MotoGP interviste - Dottor Zasa: “La Clinica Mobile non coinvolta nel rientro catastrofico di Marquez"
MotoGP 2022 - Dopo il dottor Claudio Costa è stato Michele Zasa a guidare la Clinica Mobile. In questa intervista ci ha spiegato come ha vissuto e vive questa esperienza e cosa rappresenta la "sua" struttura per i piloti. Mentre sul rientro affrettato di Marc Marquez ha voluto chiarire alcune cose...
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Il capitolo più moderno della Clinica
Secondo alcune indiscrezioni dal prossimo anno la Clinica Mobile non sarà più presente nel paddock del Mondiale. Questa struttura, ideata del dottor Claudio Costa nel lontano 1977, da nove anni ha avuto in Michele Zasa il suo riferimento. Al momento Zasa non vuole commentare le indiscrezioni sul futuro della Clinica, ma in questa intervista esclusiva ci ha spiegato con orgoglio qual è il valore aggiunto del suo lavoro e di quello suoi collaboratori all'interno del paddock.
Sei a capo della Clinica Mobile dal 2014, come descrivi la tua Clinica?
Tanto cuore e tanto sacrificio. Sono stati anni difficili e diversi da quando era stata inventata. Ho avuto la fortuna di poter incontrare e accompagnare verso la fine della loro carriera una generazione di fenomeni. Questa è per me la ricompensa più importante. Ci è voluto tanto impegno, anche per trovare la soluzione a molte problematiche, non ultimo a livello logistico che ci hanno imposto questi due anni di crisi, prima pandemica e poi economica. È una Clinica Mobile che ha cercato di evolversi per stare al passo con i tempi (dal punto di vista tecnologico, per esempio, con la cartella clinica elettronica) e in parte credo ci siamo riusciti, pur mantenendo la filosofia di base: quella del Dottor Costa, di stare al servizio dei piloti, i veri protagonisti, e della loro salute e sicurezza.
Cosa ti porti dentro del Dottor Costa?
La vita vissuta con lui. Dal 2011 al 2013 sono stato al suo fianco, soprattutto nel 2013 abbiamo vissuto una serie di recuperi. Tante volte si parla di recuperi impossibili, ma purtroppo non ne sono più possibili alcuni tipi per una serie di restrizioni che sono state imposte dalla Federazione, in parte giustamente, ma che in parte non mi trovano d’accordo. Mi porto dietro l’esempio della dedizione per il recupero dei piloti, del vivere accanto a loro con l’obiettivo comune di tornare in pista in tempi rapidi, una cosa che lui ha fatto per tanti anni. Ancora oggi lo facciamo in una certa misura. Ci tengo a dire che non siamo stati coinvolti nel rientro catastrofico di Marc Marquez nel 2020. Per sua scelta su queste cose si affida a medici spagnoli.
Proprio Marquez ora è tornato in pista, come valuti il suo recupero?
Sono felice del suo rientro, spero non abbia conseguenze dopo i due anni di calvario. Marc è sicuramente un valore aggiunto per il Mondiale. Se c’era davvero questo problema di rotazione così importante era una problematica di rilievo. Nella fase di recupero, fino a maggio, mi diceva che aveva trovato un modo di affrontare le curve scomponendo il movimento del braccio, ma un atleta ha bisogno di fluidità nel gesto atletico. Con il senno di poi sono tutti bravi a dire cosa si poteva fare meglio e non mi voglio esprimere. C’eravamo sentiti anche con il dottor Costa, la sua esperienza è ineguagliabile. Eravamo un po’ scettici sulla linea seguita all’inizio, ma l’importante è che ora recuperi bene.
Quali sono i servizi della Clinica?
Sono diversi, che possiamo dividere in due ambiti: quello della medicina e quello della fisioterapia. Abbiamo dei medici che offrono ai piloti e a tutto il paddock un servizio medico generico, una sorta di guardia medica, oltre alla consulenza, ovvero: il pilota cade, il nostro ortopedico gli fa la consulenza per recuperare in fretta e al meglio. Poi c’è la terapia antalgica, di cui mi occupo io in quanto anestesista, nell’ambito dei limiti della regolamentazione antidoping in particolare.
