Teoria e tecnica del saluto tra motociclisti
Il saluto: un gesto fortemente simbolico che accomuna tutti i motociclisti. Dal lampeggio alla “V”, i modi per salutarsi sono tanti.
Perché ci salutiamo?
Chi ama e usa la moto per piacere oltre che per necessità è inevitabilmente diverso dalla massa. Banalmente, si ha una concezione del “moto a luogo” differente da quella della maggioranza delle persone. Ognuno di noi si sente sempre un po’ eroe, un po’ sopravvissuto, un po’ pioniere, un po’ avventuriero e poco importa se la manovra più azzardata si è fatta superando di slancio lo scalino della rampa del traghetto che da Genova porta a Golfo Aranci. Insomma, il motociclista si sente parte di una tribù e in quanto tale non conosce simili ma fratelli. Per queste (e molte altre) ragioni, quando un motociclista incontra un altro per strada, lo saluta. E per farlo, i modi sono parecchi, scopriamo quali sono e quando si mettono in pratica.
Il saluto classico
Il più comune tra i motociclisti è il saluto con le dita a forma di "V". Questo gesto viene solitamente eseguito con la mano sinistra perché è la metà del corpo più vicina quando ci si incrocia (a meno che non siate in Inghilterra, ovviamente), e poi perché il vero motociclista il gas non lo molla mai. Ricordatevi però: mai con le dita alzate in segno di vittoria, ma con le dita al massimo parallele al terreno, meglio ancora se tendenti verso il basso, un po’ come tengono le pistole i membri delle gang portoricane. Perché questa convenzione? Non si sa, c’è però chi sostiene che le dita parallele abbiano un coefficiente aerodinamico migliore...
Il saluto con il casco
Se le mani sono impegnate, se il motociclista che incontrate vi sbuca da dietro una curva, se vi siete distratti guardando il cartellone pubblicitario di Calzedonia, se state smanettando con le 130 mappature della vostra hypersport, insomma, se non vi siete accorti del sopraggiungere del vostro "fratello" e non avete il tempo materiale di staccare la mano per salutare, si può tranquillamente utilizzare un semplice cenno del capo. Fondamentale però è avere la visiera trasparente, perché questa tipologia di saluto deve assolutamente essere rafforzata con l’eye contact. Senza l’incrocio di sguardi il cenno del capo potrebbe essere scambiato per il gesto involontario causato da una buca che le vostre skyhook non hanno saputo smorzare.
Il piedino, ovvero sia: il saluto retroattivo
Salutare tirando fuori il piedino si fa in genere quando si supera un proprio simile che va nella vostra stessa direzione. In genere si tira fuori il piede, i più audaci, contestualmente, enfatizzano dei gesti di “stiracchiamento” come a voler dire al suo simile: "ah, il mal di schiena non ci fermerà". Un po’ come quando al Mugello si aspetta il rettilineo per rilassare i muscoli delle braccia. Il piedino ha anche un’altra valenza, vale a dire ringraziare l’automobilista che si è scansato per farvi passare.
Se invece il piedino lo tirate fuori staccando al tornante sul Passo del Cuvignone beh… ci spiace ricordarvi che non serve a un beato nulla, solo in MotoGP ha una qualche utilità....
Il lampeggio
Di notte o in condizioni di scarsa visibilità, i motociclisti spesso lampeggiano con i fari per salutarsi. Il lampeggio si può usare anche di giorno, soprattutto se la strada o il ritmo non consentono eccessive distrazioni. Due sole controindicazioni: occhio a esagerare con gli abbaglianti, che puntati sulla cornea sono parecchio fastidiosi. Attenzione anche al numero di lampeggi: due è il numero perfetto. Oltre potrebbero essere scambiati per un avvertimento della presenza di qualche ostacolo sulla strada o peggio, qualche velox mobile... Quest'ultima segnalazione è vietatissima
Il dito che “stuzzica”
Siete quel tipo di motociclista che guarda tutti dall’alto in basso? Siete svogliati, oppure avete salutato troppo? O forse ancora vivete nell’eterno dilemma del "mi si nota di più se saluto oppure se non saluto"?
Ebbene, la soluzione è semplice: tendere le due dita della mano sinistra verso l’alto, senza staccare la mano dal manubrio. Un gesto discreto, sobrio ma comunque efficace. Occhio però alla mobilità delle dita: spesso le vibrazioni possono intorpidirle, e potreste riuscire a tendere solo un dito invece di due. Se dovesse trattarsi dell’indice poco importa, ma se ad alzarsi fosse il medio...
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