MotoGP, intervista esclusiva a Uccio: “Ad Aragon un Valentino Rossi mostruoso, ma è anche umano”
MotoGP news – Il Motomondiale si appresta a disputare il Gran Premio del Giappone e noi abbiamo potuto fare una chiacchierata con Alessio Salucci, detto “Uccio”, braccio destro di Valentino Rossi nonché responsabile della VR46 Riders Academy. Con lui abbiamo parlato della grande impresa di Valentino ad Aragon, degli allenamenti offroad del Dottore e dei ragazzini che stanno crescendo sotto l’ala del pesarese
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"Spero vivamente che Vale continui"
Ad accompagnare Valentino Rossi in pista, fin dalla sua prima stagione, c’è sempre stato il suo grande amico Alessio Salucci detto “Uccio”, e poco prima che partisse per il Gran Premio del Giappone, in programma questo fine settimana, abbiamo potuto parlare un po’ con lui di questa stagione.
Dopo i due infortuni in offroad, pensi che Valentino cambierà il suo allenamento preferito?
Purtroppo no (ride)! Secondo me non cambierà tanto, come non è cambiato niente dopo il 2010 quando ha avuto l’incidente con la moto da cross sulla pista di Cavallara. All’epoca aveva perso la possibilità di giocarsi il mondiale per quell’infortunio, come è capitato anche quest’anno, e ha comunque continuato a farlo. Mi sento di difenderlo però, questo sport è fatto anche di allenamenti e alcuni di questi sono pericolosi. Un pilota si completa allenandosi a casa. Secondo me quindi deve continuare a fare quello che ha sempre fatto, dato che in questi anni ha fatto anche cose positive.
Cosa vi siete detti la prima volta che vi siete visti dopo l’incidente?
L’ho visto che stava entrando in ospedale con l’ambulanza. Ci siamo guardati ed è bastato quello per dire “Cavolo, che peccato!” Non mi sono sentito naturalmente di dirgli niente, ma di dargli il mio supporto come sempre. Questo è il suo lavoro, lo fa al meglio, e per farlo al meglio bisogna allenarsi, anche se a volte questo comporta dei rischi.
Come commenti l’impresa che ha fatto ad Aragon?
Lui è mostruoso! Fa sempre sembrare le cose molto normali. Nel fine settimana abbiamo più parlato dei problemi sulla moto che di altro, come se fosse stato un week end davvero normale. A volte ci faceva dimenticare che aveva subito un intervento importante alla gamba solo una ventina di giorni prima. È stata una delle ennesime imprese di Valentino, ma non dimentichiamoci che la sua gamba destra non è ancora al massimo e quindi la tripletta sarà piuttosto impegnativa, sia per le tre gare, sia per i cambi di temperature e di altitudine. Dobbiamo aspettarci anche delle difficoltà, Valentino è umano.
Pensi sempre che continuerà la sua carriera fino al 2020?
Lo penso e lo spero. Se lui continua ad avere questa voglia di correre, non vedo il motivo per cui dovrebbe smettere, altrimenti dovrebbero farlo anche tutti quei 20 piloti che sono regolarmente alle sue spalle ogni domenica. Vale è abbastanza intelligente e umile per capire il giorno che sarà ora di smettere. Quel momento non è ancora arrivato, spero vivamente che continui.
Parliamo della VR46 Riders Academy, che bilancio fai finora di questa stagione?
Posso solo dire che è positivo. Ci giochiamo quattro campionati, il mondiale junior nel CEV e i mondiali Moto3, Moto2 e MotoGP. Su quattro campionati siamo stati in lizza in tre, quindi è una cosa grande. Il “Morbido” (Franco Morbidelli, ndr) è in testa in Moto2, Dennis (Foggia, ndr) anche nel CEV e Valentino era lì… è positivo. Nell’Academy ci metto dentro anche Vale, anche se non è più giovanissimo, ma è il fondatore e si sente parte del gruppo.
Tra le tante attività che fate con l’Academy, qual è quella che personalmente ti piace di più?
Ce ne sono diverse. Ho un debole per la MiniGP, che secondo me è un allenamento molto formativo, le moto riproducono quelle vere ma sono piccole, quindi vai più piano e fai tutto con più sicurezza. Quello che fai con la MiniGP lo fai poi in pista con le moto grandi, soprattutto le bagarre, il ritmo. È un buon allenamento, non ditelo agli spagnoli! (ride)
Come vivi la lotta di Morbidelli al titolo?
Me l’aspettavo, però il nostro sport è sempre difficile. Tante volte gli anni scorsi avevo aspettative di questo genere, ma poi non è successo. L’ho sempre vissuta con molta ansia, la sto vivendo cercando di dare il massimo supporto a Franco e curando i dettagli fino alla fine, focalizzandoci sull’obiettivo che ancora non è stato raggiunto.
Quanto è importante Valentino per i ragazzi dell’Academy e quanto sono importanti loro per Valentino?
Secondo me hanno entrambi la stessa importanza. Per Vale sono importantissimi loro, gli danno lo stimolo e la voglia, e inoltre gli piace “usarli” come avversari in allenamento. Fino a qualche anno fa, prima che nascesse l’Academy, Vale in tutti gli allenamenti – al Ranch, con la MiniGP, a Misano - non aveva grandi avversari, anzi era piuttosto solo. Da quando sono arrivati questi ragazzini anche lui si è dovuto impegnare di più, ha dovuto tirare fuori più grinta. Per lui quindi è un buon valore aggiunto.