La fisioterapia è al servizio quasi esclusivo per i piloti, e si divide in due campi: c’è la parte del massaggio sportivo, per cui ci vuole molta esperienza, e poi tutta la parte della riabilitazione, che prevede la manualità del fisioterapista, la strumentazione che abbiamo a disposizione, la sinergia tra i vari professionisti che si ritrovano nello stesso ambito di lavoro. Questo fa sì che si possano ottenere dei buoni risultati.
Inoltre c’è la possibilità di fare l'ecografia, soprattutto in ambito muscolo scheletrico.
Quanto ha influito il Covid con il vostro servizio?
Sicuramente da un punto di vista logistico è stato più complesso, con tutte le procedure e i protocolli da applicare nei diversi paesi. Poi avevamo sviluppato una serie di procedure interne, per evitare di diventare una fonte di infezione. Avevamo ridotto il personale per evitare sovraffollamento, ma siamo riusciti ad andare avanti, ci sono stati solo maggiori sforzi organizzativi.
I trattamenti vengono svolti tutti qui?
Quelli dei piloti MotoGP sì, tranne quando alcuni ci chiedono - magari nelle proprie gare di casa - di essere trattati nei propri motorhome. Noi siamo la seconda famiglia dei piloti. Il valore aggiunto della Clinica Mobile è di fronte all’infortunio. Per fortuna i casi gravi sono molto diminuiti grazie alle protezioni e ad una serie di interventi, in ogni caso cerchiamo di essere sempre all’altezza.
E ora si continuano con le gare lontane dall'Europa, in Australia e Malesia.
Ci muoviamo sempre in sei fisioterapisti e tre medici. Portiamo tutto il materiale nelle casse, con farmaci e strumentazioni, e i centri medici locali ci danno qualcosa di più ingombrante. Sono trasferte lunghe e impegnative, di conseguenza le problematiche mediche si accumulano. Anche a livello fisico fare tante trasferte lascia il segno, quindi le persone diventano più soggette a diverse problematiche e noi vogliamo dare il nostro supporto, come sempre.
Se dovessi fare un bilancio di questi nove anni?
In generale sono soddisfatto, si può sempre crescere. Stanno anche aumentando gli sportivi che si rivolgono a noi, ci sono atleti delle quattro ruote e di karting. Abbiamo due centri permanenti, uno a Piacenza e uno ad Andorra. Siamo in una fase di evouzione e di crescita. Sono soddisfatto di quello che ho fatto in questi anni, se mi guardo indietro mi dico che ho fatto un buon lavoro.
Cliccate qui per conoscere gli orari del fine settimana australiano.
Ecco il calendario 2022 della top class e la classifica del campionato.
Secondo alcune indiscrezioni dal prossimo anno la Clinica Mobile non sarà più presente nel paddock del Mondiale. Questa struttura, ideata del dottor Claudio Costa nel lontano 1977, da nove anni ha avuto in Michele Zasa il suo riferimento. Al momento Zasa non vuole commentare le indiscrezioni sul futuro della Clinica, ma in questa intervista esclusiva ci ha spiegato con orgoglio qual è il valore aggiunto del suo lavoro e di quello suoi collaboratori all'interno del paddock.
Sei a capo della Clinica Mobile dal 2014, come descrivi la tua Clinica?
Tanto cuore e tanto sacrificio. Sono stati anni difficili e diversi da quando era stata inventata. Ho avuto la fortuna di poter incontrare e accompagnare verso la fine della loro carriera una generazione di fenomeni. Questa è per me la ricompensa più importante. Ci è voluto tanto impegno, anche per trovare la soluzione a molte problematiche, non ultimo a livello logistico che ci hanno imposto questi due anni di crisi, prima pandemica e poi economica. È una Clinica Mobile che ha cercato di evolversi per stare al passo con i tempi (dal punto di vista tecnologico, per esempio, con la cartella clinica elettronica) e in parte credo ci siamo riusciti, pur mantenendo la filosofia di base: quella del Dottor Costa, di stare al servizio dei piloti, i veri protagonisti, e della loro salute e sicurezza.
Cosa ti porti dentro del Dottor Costa?
La vita vissuta con lui. Dal 2011 al 2013 sono stato al suo fianco, soprattutto nel 2013 abbiamo vissuto una serie di recuperi. Tante volte si parla di recuperi impossibili, ma purtroppo non ne sono più possibili alcuni tipi per una serie di restrizioni che sono state imposte dalla Federazione, in parte giustamente, ma che in parte non mi trovano d’accordo. Mi porto dietro l’esempio della dedizione per il recupero dei piloti, del vivere accanto a loro con l’obiettivo comune di tornare in pista in tempi rapidi, una cosa che lui ha fatto per tanti anni. Ancora oggi lo facciamo in una certa misura. Ci tengo a dire che non siamo stati coinvolti nel rientro catastrofico di Marc Marquez nel 2020. Per sua scelta su queste cose si affida a medici spagnoli.
