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MotoGP 2023 – Bagnaia, campione di freddezza

Francesco Bagnaia ha conquistato il suo secondo titolo mondiale, un risultato che conferma tutte le sue qualità. Ha saputo tener botta alla rimonta di Martin con costanza e solidità e oggi a Valencia è arrivata la consacrazione di un talento sbocciato all’Acedemy di Rossi. Ripercorriamo la sua storia

Francesco Bagnaia al podio ha ormai fatto il callo e anche alla rivalità con Jorge Martin. Era il 2009 quando ha ottenuto il suo primo successo importante, il titolo europeo categoria MiniGP: è nato a Torino il 14 gennaio 1997 e dunque aveva appena 12 anni. Una stagione nell’Europeo 125 PreGP conclusa al secondo posto, due nel Campionato Spagnolo prima in 125 e poi in Moto3 con una vittoria ognuna, e nel 2013 è approdato al Mondiale della minima cilindrata, senza conquistare nemmeno un punto. Nel 2014 l’ingresso nello SKY Racing Team VR46 e l’anno successivo il passaggio al team Mapfre Mahindra, dove si è trovato come compagni di squadra l’esordiente Martin e Juanfran Guevara. Ancora non c’erano i presupposti per lo scontro, il piemontese comunque quell’anno ha ottenuto il primo podio iridato e la stagione successiva, sempre in squadra con Martin, di podii ne conquistati cinque: tre terzi posti, un secondo e soprattutto la prima vittoria nel Motomondiale, in Olanda, seguita da quella in Malesia. Ha chiuso la stagione al quarto posto.

In Moto 2 il primo titolo iridato

In Moto2 il piemontese ha corso nuovamente con lo SKY Racing Team VR46 ed al secondo anno ha centrato il suo primo titolo iridato. Nel 2017, in sella a una Kalex, aveva chiuso quinto ottenendo due secondi e un terzo posto ma non la vittoria. Ma è stato il 2018 l’anno da ricordare: a febbraio Bagnaia aveva firmato con un anno di anticipo il contratto che lo legava al team Pramac per correre in MotoGP nel biennio 2019-2020. Nell’attesa… ha fatto man bassa. Sempre con i colori del team VR46 ha vinto in Qatar, Texas, Francia, Olanda, San Marino, Thailandia e Giappone, conquistando il titolo mondiale con una gara di anticipo.

 

I primi due anni in MotoGP

I due anni successivi, nella massima categoria, sono stati inferiori alle aspettative. Un po’ a causa di numerosi ritiri, un po’ per la frattura del polso sinistro riportata nel 2019, e quella della tibia destra riportata nel 2020, ma soprattutto perché imparare a portare al limite una MotoGP richiede tempo e mestiere. I freddi numeri non rendono onore al talento di Bagnaia, 15º nella stagione 2019 e 16º nel 2020, ma è riuscito ugualmente a farsi notare e nel 2021 è stato chiamato a far parte del team ufficiale Ducati Corse. Quelli di Borgo Panigale ci avevano visto bene e il 12 settembre ha vinto la sua prima gara in MotoGP ad Aragón, ripetendosi poi nei Gran Premi di San Marino, dell’Algarve e della Comunità Valenciana.

 

Un mondiale sfiorato

L’albo d’oro ci ricorda che è stato Fabio Quartararo a conquistare il titolo 2021 ma Bagnaia, secondo a 23 punti, ne è uscito a testa alta. Con la differenza che nel 2022 il francese ha fatto più fatica per la scarsa velocità della sua Yamaha mentre per l’italiano è stato l’anno della consacrazione. L’inizio è stato difficoltoso, poi la vittoria a Jerez, la caduta di Le Mans, una nuova vittoria al Mugello e altre due cadute in Spagna e Germania. Va forte il piemontese, qualche volta anche più del dovuto. Ma ha infilato altre quattro vittorie una dietro l’altra in Olanda, Gran Bretagna, Austria e San Marino, poi alcuni piazzamenti, un’altra vittoria in Malesia e con il nono posto a Valencia il primo titolo mondiale nella massima categoria, sconfiggendo proprio Quartararo.

 

Un 2023 da incorniciare

La stagione 2023 ha visto l’introduzione della Gara Sprint e questo significa il doppio delle possibilità di vittoria ma anche dei rischi. Nei primi 10 weekend il campione del mondo ha strappato 9 vittorie e un totale di 15 podi, ma nella gara lunga di Barcellona è stato protagonista di un drammatico incidente ed è stato colpito alla gamba da Brad Binder. Ne è uscito riportando soltanto contusioni ma proprio da quella gara è incominciata la rimonta di Martin: lo spagnolo ha conquistato vittorie a raffica, l’italiano è salito quasi sempre sul podio ma solo in Indonesia è tornato sul primo gradino. Riprendendosi la testa della classifica che l’avversario gli aveva strappato il giorno prima.

La costanza ha fatto la differenza

In questa seconda parte della stagione è stata l’affidabilità a fare la differenza: il caposquadra della Ducati sempre a punti nelle prime posizioni, l’avversario velocissimo e capace di vincere a ripetizione ma gravato da alti e bassi. L’epilogo all’ultimo appuntamento della stagione: per conquistare il titolo Martin doveva sperare in un miracolo, c’erano troppi punti da recuperare. “Pecco” non si è fatto prendere dalla tensione. Nella gara Sprint ha amministrato ed è arrivato quinto mentre l’avversario vinceva, la domenica era davanti quando Martin ha esagerato finendo a terra. Lui invece non ha sbagliato: ha vinto gara e titolo, e per la seconda volta consecutiva è campione del mondo della MotoGP.

 

Cliccate qui per il profilo di Jorge Martin che ha conteso fino all'ultimo il titolo a Bagnaia.

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