Per i ragazzini è importante a 360°, da quando si allenano in moto, in palestra, e anche solo quando parlano con lui. È una cosa che non ha prezzo avere Valentino sempre a loro disposizione, sulle cinque o sei ore al giorno.
Ad accompagnare Valentino Rossi in pista, fin dalla sua prima stagione, c’è sempre stato il suo grande amico Alessio Salucci detto “Uccio”, e poco prima che partisse per il Gran Premio del Giappone, in programma questo fine settimana, abbiamo potuto parlare un po’ con lui di questa stagione.
Dopo i due infortuni in offroad, pensi che Valentino cambierà il suo allenamento preferito?
Purtroppo no (ride)! Secondo me non cambierà tanto, come non è cambiato niente dopo il 2010 quando ha avuto l’incidente con la moto da cross sulla pista di Cavallara. All’epoca aveva perso la possibilità di giocarsi il mondiale per quell’infortunio, come è capitato anche quest’anno, e ha comunque continuato a farlo. Mi sento di difenderlo però, questo sport è fatto anche di allenamenti e alcuni di questi sono pericolosi. Un pilota si completa allenandosi a casa. Secondo me quindi deve continuare a fare quello che ha sempre fatto, dato che in questi anni ha fatto anche cose positive.
Cosa vi siete detti la prima volta che vi siete visti dopo l’incidente?
L’ho visto che stava entrando in ospedale con l’ambulanza. Ci siamo guardati ed è bastato quello per dire “Cavolo, che peccato!” Non mi sono sentito naturalmente di dirgli niente, ma di dargli il mio supporto come sempre. Questo è il suo lavoro, lo fa al meglio, e per farlo al meglio bisogna allenarsi, anche se a volte questo comporta dei rischi.
Come commenti l’impresa che ha fatto ad Aragon?
Lui è mostruoso! Fa sempre sembrare le cose molto normali. Nel fine settimana abbiamo più parlato dei problemi sulla moto che di altro, come se fosse stato un week end davvero normale. A volte ci faceva dimenticare che aveva subito un intervento importante alla gamba solo una ventina di giorni prima. È stata una delle ennesime imprese di Valentino, ma non dimentichiamoci che la sua gamba destra non è ancora al massimo e quindi la tripletta sarà piuttosto impegnativa, sia per le tre gare, sia per i cambi di temperature e di altitudine. Dobbiamo aspettarci anche delle difficoltà, Valentino è umano.
Pensi sempre che continuerà la sua carriera fino al 2020?
Lo penso e lo spero. Se lui continua ad avere questa voglia di correre, non vedo il motivo per cui dovrebbe smettere, altrimenti dovrebbero farlo anche tutti quei 20 piloti che sono regolarmente alle sue spalle ogni domenica. Vale è abbastanza intelligente e umile per capire il giorno che sarà ora di smettere. Quel momento non è ancora arrivato, spero vivamente che continui.
Parliamo della VR46 Riders Academy, che bilancio fai finora di questa stagione?
Posso solo dire che è positivo. Ci giochiamo quattro campionati, il mondiale junior nel CEV e i mondiali Moto3, Moto2 e MotoGP. Su quattro campionati siamo stati in lizza in tre, quindi è una cosa grande. Il “Morbido” (Franco Morbidelli, ndr) è in testa in Moto2, Dennis (Foggia, ndr) anche nel CEV e Valentino era lì… è positivo. Nell’Academy ci metto dentro anche Vale, anche se non è più giovanissimo, ma è il fondatore e si sente parte del gruppo.
Tra le tante attività che fate con l’Academy, qual è quella che personalmente ti piace di più?
Ce ne sono diverse. Ho un debole per la MiniGP, che secondo me è un allenamento molto formativo, le moto riproducono quelle vere ma sono piccole, quindi vai più piano e fai tutto con più sicurezza. Quello che fai con la MiniGP lo fai poi in pista con le moto grandi, soprattutto le bagarre, il ritmo. È un buon allenamento, non ditelo agli spagnoli! (ride)
Come vivi la lotta di Morbidelli al titolo?
Me l’aspettavo, però il nostro sport è sempre difficile. Tante volte gli anni scorsi avevo aspettative di questo genere, ma poi non è successo. L’ho sempre vissuta con molta ansia, la sto vivendo cercando di dare il massimo supporto a Franco e curando i dettagli fino alla fine, focalizzandoci sull’obiettivo che ancora non è stato raggiunto.
Quanto è importante Valentino per i ragazzi dell’Academy e quanto sono importanti loro per Valentino?
Secondo me hanno entrambi la stessa importanza. Per Vale sono importantissimi loro, gli danno lo stimolo e la voglia, e inoltre gli piace “usarli” come avversari in allenamento. Fino a qualche anno fa, prima che nascesse l’Academy, Vale in tutti gli allenamenti – al Ranch, con la MiniGP, a Misano - non aveva grandi avversari, anzi era piuttosto solo. Da quando sono arrivati questi ragazzini anche lui si è dovuto impegnare di più, ha dovuto tirare fuori più grinta. Per lui quindi è un buon valore aggiunto.
Per i ragazzini è importante a 360°, da quando si allenano in moto, in palestra, e anche solo quando parlano con lui. È una cosa che non ha prezzo avere Valentino sempre a loro disposizione, sulle cinque o sei ore al giorno.
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