MotoGP 2024 - Martin, la rivincita del campione
Il pilota spagnolo ha conquistato il titolo della MotoGP nell'anno in cui Ducati gli ha preferito Marquez. Ha vinto il mondiale grazie a velocità e costanza, Bagnaia lo ha perso senza colpe
Jorge Martin è finalmente campione del mondo MotoGP, un anno dopo il gran premio di Valencia che aveva interrotto il suo sogno sul più bello. Lo spagnolo però non si era demoralizzato e fin dal post gara del Ricardo Tormo aveva fatto un patto con gli uomini della sua squadra: il titolo non è sfumato, è solo rinviato di 12 mesi.
Promessa mantenuta
"Mancano 22 gare al nostro obiettivo, da martedì ricominciamo ad andare forte" aveva detto Gino Borsoi in quel box dove le emozioni erano forti e il pianto di Martin sincero. Le parole si sono trasformate in azioni concrete e Jorge è stato bravo a inseguire l'obiettivo senza lasciarsi demoralizzare dalla piega che ha preso a un certo punto il suo 2024.
Trasformare la rabbia
Come se non fosse bastata la delusione per un mondiale mancato di poco nel 2023, quest'anno Martin ha dovuto ingoiare anche la pillola amara dell'ennesimo treno perso per il team ufficiale Ducati. Lo spagnolo aveva provato a mettere le mani avanti, dichiarando già nel corso dell'inverno che non avrebbe accettato altro rinnovo con Borgo Panigale se non per andare nel team factory. Quando Ducati gli ha preferito Marc Marquez, Martin ha accusato il colpo. Ha firmato con Aprilia - dietro consiglio dell'amico Aleix Espargarò- ma la sensazione di avere fatto un passo indietro gli è rimasta. In qualche modo i risultati di metà campionato ne hanno anche risentito, con la scivolata del Sachsenring che in qualche modo ha simboleggiato una difficoltà, Ma Jorge non ha mai mollato, anche quando è passato in svantaggio nel mondiale.
Un gran finale
Le 5 vittorie in 6 gare di Bagnaia in estate non lo hanno scalfito: in quei 6 gran premi Martin è andato a podio 5 volte, limitando i danni, quindi ha approfittato dell'incidente di Pecco ad Aragon, quando il campione del mondo è stato tirato giù da Alex Marquez. Nonostante qualche scelta scriteriata come rientrare ai box per cambiare moto ai primi accenni di pioggia (Misano), o cadute evitabili a inizio gara (Sprint Indonesia), lo spagnolo è stato molto costante.
Martin ha vinto solo 3 gare - contro le 11 di Bagnaia- ma ben 7 Sprint e soprattutto è andato a podio con una continuità che ha pagato di più rispetto agli acuti di Bagnaia. Pecco è stato fin troppo onesto nel dire che avrebbe dovuto fare di meglio: nei suoi 8 zeri - contro i 4 di Martin- va segnato un guasto tecnico (Sprint Francia) e 3 incidenti (uno con Binder e 2 con i fratelli Marquez) su cui ha zero o pochissime resposanbilità. Ma non se ne può fare certo una colpa a Martin, che è diventato calcolatore anche più di quanto avrebbe voluto e nelle ultime 4-5 gare ha cercato di evitare i sorpassi al limite.
Gioia presente, futuro da scrivere
"Non serve pensare al passato, serve solo imparare dagli errori per migliorare. Il futuro non lo puoi conoscere, il presente è quello che conta". Sono queste le parole del neo campione del mondo, a cui è stato chiesto ai microfoni di Sky Sport - tra i mille brindisi di un post gara giustamente esagerato- cosa può restituire come insegnamento a chi lo guarda. Martin ha dato una risposta da vero campione, come da vero campione si porterà il numero uno sull'Aprilia.
Da martedì inizierà una nuova avventura in Aprilia. Non sarà facile: troverà una moto meno competitiva, ma il modo migliore per iniziare questo capitolo tutto da scrivere sta tutto in questa sua stagione davvero perfetta. Anche Pramac cambierà tutto, affidandosi a Yamaha. L'unico team privato ad avere vinto un titolo in era MotoGP sarà un grande aiuto per Iwata. Tutti contenti: Ducati un po' meno, ma sulle scelte fatte o subite non si può tornare, e da martedì sarà comunque già tempo di voltare pagina. Arriva Marquez, il 2025 è già iniziato.