Pagelle MotoGP: Honda, che disastro! Il peggior anno di sempre
L'infortunio di Marc ha trasformato il 2020 di Hrc in un anno da incubo: il costruttore giapponese ha sbagliato nel cercare di affrettare i tempi di recupero del suo campione, ha fatto scelte di mercato tardive e non è riuscito a trovare una direzione tecnica alternativa
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Il 2020 della MotoGP è stato un anno spettacolare e imprevedibile, che ha regalato gioie inaspettate e dolori altrettanto imprevedibili. Con il nostro Guido Sassi stiamo passando in rassegna tutti i protagonisti, e ora è la volta di chi senza dubbio ha sofferto più di tutti: Honda.
I piloti
Marc Marquez, voto 5. Esagerato. L’otto volte campione del mondo lo è sempre: nel bene, spessissimo, e nel male, raramente e clamorosamente. Quest’anno il fenomeno di Cervera l’ha combinata davvero grossa. Nella primavera di lockdown tutti i piloti, compreso Marquez, avevano ripetuto fino alla noia che sarebbe stato un anno da prendere con prudenza: meglio la costanza che la massima prestazione...ma poi il 93 alla prima gara ha fatto ben due uscite di pista e la secondo la ha pagata carissima. Su MM93 non c’è altro da dire, perché altro non c’è stato, se non un tentativo abortito di rientro la cui tempistica ha poco a che vedere con lo spagnolo stesso.
Alex Marquez, voto 7. Incoraggiante. Niente male, il campione in carica della Moto2 ha reso onore ai suoi due titoli (perché nel 2014 ha vinto anche quello della Moto3) con due podi e una stagione solida, macchiata solo da un paio di errori. Il piccolo Marquez ha avuto la pazienza di imparare un po’ alla volta, è stato retrocesso in LCR senza avere sbagliato nulla. L’impressione è che comunque, anche l’anno prossimo, almeno all’inizio della stagione, sarà lui il pilota di riferimento.
La squadra
RC213V, voto 5. Orfana. Senza il suo Marc, la moto della casa alata si è svegliata brutta e ogni occhiata allo specchio ha confermato le sensazioni del primo sguardo. La Honda è una moto sviluppata per un solo pilota: negli anni scorsi lo hanno detto Pedrosa, Crutchlow e Lorenzo, la conferma è arrivata con l’infortunio di Marc. Alla fine i piloti Honda in questo 2020 si sono rassegnati a guidarla un po’ come il caposquadra e anche i tecnici giapponesi hanno fatto un passo incontro a chi c'era in quel momento: Nakagami e Bradl hanno avuto maggiore attenzione e dati su cui provare ad affinare il proprio stile di guida.
Team ufficiale, voto 4. Ostinati e contrariati. Se Marquez ha fatto un errore, la sua squadra ne ha commesso uno più grosso nel non scoraggiarne il rientro. Non è facile tenere a freno un cavallo di razza come Marc, ma in fondo il ruolo di Alberto Puig è anche quello. E poi HRC ha speso una cifra iperbolica per tenersi il campione di Cervera fino al 2023 compreso, ma ha già bruciato addirittura forse metà del contratto. La reazione all'infortunio è stata tardiva, e anche adesso la sensazione è che nulla si muoverà fino al ritorno del campione. Errare è umano, ma perseverare...
Team satellite, voto 6. Una vita da mediani. Lucio Cecchinello è sempre stato un mago a valorizzare il materiale a disposizione, ma non è che quest’anno abbia avuto moltissimo su cui lavorare. Eppure Nakagami, quando è arrivato al traguardo, lo ha fatto sempre in top 10, con una costanza degna del miglior passista, grazie anche molto al lavoro del box LCR. Il primo anno senza podi dal 2014 non è stato poi un disastro, e Alex Marquez potrebbe rivelarsi un bel sostituto al posto di Crutchlow.
I piloti
Marc Marquez, voto 5. Esagerato. L’otto volte campione del mondo lo è sempre: nel bene, spessissimo, e nel male, raramente e clamorosamente. Quest’anno il fenomeno di Cervera l’ha combinata davvero grossa. Nella primavera di lockdown tutti i piloti, compreso Marquez, avevano ripetuto fino alla noia che sarebbe stato un anno da prendere con prudenza: meglio la costanza che la massima prestazione...ma poi il 93 alla prima gara ha fatto ben due uscite di pista e la secondo la ha pagata carissima. Su MM93 non c’è altro da dire, perché altro non c’è stato, se non un tentativo abortito di rientro la cui tempistica ha poco a che vedere con lo spagnolo stesso.
Alex Marquez, voto 7. Incoraggiante. Niente male, il campione in carica della Moto2 ha reso onore ai suoi due titoli (perché nel 2014 ha vinto anche quello della Moto3) con due podi e una stagione solida, macchiata solo da un paio di errori. Il piccolo Marquez ha avuto la pazienza di imparare un po’ alla volta, è stato retrocesso in LCR senza avere sbagliato nulla. L’impressione è che comunque, anche l’anno prossimo, almeno all’inizio della stagione, sarà lui il pilota di riferimento.
La squadra
RC213V, voto 5. Orfana. Senza il suo Marc, la moto della casa alata si è svegliata brutta e ogni occhiata allo specchio ha confermato le sensazioni del primo sguardo. La Honda è una moto sviluppata per un solo pilota: negli anni scorsi lo hanno detto Pedrosa, Crutchlow e Lorenzo, la conferma è arrivata con l’infortunio di Marc. Alla fine i piloti Honda in questo 2020 si sono rassegnati a guidarla un po’ come il caposquadra e anche i tecnici giapponesi hanno fatto un passo incontro a chi c'era in quel momento: Nakagami e Bradl hanno avuto maggiore attenzione e dati su cui provare ad affinare il proprio stile di guida.
Team ufficiale, voto 4. Ostinati e contrariati. Se Marquez ha fatto un errore, la sua squadra ne ha commesso uno più grosso nel non scoraggiarne il rientro. Non è facile tenere a freno un cavallo di razza come Marc, ma in fondo il ruolo di Alberto Puig è anche quello. E poi HRC ha speso una cifra iperbolica per tenersi il campione di Cervera fino al 2023 compreso, ma ha già bruciato addirittura forse metà del contratto. La reazione all'infortunio è stata tardiva, e anche adesso la sensazione è che nulla si muoverà fino al ritorno del campione. Errare è umano, ma perseverare...
Team satellite, voto 6. Una vita da mediani. Lucio Cecchinello è sempre stato un mago a valorizzare il materiale a disposizione, ma non è che quest’anno abbia avuto moltissimo su cui lavorare. Eppure Nakagami, quando è arrivato al traguardo, lo ha fatto sempre in top 10, con una costanza degna del miglior passista, grazie anche molto al lavoro del box LCR. Il primo anno senza podi dal 2014 non è stato poi un disastro, e Alex Marquez potrebbe rivelarsi un bel sostituto al posto di Crutchlow.
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