Proprio Marquez ora è tornato in pista, come valuti il suo recupero?
Sono felice del suo rientro, spero non abbia conseguenze dopo i due anni di calvario. Marc è sicuramente un valore aggiunto per il Mondiale. Se c’era davvero questo problema di rotazione così importante era una problematica di rilievo. Nella fase di recupero, fino a maggio, mi diceva che aveva trovato un modo di affrontare le curve scomponendo il movimento del braccio, ma un atleta ha bisogno di fluidità nel gesto atletico. Con il senno di poi sono tutti bravi a dire cosa si poteva fare meglio e non mi voglio esprimere. C’eravamo sentiti anche con il dottor Costa, la sua esperienza è ineguagliabile. Eravamo un po’ scettici sulla linea seguita all’inizio, ma l’importante è che ora recuperi bene.
Quali sono i servizi della Clinica?
Sono diversi, che possiamo dividere in due ambiti: quello della medicina e quello della fisioterapia. Abbiamo dei medici che offrono ai piloti e a tutto il paddock un servizio medico generico, una sorta di guardia medica, oltre alla consulenza, ovvero: il pilota cade, il nostro ortopedico gli fa la consulenza per recuperare in fretta e al meglio. Poi c’è la terapia antalgica, di cui mi occupo io in quanto anestesista, nell’ambito dei limiti della regolamentazione antidoping in particolare.
La fisioterapia è al servizio quasi esclusivo per i piloti, e si divide in due campi: c’è la parte del massaggio sportivo, per cui ci vuole molta esperienza, e poi tutta la parte della riabilitazione, che prevede la manualità del fisioterapista, la strumentazione che abbiamo a disposizione, la sinergia tra i vari professionisti che si ritrovano nello stesso ambito di lavoro. Questo fa sì che si possano ottenere dei buoni risultati.
Inoltre c’è la possibilità di fare l'ecografia, soprattutto in ambito muscolo scheletrico.
Quanto ha influito il Covid con il vostro servizio?
Sicuramente da un punto di vista logistico è stato più complesso, con tutte le procedure e i protocolli da applicare nei diversi paesi. Poi avevamo sviluppato una serie di procedure interne, per evitare di diventare una fonte di infezione. Avevamo ridotto il personale per evitare sovraffollamento, ma siamo riusciti ad andare avanti, ci sono stati solo maggiori sforzi organizzativi.
I trattamenti vengono svolti tutti qui?
Quelli dei piloti MotoGP sì, tranne quando alcuni ci chiedono - magari nelle proprie gare di casa - di essere trattati nei propri motorhome. Noi siamo la seconda famiglia dei piloti. Il valore aggiunto della Clinica Mobile è di fronte all’infortunio. Per fortuna i casi gravi sono molto diminuiti grazie alle protezioni e ad una serie di interventi, in ogni caso cerchiamo di essere sempre all’altezza.
E ora si continuano con le gare lontane dall'Europa, in Australia e Malesia.
Ci muoviamo sempre in sei fisioterapisti e tre medici. Portiamo tutto il materiale nelle casse, con farmaci e strumentazioni, e i centri medici locali ci danno qualcosa di più ingombrante. Sono trasferte lunghe e impegnative, di conseguenza le problematiche mediche si accumulano. Anche a livello fisico fare tante trasferte lascia il segno, quindi le persone diventano più soggette a diverse problematiche e noi vogliamo dare il nostro supporto, come sempre.
Se dovessi fare un bilancio di questi nove anni?
In generale sono soddisfatto, si può sempre crescere. Stanno anche aumentando gli sportivi che si rivolgono a noi, ci sono atleti delle quattro ruote e di karting. Abbiamo due centri permanenti, uno a Piacenza e uno ad Andorra. Siamo in una fase di evouzione e di crescita. Sono soddisfatto di quello che ho fatto in questi anni, se mi guardo indietro mi dico che ho fatto un buon lavoro.
Cliccate qui per conoscere gli orari del fine settimana australiano.
Ecco il calendario 2022 della top class e la classifica del campionato.
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