MotoGP Starting Grid: a Buriram salgono le azioni di Quartararo e Marquez, Bagnaia cerca il rimbalzo
Il francese e lo spagnolo diedero vita a un bel duello nell'edizione del 2019, un copione che potrebbe ripetersi al netto di una crescita della Ducati e della pioggia, che potrebbe stravolgere ogni pronostico. Danilo Petrucci correrà con la Suzuki al posto di Joan Mir
Image
MotoGP
Terzo gran premio di fila in tre settimane e terzo appuntamento con MotoGP Starting Grid, l'appuntamento con il nostro Guido Sassi per scoprire le novità sulla griglia di partenza del motomondiale. Questo weekend restiamo in Oriente, ma voliamo dal Giappone alla Thailandia.
Cosa succede
Danilo Petrucci torna in MotoGP, anche se per una sola, fugace apparizione. Petrux sostituirà il convalescente Joan Mir in Suzuki, una moto che non ha mai provato né visto da vicino. Il ternano così scende dalla Panigale V4R del MotoAmerica – dove si è classificato secondo in campionato alle spalle di Jake Gagne- e prova a confermare la propria nomea di pilota jolly, capace di spaziare dai rally alla pista, dalle derivate di serie ai prototipi. Non sarà semplice andare forte con la GSX-RR, banalmente il venerdì andrà via solo a trovare la giusta posizione in sella alla propria moto. Ma tutto quello che ne verrà fuori sarà di guadagnato, e se ci sarà gara bagnata – assolutamente possibile- Danilo potrebbe regalarci bella sorpresa. Altra sostituzione in casa LCR Honda: Tetsuta Nagashima, salirà sulla RC213V al posto di Taakaki Nakagami.
Che numeri
La battuta di arresto nella rimonta di Pecco Bagnaia su Fabio Quartararo impone di fare due calcoli per rivedere la classifica mondiale. Il francese conta 219 punti e il ducatista ora insegue a 18 lunghezze. Il distacco di Aleix Espargaro sale a 25 punti, quello di Bastianini è a 49. Jack Miller guadagna terreno, ma i punti di distanza da El Diablo sono 60: troppi quando mancano quattro gare al termine per tornare davvero in corsa per il campionato.
La sfida
Lo scorso fine settimana è andato nella direzione che ci si poteva aspettare: la mancanza di un programma canonico di prove, unito alle bizze del meteo, ha fatto emergere gli underdog, gli eroi di una domenica anomala che si sono presi il podio di Motegi. Quartararo e Bagnaia dovranno però rassegnarsi a un finale di stagione nel quale questa incertezza si ripeterà. Anche a Buriram non si è corso negli ultimi due anni e anche in Thailandia il meteo sembra essere tutt'altro che buono. In questo senso, Fabio sembra più abile a improvvisare rispetto a Pecco, che però dispone di una moto tendenzialmente più efficace sotto la pioggia. Riuscirà Bagnaia a superare il proprio metodo di lavoro e a farsi trovare pronto in situazioni mutevoli? Dalla sua capacità di adattamento dipenderanno in gran parte le sue chances mondiali.
Questa è storia
A Buriram si è corso solo due volte, più una manciata di test disputati negli anni passati. Per quanto si è visto, la pista è più un mix di stop&go che un insieme di curve da raccordare - tratto centrale a parte- e nel passato è stata abbastanza ostica per Ducati e favorevole alla Honda. O meglio, sarebbe da dire favorevole a Marquez, che ha vinto entrambe le edizioni e che nel 2019 si è laureato campione per l'ottava – e per ora- ultima volta in MotoGP. In una gara nella quale lo spagnolo si sarebbe potuto accontentare di gestire, Marc ingaggiò un duello furibondo con Fabio – allora ancora in Petronas- che si risolse solo all'ultima curva con un sorpasso di Quartararo e con la risposta di Marc. La vittoria arrivò per appena 171 millesimi, e fu il sunto perfetto dello strapotere del fenomeno di Cervera in quel periodo. Oggi le cose sono molto diverse, ma al Chang c'è da aspettarsi un Marquez arrembante, come lo abbiamo visto in Giappone.
