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Iannone spiega la MotoGP dopo 5 anni: "Si fa una fatica enorme, è cambiato tutto"

Il pilota abruzzese non ha sfigurato in sella alla Desmosedici, ma rispetto a cinque anni fa si gira due secondi più velocemente. "Le moto generano un carico impressionante, ma devi spingere tanto"

Per valutare la prestazione di Andrea Iannone a Sepang, non ha molto senso leggere i risultati in gara: 19esimo nella Sprint e 17esimo nella gara lunga. Meglio è andata in prova, con una 17esima posizione che non ha beneficiato di ritiri ed è stata realizzata a meno di due secondi dallo stratosferico tempo di Pecco Bagnaia. Cinque anni fa, con un tempo di 1'58"183, Iannone avrebbe fatto la pole position: vero è che le moto sono cambiate parecchio - ed è proprio questo che ha spiegato Andrea nell'intervista del sabato rilasciata a Sky Sport- ma è cambiato anche il modo con cui queste moto vogliono essere guidate.


Un altro mondo

"I freni sono più grossi, il carico sull'anteriore è molto più importante e per andare forte devi spingere tanto. Più entri forte in curva, più la moto gira, perché genera carico. Più piano vai, più la moto tende al sottosterzo. Sono moto molto più grosse e anche in frenata devi staccare forte per riuscire a trasferire il carico"

Iannone spiega anche le difficoltà fisiche che ha incontrato. "Ti stancano moltissimo, proprio perché anche in curva devi spingere tanto per tenerle giù, che è il modo corretto per farle lavorare. Un conto è fare due giri, un conto una gara intera". L'intervista era post Sprint e Iannone si lascia andare a un simpatico momento autoironico. "Pensate che oggi ho fatto solo 9 giri, domani cosa faccio? Un pit stop? Mi fermo per due o tre giri, poi riparto. Come faccio a finire la gara?".


L'importanza dell'allenamento

Iannone ha risposto "presente" alla chiamata di Valentino Rossi, che gli ha offerto la sella dell'infortunato Fabio Di Giannantonio. Il pilota abruzzese però non ha avuto tempo di allenarsi per l'obiettivo e nemmeno di prendere confidenza con la Desmosedici. "Ho fatto 45 giri durante le sessioni del venerdì, questo è quanto. Non avrei potuto pretendere di più". Comunque Andrea non è andato lontano da un sensazionale accesso alla Q2. "Ho perso due decimi alla 14 perché per errore ho messo la prima, la moto mi è partita dietro e sono uscito più piano, poi sul lungo rettilineo che segue ho fatto fatica a recuperare quella velocità".


Un progresso incredibile

Al di là della prestazione di Iannone, la sua spiegazione fa capire come non solo le moderne MotoGP siano moto difficilissime, ma anche un vero e proprio mondo a parte. C'è un po' la stessa differenza che c'è tra le F1 e le altre auto da corsa e il motivo in fondo è lo stesso: l'enorme carico aerodinamico che generano fa sì che la loro gestione sia complicatissima. A uno stile di guida peculiare, le nuove MotoGP chiedono al pilota anche di manovare dispositivi complicati come l'abbassatore, o di tarare le strategie di consumo a gara in corso, vista la poca benzina che possono imbarcare. 
Il risultato di tanta evoluzione ha sì anche un riscontro sul cronometro: Bagnaia a Sepang ha segnato una pole position di due secondi più veloce rispetto a soli 5 anni fa: sono 4 decimi all'anno di miglioramento, davvero moltissimi!

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