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Vespa 90 Super Sprint: storia, quotazioni e come riconoscerla

La Vespa 90 Super Sprint costava tanto, era per pochi e ne furono prodotte poche. Oggi è rara e vale moltissimo, ma occhio ai falsi!

Vespa 90 Super Sprint: l’essenza della sportività in miniatura

Presentata nel 1965, la Vespa 90 Super Sprint voleva essere un modello di svolta nel panorama degli scooter sportivi: la base era quella della 50, ma l’anima - come suggerito dal nome - era spiccatamente sportiva. Unitamente alle brillanti prestazioni del nuovo motore, le dimensioni compatte, l’agilità e i numerosi dettagli sportivi, come il manubrio o il portaoggetti centrale, c'erano tutto quello che serviva per conquistare gli appassionati, ma non fu così. Guardiamola più da vicino. 

Super Sport: la sportiva
 

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La 90 SS si distingue per il design “aggressivo”: il telaio, basato su quello della Vespa 50, era stato modificato per migliorare l’aerodinamica, mentre lo scudo, ridotto nelle dimensioni, le donava insieme al parafango allungato una silhouette più snella e filante. Il manubrio, stretto e leggermente inclinato verso il basso, richiamava invece quello delle moto da corsa, offrendo una posizione di guida studiata a puntino per “amplificare” l’esperienza sportiva. Esempio su tutti è il cuscinetto montato sopra al bauletto porta oggetti per consentire al pilota di “sdraiarsi” in posizione aerodinamica. 

Motore potenziato e prestazioni "da corsa"

Sotto la scocca, la 90 SS nascondeva un motore che, sebbene derivato da quello dalla Vespa 50, era stato profondamente rivisto. Il cilindro e la testata erano stati completamente ridisegnati a favore delle le prestazioni. Discorso analogo per l’albero motore, riprogettato con un nuovo sistema di distribuzione rotante ed abbinato ad un nuovo cambio a quattro velocità. Rispetto a quella della Vespa 50, anche la frizione, a dischi multipli in bagno d’olio, veniva rinforzata, mentre il carburatore Dell’Orto da 16 mm e la marmitta ad espansione, progettata appositamente per questo modello, gli permettevano di raggiungere i 6.000 giri al minuto, sprigionando una potenza di 5,87 CV. Le prestazioni erano sicuramente interessanti anche se, va detto, inferiori a quelle che un’impostazione tanto sportiva sembrava promettere: la velocità massima supera infatti di poco i 90 Km/h. Faceva meglio, in tal senso, il “vespone” GS arrivato esattamente 10 anni prima, ma in fatto di agilità e maneggevolezza era tutta un’altra storia…

Una guida sportiva
 

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La Vespa 90 SS (qui la documentazione ufficiale da scaricare) offriva una guida piacevole, divertente e, questo ormai è chiaro, da “sportiva”. Unitamente alla grande maneggevolezza, l’accelerazione, sorprendente per l’epoca,  la rendeva temibilissima tra le strette gimcane sulle piste di Vallelunga ed Imola ed è in questa specialità che questo modello brillò parecchio. Ciò detto, benché piacevolissima per i corsaioli, la 90 SS risultava per il grande pubblico (a cui tra l’altro non era rivolta) un po' scomoda da guidare specialmente a causa delle ridotte dimensioni del manubrio, che richiedevano certo periodo di pratica per abituarsi. Le ruote da 10 pollici e le sospensioni ben calibrate garantivano una certa stabilità ed un certo “comfort”, sufficiente la frenata anche se il freno anteriore era difficilmente utilizzabile come su tutte le Vespa.

Dettagli da mito: bauletto, sella “al contrario” e marmitta cromata
 

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Uno degli elementi più caratteristici della Vespa 90 SS è sicuramente il particolarissimo bauletto portaoggetti posizionato sopra la ruota di scorta, proprio sulla pedana. Sormontato da un cuscinetto in pendant con la sella consentiva al pilota di distendersi in posizione sportiva per accentuare ulteriormente l’aerodinamicità della Vespa. I primi modelli vantavano delle decals “90 Super Sprint” sui lati del bauletto, sostituite successivamente con emblemi in resina, incassati nel telaio. 

La sella è il secondo particolare rilevante, con l’apertura fissata nella parte anteriore, cioè al contrario di ogni altro modello, per non urtare il bauletto. Altro elemento distintivo la bellissima marmitta cromata di forma cilindrica, a espansione, lì a sottolineare, ancora, l’anima sportiva della 90 SS. Ben cinque i colori impiegati sulle 90 SS: Blu Pavone per tutta la produzione, Rosso 850 per gli anni 1965-1967; Rosso 802 per gli anni 1968-1969; Rosso Corallo 811 per la serie degli anni 1970-1971 e, infine, il Biancospino 715 utilizzato solo per la produzione destinata all’estero degli anni 1966-1968. 
 

Un sogno per pochi…

Il prezzo all'epoca era però elevato: 137.000 lire nel 1965 non erano poche! E questo fu u dettaglio non da poco nel limitare l evendite, e infatti la produzione avvenne in scala decisamente limitata con soli 5.308 esemplari usciti dallo stabilimento di Pontedera. Trovarne una in vendita non è semplicissimo: come detto, i modelli prodotti non sono poi molti e, chi oggi ne ha una, difficilmente se ne separa. Per “convincerlo”, bisogna offrire cifre alte, spesso sopra i 15.000 euro. Ma bisogna fare attenzione, perché in giro circolano anche dei falsi, ottenuti partendo da economiche Vespa 50 a cui viene ritagliato lo scudo e fatte tutte le debite modifiche. Viste le quotazioni si tratta di un lavoro decisamente remunerativo per i falsari...
 

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