Hot spot
Buriram presenta frenate decise e importanti accelerazioni, tre “veri” rettilinei ma solo uno è lungo, e non è quello di partenza. Per arrivare alla frenata della curva 3 ci sono 1000 metri di dritto, che piegano leggermente a sinistra intorno alla metà. Le MotoGP arrivano al punto di frenata a 330 chilometri orari, ed è lì che si vedono i veri staccatori. Spettacolo garantito.
Cosa succede
Danilo Petrucci torna in MotoGP, anche se per una sola, fugace apparizione. Petrux sostituirà il convalescente Joan Mir in Suzuki, una moto che non ha mai provato né visto da vicino. Il ternano così scende dalla Panigale V4R del MotoAmerica – dove si è classificato secondo in campionato alle spalle di Jake Gagne- e prova a confermare la propria nomea di pilota jolly, capace di spaziare dai rally alla pista, dalle derivate di serie ai prototipi. Non sarà semplice andare forte con la GSX-RR, banalmente il venerdì andrà via solo a trovare la giusta posizione in sella alla propria moto. Ma tutto quello che ne verrà fuori sarà di guadagnato, e se ci sarà gara bagnata – assolutamente possibile- Danilo potrebbe regalarci bella sorpresa. Altra sostituzione in casa LCR Honda: Tetsuta Nagashima, salirà sulla RC213V al posto di Taakaki Nakagami.
Che numeri
La battuta di arresto nella rimonta di Pecco Bagnaia su Fabio Quartararo impone di fare due calcoli per rivedere la classifica mondiale. Il francese conta 219 punti e il ducatista ora insegue a 18 lunghezze. Il distacco di Aleix Espargaro sale a 25 punti, quello di Bastianini è a 49. Jack Miller guadagna terreno, ma i punti di distanza da El Diablo sono 60: troppi quando mancano quattro gare al termine per tornare davvero in corsa per il campionato.
La sfida
Lo scorso fine settimana è andato nella direzione che ci si poteva aspettare: la mancanza di un programma canonico di prove, unito alle bizze del meteo, ha fatto emergere gli underdog, gli eroi di una domenica anomala che si sono presi il podio di Motegi. Quartararo e Bagnaia dovranno però rassegnarsi a un finale di stagione nel quale questa incertezza si ripeterà. Anche a Buriram non si è corso negli ultimi due anni e anche in Thailandia il meteo sembra essere tutt'altro che buono. In questo senso, Fabio sembra più abile a improvvisare rispetto a Pecco, che però dispone di una moto tendenzialmente più efficace sotto la pioggia. Riuscirà Bagnaia a superare il proprio metodo di lavoro e a farsi trovare pronto in situazioni mutevoli? Dalla sua capacità di adattamento dipenderanno in gran parte le sue chances mondiali.
Questa è storia
A Buriram si è corso solo due volte, più una manciata di test disputati negli anni passati. Per quanto si è visto, la pista è più un mix di stop&go che un insieme di curve da raccordare - tratto centrale a parte- e nel passato è stata abbastanza ostica per Ducati e favorevole alla Honda. O meglio, sarebbe da dire favorevole a Marquez, che ha vinto entrambe le edizioni e che nel 2019 si è laureato campione per l'ottava – e per ora- ultima volta in MotoGP. In una gara nella quale lo spagnolo si sarebbe potuto accontentare di gestire, Marc ingaggiò un duello furibondo con Fabio – allora ancora in Petronas- che si risolse solo all'ultima curva con un sorpasso di Quartararo e con la risposta di Marc. La vittoria arrivò per appena 171 millesimi, e fu il sunto perfetto dello strapotere del fenomeno di Cervera in quel periodo. Oggi le cose sono molto diverse, ma al Chang c'è da aspettarsi un Marquez arrembante, come lo abbiamo visto in Giappone.
Hot spot
Buriram presenta frenate decise e importanti accelerazioni, tre “veri” rettilinei ma solo uno è lungo, e non è quello di partenza. Per arrivare alla frenata della curva 3 ci sono 1000 metri di dritto, che piegano leggermente a sinistra intorno alla metà. Le MotoGP arrivano al punto di frenata a 330 chilometri orari, ed è lì che si vedono i veri staccatori. Spettacolo garantito.
Aggiungi un commento