato di sentirlo più vicino del solito. È dura, oggi di più. Per fortuna c'è Martina accanto a me”.
Sono passati sette anni da quel maledetto 23 ottobre, quando a Sepang Marco Simoncelli, quasi disarcionato dalla sua Honda, veniva travolto da Rossi ed Edwards. Il suo ricordo è sempre vivo nei cuori degli appassionati e non sente il passare del tempo, ne ha parlato in una lunga intervista a Repubblica il padre Paolo: “Ricevo valanghe di telefonate e di messaggi, più passa il tempo, più la gente si ricorda di lui. Sono impressionato dal numero di messaggi che mi stanno arrivando da tutto il mondo. Si ricordano di Marco, e mi mandano un abbraccio. Forse dovrei dire: 'Sono contento'. Ma proprio non ce la faccio. Però grazie, mi fa piacere essere circondato da tante testimonianze di affetto: vi voglio bene”. Recentemente era stato l’anniversario della conquista del titolo del “Sic”, in 250: “E infatti l'altra settimana è stata un'altra valanga di telefonate e di messaggi. È una cosa incredibile. A Motegi non hanno fatto altro che chiedermi dei selfie, e stringermi forte. Ma succede in tutti i circuiti del mondo. E sapeste quanta gente scoppia a piangere. Ancora non capisco cosa avesse Marco di tanto speciale. Perché di piloti purtroppo ne sono scomparsi tanti, ma solo con lui succede così. Dicono: il sorriso, la simpatia. Aveva dentro qualcosa di straordinario. La gente lo sa, non dimentica”. Paolo SImoncelli parla dall’Australia, dove questo fine settimana andrà in scena un altro Gran Premio, e ha raccontato come ha passato questa dolorosa giornata: “Sono andato in giro con Martina (la figlia, ndr) a visitare i posti che piacevano di più a Marco: Pyramid Rock, Nobbies, Churchill Island. Questo è un posto meraviglioso, quasi trascendente con questa bellezza naturale e il silenzio che ti circonda. E infatti mi è sembrato di sentirlo più vicino del solito. È dura, oggi di più. Per fortuna c'è Martina accanto a me”.
Foto e immagini
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