MotoGP 2019, Crutchlow: “Stavo diventando un vegetale. Il podio del Qatar? Un sogno”
MotoGP news – Cal Crutchlow è tornato alla grande dopo il grave incidente occorsogli la scorsa stagione in Australia, tanto che in Qatar è subito salito sul podio. L’inglese ha raccontato il retroscena dei duri mesi invernali e quale sia stata la fortuna di quella situazione così seria
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È andata bene!
Durante le prove libere dello scorso Gran Premio d’Australia, Cal Crutchlow è incappato in un brutto incidente nel quale ha rimediato un grave infortunio alla gamba e alla caviglia destra. Nel dettaglio, il bollettino medico del pilota del team LCR recitava la doppia frattura bi malleolare e anteriore tibiale, che si traduce nelle parole dell’inglese così: “La tibia era aperta alla base come un tronco spezzato in due, e il malleolo aveva 16 microfatture”. Dopo un lungo inverno fatto di riabilitazione e di tanta pazienza, Crutchlow si è presentato ai test pre-stagionali e poi al Gran Premio del Qatar dove, pronti e via, ha calcato il terzo gradino del podio. In un’intervista rilasciata a “La Gazzetta dello Sport” ha raccontato: “Per me è stato un sogno. Considerando anche come a un certo momento non sapevo neanche se sarei davvero tornato a correre”. Il pilota dell’Isola di Man ha spiegato: “Sapevo di essermi fatto male, non quanto. Pensavo che avrebbero infilato un chiodo, messo una placca e che in poche settimane sarei tornato a correre. Invece i dottori sono stati molto vicini a saldare del tutto la caviglia”. Nella grande sfortuna avuta, la fortuna è stata essersi infortunato in Australia: “Chi mi ha operato è tedesco, gli ho parlato praticamente ogni giorno dopo l’operazione. Ho seguito ogni istruzione, ma già tornare ai test in Malesia è stato un grande sollievo: in questi mesi mi sono chiesto più volte come avrei fatto a guidare ancora. Se guardi al computer come erano ridotte le ossa ti vengono i brividi. Era tutto completamente distrutto. Ci sono persone che non camminano per un anno, altre non recuperano mai del tutto. Non è stato facile, in ospedale ho passato momenti difficilissimi: per quattro giorni non mi sono mosso, non mangiavo, non mi importava di nulla. Lucy (la moglie; ndr) a un certo punto mi ha detto che dovevamo andare via da là, stavo diventando un vegetale. Per volare mi hanno indotto quasi in uno stato letargico, poi piano piano, una volta a casa ho ricominciato a vivere: c’era Willow che mi aspettava, le mie cose…” Tutto, fortunatamente, è poi tornato al proprio posto e ora questo resta solo un brutto ricordo.
Durante le prove libere dello scorso Gran Premio d’Australia, Cal Crutchlow è incappato in un brutto incidente nel quale ha rimediato un grave infortunio alla gamba e alla caviglia destra. Nel dettaglio, il bollettino medico del pilota del team LCR recitava la doppia frattura bi malleolare e anteriore tibiale, che si traduce nelle parole dell’inglese così: “La tibia era aperta alla base come un tronco spezzato in due, e il malleolo aveva 16 microfatture”. Dopo un lungo inverno fatto di riabilitazione e di tanta pazienza, Crutchlow si è presentato ai test pre-stagionali e poi al Gran Premio del Qatar dove, pronti e via, ha calcato il terzo gradino del podio. In un’intervista rilasciata a “La Gazzetta dello Sport” ha raccontato: “Per me è stato un sogno. Considerando anche come a un certo momento non sapevo neanche se sarei davvero tornato a correre”. Il pilota dell’Isola di Man ha spiegato: “Sapevo di essermi fatto male, non quanto. Pensavo che avrebbero infilato un chiodo, messo una placca e che in poche settimane sarei tornato a correre. Invece i dottori sono stati molto vicini a saldare del tutto la caviglia”. Nella grande sfortuna avuta, la fortuna è stata essersi infortunato in Australia: “Chi mi ha operato è tedesco, gli ho parlato praticamente ogni giorno dopo l’operazione. Ho seguito ogni istruzione, ma già tornare ai test in Malesia è stato un grande sollievo: in questi mesi mi sono chiesto più volte come avrei fatto a guidare ancora. Se guardi al computer come erano ridotte le ossa ti vengono i brividi. Era tutto completamente distrutto. Ci sono persone che non camminano per un anno, altre non recuperano mai del tutto. Non è stato facile, in ospedale ho passato momenti difficilissimi: per quattro giorni non mi sono mosso, non mangiavo, non mi importava di nulla. Lucy (la moglie; ndr) a un certo punto mi ha detto che dovevamo andare via da là, stavo diventando un vegetale. Per volare mi hanno indotto quasi in uno stato letargico, poi piano piano, una volta a casa ho ricominciato a vivere: c’era Willow che mi aspettava, le mie cose…” Tutto, fortunatamente, è poi tornato al proprio posto e ora questo resta solo un brutto ricordo.
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