MotoGP Starting Grid: Valencia è la resa dei conti, ma non sarà una gara a due
L'ultimo atto del mondiale incoronerà uno tra Bagnaia e Quartararo, ma per la gara di domenica sono molti i piloti che possono puntare a un ruolo da protagonista: Marquez, Bastianini, Bezzecchi, Miller, Martin e le Suzuki non vanno sottovalutati
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Ultimo ballo della stagione, ventesimo gran premio del mondiale MotoGP con Pecco Bagnaia e Fabio Quartararo che si giocano il titolo in una sola gara. Andiamo allora a vedere le novità sulla griglia del Ricardo Tormo insieme al nostro Guido Sassi, in MotoGP Starting Grid.
Cosa succede
Il meteo è dato buono, i protagonisti sono pronti, i giochi sono quasi fatti e i calcoli sulla classifica sono piuttosto semplici. Tutto è apparecchiato alla perfezione per un gran finale a Valencia. Invece, sul fronte grandi manovre politiche, l'eco del terremoto MV Agusta è arrivato fino al motomondiale. KTM si prepara a confermare in settimana l'acquisto dell'azienda con sede a Schiranna, ma non sono assolutamente fondate le voci che parlano di un possibile ingresso del brand varesotto in classe regina. Lo ha smentito lo stesso amministratore delegato del colosso austriaco, Stefan Pierer. “Avremo Gas Gas e KTM come marchi, e utilizzeremo tra l'altro la stessa piattaforma, non ci sarà uno sviluppo differenziato delle moto. I costi sono già alti e non vogliamo che crescano ulteriormente”. D'altronde i numeri di mercato di MV Agusta sono piccoli, e lo rimarranno in prospettiva, non sufficienti a giustificare un impegno promozionale e finanziario elevato come quello che la classe regina richiede.
Che numeri
2 punti: sono quelli che servono a Pecco Bagnaia per diventare campione senza curarsi di quel che farà Fabio Quartararo. Il francese è distante 23 lunghezze, e ha una sola possibilità: vincere, e questo anche se il pilota Ducati – tocchiamo ferro- dovesse cadere o finire fuori dalla zona punti. Per il resto c'è poco da aggiungere: rimangono da assegnare tutti i rimanenti posti del podio mondiale, visto che anche Aleix Espargarò ha un distacco di 23 punti (da Fabio Quartararo), 24 per Bastianini. Per la matematica, Enea potrebbe addirittura arrivare secondo (in caso di una sua vittoria, con El Diablo autore di non più di un punto ed Espargarò che arriva dietro allo stesso Bastianini).
La sfida
Chiaramente l'unica sfida che interessa davvero è quella tra il francese e l'italiano. Cosa dovrà fare Bagnaia per centrare l'obiettivo? Innanzitutto rimanere fuori dai guai, il che è meno semplice di quanto si possa immaginare. Servirà qualificarsi bene, partire discretamente, riuscire a stare fuori dal gruppone, dove puoi perdere quattro-cinque posizioni con un solo lungo. Per Quartararo invece una buona qualifica non basterà. Dovrà ottenere una pole position, o almeno una prima fila, per poi scappare via subito, provando a impostare una gara tutta d'attacco. Il francese si troverà uno sciame di Ducati intorno? A chi ama parlare di ordini di scuderia ora è rimasto poco da teorizzare. “Hanno l'ordine di arrivare davanti a Quartararo” si è letto anche da parte di noti commentatori del web. Auguri, come se bastasse volerlo. Fosse anche vero un ordine calato dall'alto con tale imperio, se Quartararo sarà in giornata, non sarà così semplice fermarlo. Ma scriverlo invece sì, ci vuole solo qualche secondo.
Questa è storia
Su questo sito abbiamo già ricordato la storica gara del 2006, che incoronò Nicky Hayden e costò l'alloro a Valentino Rossi, ma Valencia è stata il teatro di molte altre assegnazioni di titolo. Andò così nel 2013, quando Marquez vinse il campionato dopo un finale di stagione incandescente con Lorenzo, e due anni più tardi, quando fu il maiorchino a celebrare il titolo dal podio del Ricardo Tormo dopo il gp delle polemiche. Passarono altri due anni e di nuovo Valencia diventò il palcoscenico su cui si incrociarono i destini di due contendenti: in quell'occasione Dovizioso riuscì a fare poco per contrastare Marquez, che tuttavia a momenti il campionato lo perse di suo, con una caduta-non-caduta alla curva 1. Infine il 2020, quando nella comunidad si corse ben due volte, anche se eccezionalmente non fu l'ultimo gran premio della stagione. Fabio Quartararo cadde nelle prime fasi di gara, spianando la strada a Joan Mir, che divenne campione con la Suzuki.
Hot spot
Valencia è una pista tortuosa, quel che un tempo si diceva “toboga”. Le condizioni dell'asfalto nel pomeriggio di novembre a volte diventano insidiose, ma non dovrebbe essere il caso di questa domenica. Punti di sorpasso ce ne sono, ma quasi nessuno facile. Si può passare alla 1, alla 2, qualcuno prova l'attacco prima della 5, e ancora c'è la lunga staccata della 12 o l'imbuto della 14, che arriva al termine del lungo curvone. La peculiarità è che sono tutti spot difendibili cambiando traiettoria, eccetto proprio le curve 1 e 12, dove difendere l'interno a ogni costo può costare troppo in termini di linee da seguire. Sorpassare comunque non è semplice, e si perde molto tempo: chi vuole fare una bella gara deve cercare di partire già davanti, o le cose possono complicarsi parecchio.
