MotoGP 2022 - Valentino Rossi: "Vogliamo vincere il titolo con l'Academy"
Nell'intervista con Graham Bensinger, Vale ricorda la scomparsa di Marco Simoncelli e parla di come è iniziata l'avventura che ha portato quattro ragazzi a correre nella massima classe del mototomondiale. "Morbidelli aveva bisogno di una mano e lo abbiamo aiutato, sono venuti fuori risultati oltre ogni aspettativa"
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Oltre alla chiacchierata al ristorante insieme alla compagna Francesca Sofia Novello, Valentino Rossi ha proseguito la propria intervista con Graham Bensinger in differenti situazioni, toccando diversi temi. La fondazione dell'Academy e di VR46 sono stati ampiamente approfonditi, con diversi passaggi interessanti.
Dalla sofferenza alla rinascita
L'inizio dell'avventura dell'Academy è nata da un evento dolorosissimo, l'incidente di Simoncelli (oggitra l'altro è il compleanno del Sic), che Bensinger invita a ripercorrere. “La morte di Marco è stata uno choc, anche perché sono stato direttamente coinvolto nell'incidente. Per un'ora siamo rimasti lì a piangere senza dire niente, perché non c'era niente da dire. Ancora adesso, se ci penso, non mi sembra che sono passati dieci anni, ma tre. Eppure sono dieci”. Il destino però ha messo sulla strada di Vale un incrocio che si è poi rivelato importantissimo. “In quel periodo Franco (Morbidelli, ndr) aveva perso il padre ed era un po' perso anche lui. Così abbiamo deciso di aiutarlo, e le cose sono nate così. Poi c'era anche mio fratello, e piano piano abbiamo iniziato a crescere. Pensa che l'anno prossimo avremo quattro piloti in MotoGP”.
Una cosa seria
Se l'Academy è nata con lo spirito allegro delle cose di Valentino “ora abbiamo l'obiettivo di vincere il titolo di MotoGP con uno dei nostri piloti. Abbiamo anche un team, ma è appena nato e lì le cose sono più complicate al momento. Ma il paddock è come una città, abbiamo buone relazioni e anche in questo caso la decisione è stata presa in maniera piuttosto naturale. Uccio e Albi mi hanno spinto molto, mi hanno sempre detto che ci saremmo potuti divertire”.
L'importanza degli amici
Anche nel corso della passata stagione non sono mancati momenti difficili, con la vicenda dello sponsor Aramco mai arrivato, e si sono levate critiche più o meno velate sull'operato della neonata squadra. Rossi però ha la sua risposta – indiretta- a chi sembra chiedergli conto. “Perché lavoro con i miei amici? Perché ci conosciamo da sempre, da prima che diventassi famoso. Con loro sto bene, stiamo bene, e so che mi posso fidare. È una relazione diversa da quella che posso avere con altre persone”.
Dalla sofferenza alla rinascita
L'inizio dell'avventura dell'Academy è nata da un evento dolorosissimo, l'incidente di Simoncelli (oggitra l'altro è il compleanno del Sic), che Bensinger invita a ripercorrere. “La morte di Marco è stata uno choc, anche perché sono stato direttamente coinvolto nell'incidente. Per un'ora siamo rimasti lì a piangere senza dire niente, perché non c'era niente da dire. Ancora adesso, se ci penso, non mi sembra che sono passati dieci anni, ma tre. Eppure sono dieci”. Il destino però ha messo sulla strada di Vale un incrocio che si è poi rivelato importantissimo. “In quel periodo Franco (Morbidelli, ndr) aveva perso il padre ed era un po' perso anche lui. Così abbiamo deciso di aiutarlo, e le cose sono nate così. Poi c'era anche mio fratello, e piano piano abbiamo iniziato a crescere. Pensa che l'anno prossimo avremo quattro piloti in MotoGP”.
Una cosa seria
Se l'Academy è nata con lo spirito allegro delle cose di Valentino “ora abbiamo l'obiettivo di vincere il titolo di MotoGP con uno dei nostri piloti. Abbiamo anche un team, ma è appena nato e lì le cose sono più complicate al momento. Ma il paddock è come una città, abbiamo buone relazioni e anche in questo caso la decisione è stata presa in maniera piuttosto naturale. Uccio e Albi mi hanno spinto molto, mi hanno sempre detto che ci saremmo potuti divertire”.
L'importanza degli amici
Anche nel corso della passata stagione non sono mancati momenti difficili, con la vicenda dello sponsor Aramco mai arrivato, e si sono levate critiche più o meno velate sull'operato della neonata squadra. Rossi però ha la sua risposta – indiretta- a chi sembra chiedergli conto. “Perché lavoro con i miei amici? Perché ci conosciamo da sempre, da prima che diventassi famoso. Con loro sto bene, stiamo bene, e so che mi posso fidare. È una relazione diversa da quella che posso avere con altre persone”.
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