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MotoGP e pandemia, un finale di stagione tutto da scrivere

La sostituzione del gp d'Australia con una seconda gara a Portimao potrebbe non essere l'ultima novità in calendario: Malesia e Thailandia a rischio. Gli Stati Uniti sono sicuri e l'Europa potrebbe aggiungere doppie per mantenere il calendario a 19 gare. Per Ducati meglio il Portogallo che Phillip Island, mentre Marquez perde uno dei suoi fortini
Dopo i cambiamenti di inizio anno e la recente cancellazione del gp del Giappone, un'altra novità scuote il motomondiale: il gran premio d'Australia, in programma il prossimo 24 ottobre, è stato cancellato, e il suo posto è stato preso dal gp di Malesia, anticipato di una settimana. Il numero di gare in calendario rimane però di 19, grazie all'inserimento di un nuovo appuntamento in Portogallo, con un secondo gp a Portimao.

Pandemia e rimedi
Il motomondiale d'altronde ha imparato a conoscere bene il circuito dell'Algarve – che per inciso darà anche il nome all'evento- correndoci non solo quest'anno a inizio stagione, ma anche nel 2020, sempre a novembre. Sembra un dettaglio da poco, ma per Michelin è importante riuscire a calendarizzare i gran premi sempre nella stessa stagione, in modo da trovare temperature e condizioni meteo simili e proporre pneumatici adeguati.
Ovviamente la scelta di cancellare per il secondo anno di fila il gp d'Australia è dovuta alla pandemia di coronavirus, con una recrudescenza importante in tutto il Far East. In questo senso anche i gran premi di Thailandia e Malesia sono a rischio: il calendario per ora li colloca il 17 e 24 ottobre, ma le possibilità che si corra davvero non sono elevatissime. A ogni modo una decisione sarà presa entro la fine del mese, come ha più volte ribadito il CEO di Dorna, Carmelo Ezpeleta.

Quali prospettive?
Dovessero saltare la doppia in Oriente, le alternative comunque non mancherebbero. L'obiettivo è mantenere il calendario a 19 gare, anche per garantire la maggiore regolarità del campionato stesso, che se venisse improvvisamente accorciato ovviamente avvantaggerebbe chi è in testa. Un secondo gp ad Austin, il 10 ottobre, potrebbe essere una opzione, così come una doppia a Valencia, anche se l'idea di allungare la stagione con un doppio finale al Tormo non entusiasma gli addetti ai lavori. Il punto è che a novembre è difficile trovare location differenti dal sud della Spagna o dal Portogallo: anche un secondo gp a Jerez potrebbe essere una idea, ma al momento niente è deciso.
Rimanendo alle certezze, cosa cambia con l'ultima sostituzione? Phillip Island è una pista che piace parecchio a Marc Marquez e anche alle Yamaha, ma che invece si è rivelata negli ultimi anni il vero incubo di Ducati. Per Borgo Panigale, Portimao è decisamente meglio: è un circuito dove Jack Miller l'anno scorso e Pecco Bagnaia quest'anno hanno conquistato due solidi secondi posti. Fabio Quartararo ci ha vinto ad aprile, Miguel Oliveira invece ha avuto due esperienze diametralmente opposte, passando dal successo del 2020 alle cadute del 2021 (ma ancora con una KTM non aggiornata).
Dal punto di vista economico una gara in meno dall'altra parte del mondo è una buona notizia per diversi team, anche se sotto questo aspetto una grande differenza potrebbe farla proprio un ulteriore taglio delle trasferte in Oriente, sostituendo Malesia e Thailandia con le soluzioni già menzionate.
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