Cosa succede
Il meteo è dato buono, i protagonisti sono pronti, i giochi sono quasi fatti e i calcoli sulla classifica sono piuttosto semplici. Tutto è apparecchiato alla perfezione per un gran finale a Valencia. Invece, sul fronte grandi manovre politiche, l'eco del terremoto MV Agusta è arrivato fino al motomondiale. KTM si prepara a confermare in settimana l'acquisto dell'azienda con sede a Schiranna, ma non sono assolutamente fondate le voci che parlano di un possibile ingresso del brand varesotto in classe regina. Lo ha smentito lo stesso amministratore delegato del colosso austriaco, Stefan Pierer. “Avremo Gas Gas e KTM come marchi, e utilizzeremo tra l'altro la stessa piattaforma, non ci sarà uno sviluppo differenziato delle moto. I costi sono già alti e non vogliamo che crescano ulteriormente”. D'altronde i numeri di mercato di MV Agusta sono piccoli, e lo rimarranno in prospettiva, non sufficienti a giustificare un impegno promozionale e finanziario elevato come quello che la classe regina richiede.
Che numeri
2 punti: sono quelli che servono a Pecco Bagnaia per diventare campione senza curarsi di quel che farà Fabio Quartararo. Il francese è distante 23 lunghezze, e ha una sola possibilità: vincere, e questo anche se il pilota Ducati – tocchiamo ferro- dovesse cadere o finire fuori dalla zona punti. Per il resto c'è poco da aggiungere: rimangono da assegnare tutti i rimanenti posti del podio mondiale, visto che anche Aleix Espargarò ha un distacco di 23 punti (da Fabio Quartararo), 24 per Bastianini. Per la matematica, Enea potrebbe addirittura arrivare secondo (in caso di una sua vittoria, con El Diablo autore di non più di un punto ed Espargarò che arriva dietro allo stesso Bastianini).
La sfida
Chiaramente l'unica sfida che interessa davvero è quella tra il francese e l'italiano. Cosa dovrà fare Bagnaia per centrare l'obiettivo? Innanzitutto rimanere fuori dai guai, il che è meno semplice di quanto si possa immaginare. Servirà qualificarsi bene, partire discretamente, riuscire a stare fuori dal gruppone, dove puoi perdere quattro-cinque posizioni con un solo lungo. Per Quartararo invece una buona qualifica non basterà. Dovrà ottenere una pole position, o almeno una prima fila, per poi scappare via subito, provando a impostare una gara tutta d'attacco. Il francese si troverà uno sciame di Ducati intorno? A chi ama parlare di ordini di scuderia ora è rimasto poco da teorizzare. “Hanno l'ordine di arrivare davanti a Quartararo” si è letto anche da parte di noti commentatori del web. Auguri, come se bastasse volerlo. Fosse anche vero un ordine calato dall'alto con tale imperio, se Quartararo sarà in giornata, non sarà così semplice fermarlo. Ma scriverlo invece sì, ci vuole solo qualche secondo.
Questa è storia
Su questo sito abbiamo già ricordato la storica gara del 2006, che incoronò Nicky Hayden e costò l'alloro a Valentino Rossi, ma Valencia è stata il teatro di molte altre assegnazioni di titolo. Andò così nel 2013, quando Marquez vinse il campionato dopo un finale di stagione incandescente con Lorenzo, e due anni più tardi, quando fu il maiorchino a celebrare il titolo dal podio del Ricardo Tormo dopo il gp delle polemiche. Passarono altri due anni e di nuovo Valencia diventò il palcoscenico su cui si incrociarono i destini di due contendenti: in quell'occasione Dovizioso riuscì a fare poco per contrastare Marquez, che tuttavia a momenti il campionato lo perse di suo, con una caduta-non-caduta alla curva 1. Infine il 2020, quando nella comunidad si corse ben due volte, anche se eccezionalmente non fu l'ultimo gran premio della stagione. Fabio Quartararo cadde nelle prime fasi di gara, spianando la strada a Joan Mir, che divenne campione con la Suzuki.
Hot spot
Valencia è una pista tortuosa, quel che un tempo si diceva “toboga”. Le condizioni dell'asfalto nel pomeriggio di novembre a volte diventano insidiose, ma non dovrebbe essere il caso di questa domenica. Punti di sorpasso ce ne sono, ma quasi nessuno facile. Si può passare alla 1, alla 2, qualcuno prova l'attacco prima della 5, e ancora c'è la lunga staccata della 12 o l'imbuto della 14, che arriva al termine del lungo curvone. La peculiarità è che sono tutti spot difendibili cambiando traiettoria, eccetto proprio le curve 1 e 12, dove difendere l'interno a ogni costo può costare troppo in termini di linee da seguire. Sorpassare comunque non è semplice, e si perde molto tempo: chi vuole fare una bella gara deve cercare di partire già davanti, o le cose possono complicarsi parecchio.
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